SANTA ANASTASIA PATRONA DI PIOMBINO: LA STORIA
Due sono le fonti medievali sulla vita di Santa Anastasia vergine patrona di Piombino, la prima è il Martirologio Romano, la seconda è la Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze.
Il Martirologio Romano ricorda solamente che il 25 Dicembre è il giorno natale della santa, cioè la data del suo martirio avvenuto nell’isola di Palmaria dove fu torturata, legata al palo e arsa viva al tempo di Diocleziano.
La Leggenda Aurea è invece più circostanziata, ci ricorda l’origine nobile della santa, la sua educazione cristiana, ricevuta prima dalla madre e perfezionata da san Crisologo. Quindi il suo matrimonio per costrizione con un certo Publio e la conservazione della verginita per mezzo di una simulata malattia.
Il marito tentò allora di farla morire per fame al fine di impadronirsi almeno della sua ricca dote. Ed infine la liberta ottenuta grazie alla morte improvvisa del marito stesso.
Diocleziano, persecutore dei Cristiani, la volle maritare a un prefetto, ma, avendo questo perso prima la vista e poi la vita, allora l’imperatore le impose un altro prefetto come marito.
Questi pur di impadronirsi delle sue ricchezze si dichiarò disposto a a rispettare la sua verginità, ma Anastasia si rifiutò perché desiderava donare le sue ricchezze ai poveri.
Fu allora relegata con almeno duecento cristiani e altre settanta cristiane nell’isola di Palmaria e quindi condannata al rogo, mentre gli altri cristiani furono uccisi in modi diversi (condannati su una barca che Floro poi fece affondare).
Era l’anno 287. Anastasia è patrona di Piombino e il suo culto era già radicato nel trecento e probabilmente è anteriore. Ciò a fatto identificare l’isola di Palmaria con l’isola di Palmaiola, situata nel canale di Piombino, ma è possibile che l’isola sia quella omonima situata nei pressi di Ponza o quella pure omonima posta innanzi a Portovenere.
Palmaiola nel canale di Piombino fu proprietà di nobili pisani e il corpo di una santa Anastasia fu traslato a Pisa nel 1085 dal vescovo di Populonia, Guglielmo, già residente a Massa e Legato pontificio in Sardegna.
Non conoscendo di dove il corpo fosse stato tratto, esiste una possibilità che il luogo del martirio di santa Anastasia e dei suoi compagni sia proprio il piccolo isolotto nel canale di Piombino.