I DIALER SU INTERNET: SERVIZIO O TRUFFA?
Come già accaduto in precedenza in altri ambiti, una minaccia del mondo “reale” si è spostata nel mondo “virtuale”: la possibilità di incorrere in bollette salatissime qualora si compongano numeri a pagamento nazionali, i cosiddetti numeri telefonici a valore aggiunto, (con prefisso 899, 166, 709) o internazionali: fenomeno già ampiamente noto per via delle chat line erotiche pubblicizzate su riviste e TV.
La medesima minaccia, che oggi imperversa massicciamente sulla Rete, è rappresentata dai cosiddetti dialer , letteralmente compositori automatici, i quali, parzialmente “nascosti” in un file.exe autoinstallante, con un massimo di due incauti “click” sono capaci di disconnettere il pc dal provider al quale siamo connessi e collegarci ad un nuovo “provider” pre-impostato, con un costo che si aggira intorno ai 3 euro al minuto.
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Rischio potenziale aggiuntivo: ad ogni nuova successiva connessione alla Rete, in alcuni casi, non verrà più utilizzata la nostra usuale connessione al provider solitamente scelto ma verrà attivata, come predefinita, quella al provider pre-impostato, con i conseguenti aggravi in bolletta.
L’esca è costituita da banner colorati e da promesse accattivanti, al limite della pubblicità ingannevole (“scarica gratis loghi, suonerie, foto di modelle, trucchi per playstation,…”), ormai disseminati ovunque sul web, in particolare sui maggiori portali e motori di ricerca, e che, una volta cliccati, operano un redirect dell’utente verso siti sui quali è possibile scaricare il materiale d’interesse, previo download o immediata esecuzione di un piccolo software (contenente il dialer).
La “trappola” è quasi scattata…dare il proprio consenso all’apertura o al download del programma e, dopo poco, eseguirlo fa sì che la connessione in corso venga disattivata a favore di una nuova, verso un nuovo provider, con un costo al minuto che si aggira, come detto, sui 3 euro.
Al posto dell’inserimento dei numeri della propria carta di credito, di user name e password e al posto di altri farraginosi sistemi di pagamento online (poco praticabili e dai risvolti complicati) si è, dunque, sostituito il dialer: chiunque, poco esperto della Rete, quindi soprattutto i minorenni, privo di credit card ed allettato dalla parola “gratis”, può essere facile preda di un dialer “in agguato”.
Dov’è il business, chi lo opera?
Tutti i siti sui quali è possibile scaricare i dialer recitano, “orgogliosi”, questa frase: “La connessione è diretta ad un numero telefonico a valore aggiunto e l’utente paga solo un costo proporzionale al tempo di collegamento”.
Nulla da obiettare, salvo il fatto di domandarsi per chi sia il valore aggiunto (per chi chiama o per chi ha attivato quel numero?)…
Al di là della facile ironia, effettivamente, i numeri con i prefissi di cui più sopra sono effettivamente così denominati e rappresentano un business non indifferente, con connessioni che mediamente vanno da un minimo di 8 minuti ad un massimo di 75, con una tariffazione al minuto di circa 2 euro più IVA.
Quali sono gli attori coinvolti in questa “catena del valore”?
L’intera “operazione dialer” nasce, dapprima, con la richiesta e l’attivazione di questi numeri ad hoc (gli ormai noti “numeri telefonici a valore aggiunto”), con tariffazione particolare; susseguentemente v’è sempre, a monte, una società che sviluppa tutta una serie di dialer (non sono altro che piccoli programmi con estensione.exe, degli eseguibili) tematici (consentono di connettersi ad archivi con materiale relativo a sesso, suonerie, loghi, trucchi per playstation, sfondi, wallpaper,…) offerti in uso, in un secondo momento, ai webmaster, che a loro volta li “propongono” agli utenti dei propri siti.
Già…, perché l’anello forte della catena, la leva principale di diffusione virale dei dialer, il motore propulsore della effettiva divulgazione sono i webmaster, attraverso i siti gestiti, allettati da una percentuale (tra gli 0,60 e 0,80 euro) sulla connessione effettuata dall’utente, attraverso i dialer, agli archivi gestiti dalla società che li produce o da una società terza (fornitrice dei contenuti: loghi, suonerie, materiale pornografico, ecc…).
Chi ci guadagna, insomma?
In primis gli operatori di telefonia, e via via a seguire le società che producono i dialer (ricevono una percentuale sulle telefonate ai numeri a valore aggiunto attivati, vedi infra), le società che forniscono i contenuti a cui si accede via dialer (hanno un ritorno in termini di user session, rivendibili agli inserzionisti pubblicitari), i webmaster (destinatari di una percentuale sul traffico generato ed incentivati a diffondere il più possibile i dialer attraverso i siti da loro gestiti).
Chi fa “girare” l’intero meccanismo?
