SEMPRE MENO GIOVANI IN VAL DI CORNIA
da “LA NAZIONE” del 6 ottobre
Una popolazione sempre più vecchia, con redditti sempre più bassi, con una bassa natalità. L’unica cosa che è cresciuta in Val di Cornia negli ultimi anni è il livello di istruzione.
Questo il quadro, per alcuni versi desolante, per altri positivo in quanto indice di un aumento della vita media nel nostro territorio, che è emerso durante il convegno «Popolazione welfare e lavoro. Prospettive e azioni», organizzato al Castello dal comune.
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«La Val di Cornia è il caso emblematico dei cambiamenti in termini demografici — ha esordito Maria Carla Meini ricercatrice Irpet — la riduzione di fecondità qui è stata elevatissima, e purtroppo proseguirà con effetti sulla struttura della popolazione.
Nei prossimi 10 anni infatti è previsto il dimezzamento delle classi giovanili che vanno dai 20 ai 34 anni». L’altro aspetto rilevante messo in evidenza dalla ricercatrice è il processo di invecchiamento che ha colpito la Val di Cornia: «In questa popolazione aumenta il rapporto giovani anziani a tutto vantaggio dagli anziani e questo modifica in maniera marcata il rapporto fra risorse e sviluppo».
La ricercatrice dell’Irpet ha poi focalizzato su un altro aspetto la questione piombinese. «Negli ultimi anni è stata espulsa dalla fabbrica una gran parte della forza lavoro sempre in età sociale, i prepensionati sono infatti giovani rispetto a chi cessa di lavorare nelle altre parti d’Italia». Un’anomalia che ha creato scompensi sociali importanti.
E se cresce la popolazione anziana, anche in aumento, ed è più alta della media regionale, è l’incidenza degli anziani non autosufficienti nel nostro comprensorio. Su 1000 anziani infatti 16,2 non sono in grado di badare a se stessi. Su livelli molto alti, pari al 41%, si attesta la patologia della demenza senile-alzheimer.
Maila Papi