A TU PER TU CON ERRI DE LUCA
Un brillante ed inedito Erri De Luca ha intrattenuto e incuriosito il pubblico che numeroso si era presentato nel chiostro San Francesco a Suvereto per partecipare al secondo incontro organizzato dall’Assessorato alla Cultura e dal comune di Suvereto.
L’incontro, condotto da Fabio Canessa, si è snodato in una profonda analisi della protesta giovanile odierna del Global forum, contrapposta a quella degli anni Settanta, quando Erri era un dirigente di Lotta Continua a Roma, “di quelli che picchiavano duro e si alimentavano di violenza”.
Lo scrittore ha osservato quanto invece i giovani di oggi cerchino il confronto con il potere mediante il dialogo, e non ha quindi “nulla da insegnargli”.
Profondo conoscitore dell’ebraico antico (il cui incontro è stato invece “casuale ma appassionante”) alla domanda di quale fosse il rapporto tra gli Ebrei del vecchio testamento e gli ebrei di oggi, e del loro rapporto con il mondo arabo, lo scrittore ha fatto notare che nella versione ebraica della bibbia alcuni passi fanno intendere che la pace per il popolo ebraico sarà solo momentanea: “Dio darà un sabato alle guerre” e che “non ci sarà mai fine al sangue che parte da Abel e che non si fermerà, se non un sabato, a prescindere da qualunque politica sia in atto”.
Alla domanda su Papa Giovanni Paolo II ha commentato: “il Papa ha cambiato il volto alla chiesa cattolica, avvicinando i giovani al cattolicesimo, ed è il più grande Papa degli ultimi secoli”.
Intervistato su “quale tipo di intellettuale avrebbe bisogno la cultura italiana ha risposto: “di uno che condivida ciò che accade al popolo, alla gente.
Non con appelli sui giornali, ma vivendo in mezzo al popolo come Isac Saraisich che è rimasto a Saraievo con la propria gente durante la guerra, vedendo morire i propri parenti, senza scrivere poesie durante il conflitto, aspettando la fine per poterne scrivere una con la sua comunità.
L’intellettuale deve avere una condivisione fisica con il suo popolo, non una visione da un punto di vista panoramico, senza fare però ciò che realmente serve.”
Commovente è stata inoltre la lettura delle sua poesie, interpretate da Fabio Carraresi, che, per semplicità e crudezza hanno colpito tutto il pubblico presente al chiostro, al quale hanno strappato un compiaciuto e fragoroso applauso.