L’utente finale, colui che attivando il dialer paga costi di connessione stratosferici, ripartiti, in percentuale, tra tutti gli attori della catena.
Su alcuni siti si è addirittura proceduto ad innescare, su tutta l’operazione dialer, una logica di multilevel marketing: consentendo a chi (webmaster) diffonde ulteriormente i dialer di guadagnare anche sui guadagni di altri soggetti che si riescono a coinvolgere, creando una catena multilivello.
Gli aspetti legali
Consultando le FAQ presenti sui siti delle società produttrici dei dialer si nota, curiosamente, che sono pressoché identiche, quasi secondo un copione prestabilito, in particolare è una costante questa domanda/risposta:
“Devo scrivere sul sito i costi, la durata, ecc… ?
– Assolutamente no, in quanto nel programma dialer è indicata, attraverso un agreement, la descrizione perfetta del funzionamento, la durata e i costi con possibilità di accettare termini e condizioni”
Ed in effetti va dato atto che, malgrado vi sia chi (www.internet-marketing.it/nodialers.htm) stia conducendo una personale battaglia anti-truffa ed anti-dialer attraverso una guida, nei proclami, a difesa dell’utente (trattasi, di fatto, di un’astuta manovra di marketing virale, pro causa propria, volta a sfruttare la stessa tecnica di diffusione che vuole, in teoria, combattere), le condizioni ed i termini di utilizzo sono chiaramente enunciati prima dell’installazione del dialer.
Provando a scaricare ed installare più di un dialer ho sempre riscontrato la presenza, a norma di legge, prima dell’installazione, di chiari termini e condizioni di utilizzo, soprattutto per quanto attiene al tipo di connessione, ai costi ed alla durata.
Cito un esempio (i disclaimer, come le FAQ, sono tutti tra loro quasi simili, secondo un preciso schema, volto principalmente all’ esonero di responsabilità):
“L’uso di questo programma di connessione ed i servizi ad esso collegati sono fruibili solo dall’intestatario dell’utenza telefonica dalla quale viene effettuata la chiamata. Il costo della chiamata è di 2,4 euro (iva compresa) al minuto + scatto alla risposta di 0,5 euro. La durata massima della chiamata è di 75 minuti. Non ci sono altri costi aggiuntivi, pagherete esclusivamente il solo costo della telefonata…..
IMPORTANTE:
Il nostro dialer chiuderà la connessione locale con il vostro internet provider, dopodichè il vostro modem vi riconnetterà automaticamente ad un numero a valore aggiunto 166 / 709 / 899, per un periodo non superiore ai 75 minuti, decorsi i quali si disconnetterà automaticamente. Il numero è in chiaro e non nascosto ed è visibile nelle connessioni remote presenti sul vostro PC ….
TERMINI E CONDIZIONI
Ai sensi della legge 675/96 a tutela della privacy si autorizza questa società al trattamento dei dati personali. Accedendo tramite il software gli utenti esplicitamente acconsentono alle condizioni che ne regolano l’accesso.
CLICCANDO SUL TASTO DI CONNESSIONE ACCETTO INTEGRALMENTE LE CONDIZIONI SOPRA e SOTTO RIPORTATE
Sono totalmente responsabile delle mie azioni. Collegandomi al sito, libero il provider, il proprietario ed i creatori del sito stesso da qualsiasi e da ogni responsabilità diretta o in diretta possa derivarne.”
È ovvio, tuttavia, che siano precisazioni spesso al limite del legale in quanto non sempre si fa riferimento al fatto che solitamente viene impostata come predefinita la nuova connessione e che quindi ogni volta successiva si verrà connessi tramite il numero a valore aggiunto; non si fa riferimento alcuno, altresì, ai nominativi della società e del titolare del trattamento dei dati personali (previsti per legge) e non sempre, di fatto, v’è il riferimento alla legge sulla privacy.
Non escludo del tutto che vi possa essere materia di studio e di intervento per il Garante della Privacy, in relazione ad una prestazione del consenso non proprio ortodossa.
Un esempio e alcuni link:
Ciccando sul link http://connect.online-dialer.com/connect.php
si arriva su una pagina web dove si viene invitati a scaricare un plugin “certificato Microsoft”: provate a non consentire tale download e vedrete l’insistenza, attraverso continuate finestre di dialogo, affinché scarichiate il software (siete “sottoposti” ad almeno tre tentativi, se vi “ribellate” utilizzando i tasti “No”, “Chiudi” e “Annulla”).
Astuta ed ingannevole la presenza, sulla stessa pagina web, di un indirizzo e-mail a cui denunciare i casi di spam (sagace tentativo di tranquillizzare l’utente sulle buone intenzioni del sito).
Cosa grave: non vi è alcun riferimento a termini e condizioni di utilizzo antecedente al lancio del programmino (che riporta, tra l’altro, in fase di disinstallazione, incomprensibili frasi in tedesco).
Pietro Morelli
ICT Business Analyst