LA STORIA DELLE PROFESSIONI VISTA AL FEMMINILE
La storia delle professioni e dei diritti femminili nella Val di Cornia novecentesca. Forte partecipazione della scuola alla prima parte del convegno organizzato dalla Commissione per le Pari Opportunità.
Circa cento ragazzi degli istituti superiori ed una ventina di insegnanti hanno partecipato stamani alla prima sessione del convegno Donne, lavoro e famiglia.
Il lungo viaggio alla conquista dei diritti di cittadinanza.
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L’assessore alle Politiche Sociali Simonetta Polverini, nel fare gli onori di casa a nome dell’amministrazione comunale, ha sottolineato il valore culturale e formativo che gli organizzatori hanno voluto dare all’incontro, durante il quale tutti i relatori hanno fatto ampio riferimento alle vicende sociali e politiche che caratterizzano in Italia e nel mondo l’alterna evoluzione della condizione femminile.
Un’analisi della situazione contemporanea, dunque, vista attraverso la storia novecentesca del territorio di Piombino e della Val di Cornia.
Una storia fatta di ricerche scientifiche, documentazioni d’epoca e immagini fotografiche, testimonianze dirette dei protagonisti, letture epistolari curate dagli attori del Teatro dell’Aglio (Maurizio Canovaro, Rosanna Monarca, Francesca Palla) e rielaborazioni didattiche presentate dagli stessi studenti, articolate (come ha illustrato nella sua introduzione la presidente della CPO Raffaella Biagioli) secondo il filo conduttore delle professioni femminili: donne operaie, artigiane, contadine, insegnanti.
Conoscere le proprie origini è fondamentale per interpretare correttamente il presente e costruire il proprio futuro, di persone e società. Questo l’invito che Simonetta Ulivieri (ordinaria di Pedagogia Generale dell’Università di Firenze ed autrice del libro Gonfalonieri, maestri e scolari in Val di Cornia) ha rivolto ai molti giovani presenti in sala nel corso del suo intervento, dedicato al ruolo svolto nel sistema educativo dalle maestre elementari dall’Unità d’Italia ad oggi.
“Un ruolo diverso da quello attribuito e tradizionalmente esercitato dagli insegnanti uomini, che nasce ed ancora mantiene forti connotati di cura, comunicazione ed attenzione verso i bambini, un patrimonio da rivalutare e valorizzare.
Il Governo ed il mondo politico in genere dovrebbero quindi affrontare con intelligenza e sensibilità questo fondamentale aspetto della società contemporanea, a partire dalla formazione e la qualificazione della nuova leva di insegnanti, al riallineamento delle retribuzioni ai livelli europei, fino alla questione delle strutture”, una questione “sommersa” tragicamente balzata alle cronache in occasione del terremoto in Molise.
Donne operaie, ieri e oggi: questo il tema svolto da Katia Sonetti dell’Università di Pisa, in un intervento adattato alla platea prettamente scolastica della mattinata.
Se la maestra rappresenta, infatti, la prima professione liberale riconosciuta alla donna, il lavoro in fabbrica ha caratterizzato per intero il Novecento, rappresentando, anche la realtà locale, un’occasione di emancipazione.
Ma l’essere donne-operaie assume a Piombino, rispetto ad altre realtà nazionali, caratteri distintivi.
“La città-fabbrica per eccellenza rappresenta un caso per molti aspetti ancora da scoprire.
A Piombino la classe operaia è prettamente maschile e i movimenti femminili, pure importanti soprattutto nei momenti di crisi e di mutamenti sociali, fanno i conti con una certa misoginia che attraversa sia l’organizzazione sindacale che di partito”.
La difficoltà di lavorare in fabbrica è stata raccontata da Norma Rosignoli, della Commissione per le Pari Opportunità di Piombino, che ha testimoniato la sua breve ma intensa esperienza di giovanissima operaia della Magona d’Italia nell’intervento più seguito ed applaudito del convegno: “E’ stato un periodo in cui gli avvenimenti e le emozioni erano talmente forti che rischiavi di non capire fino in fondo tutto ciò che ti capitava e forse anche per questo non sono riuscita a vivere a pieno la vita da operaia ma, non c’è dubbio, questa mi ha maturato molto e mi ha dato tanta forza”.
Mestre, operaie ma anche contadine ed artigiane: professioni e stili di vita illustrati da Gianfranco Benedettini del Centro Studi Mussio di Campiglia Marittima e da una suggestiva mostra di documenti, articoli giornalistici ed immagini d’epoca, allestita presso la sede di via Piave. “Anche il lavoro nelle campagne può ben testimoniare l’evoluzione della condizione femminile nel secolo scorso: la donna aveva ruoli ben definiti nell’economia e nella vita agreste, molto radicati anche in Val di Cornia dove, attualmente, si registra una consistente attività imprenditoriale femminile”.
La mattina si è conclusa con letture da Le gonne lunghe di Raffaella Gambini Collavoli: figure di sarte, cassiere della Coop, contadine, operaie e ricamatrici narrate dagli studenti della II B ITIS Pacinotti e IV A Liceo G.Carducci.