BENESPERI A PIOMBINO PER PARLARE DEI GIOVANI TOSCANI

Martedi 26 agosto alle ore 21.30 alla Festa de L’Unità di Piombino, l’assessore regionale al lavoro, istruzione e formazione Paolo Benesperi e Rosa dello Sbarba dei giovani amministratori Anci Toscana, affronteranno l’argomento «Essere giovani in Toscana» commentando i risultati della ricerca IARD sulla condizione giovanile in Toscana.

Di seguito troverete l’intervento e il commento sui risultati dell’indagine scritto dall’Assessore Paolo Benesperi, comparso domenica 15 agosto sulle pagine toscane de “L’Unità”:

Chi sono i giovani toscani?
Sono giovani soddisfatti, con un reddito disponibile buono, con una libertà notevole e molto pragmatici. Sono giovani che hanno grandi valori, come la pace fra i popoli, ma sono valori morali che non vengono vissuti in chiave politica.
I nostri ragazzi e le nostre ragazze tendono a stare al sicuro, fra le mura di casa e si sentono protetti soprattutto dai genitori. Amano molto le relazioni private.
Hanno il loro mondo fatto di amicizie e famiglia. Le ragazze però, rispetto ai maschi, studiano di più e sono mediamente più brave a scuola. Sono anche più impegnate nella vita familiare e nella ricerca del lavoro.

Va tutto bene quindi? No in Toscana ci sono due grandi crepe che dobbiamo, come politici, provare a colmare.
Il primo grande problema oggi è la famiglia e il peso che si sta accumulando sulle sue spalle. Un anno fa la ricerca del Censis diceva che problemi come quelli degli anziani o di persone affette da handicap sono sempre e comunque sopportati dalla famiglia. L’indagine sui giovani ci conferma oggi che in più la famiglia toscana deve pensare al mantenimento dei giovani fino almeno ai trent’anni. Quanto può durare questo impegno? Non certo a lungo.

L’altro buco nero che rintracciamo anche in Toscana è quello di una società immobile. Quanti ragazzi arrivano alla laurea e quanti di questi spendono le proprio conoscenze nel mercato produttivo toscano? Pochi, ancora
troppo pochi. Ma poi quanti di questi giovani vengono da famiglie non benestenti? Ancora meno.
Pochissimi. Il fatto è che i giovani in Toscana trovano lavoro con titoli di studio non elevati, così entrano in pochi all’università e spesso ne escono senza finire il corso di studi. Da un alto questo è positivo perchè il lavoro si trova, anche se in forme non stabili. dall’altro però è preoccupante perchè tessuto produttivo non è altamente qualificato.
Se poi andiamo a vedere chi è il ragazzo indipendente, che esce di casa giovane, notiamo che proviene da famiglie con reddito basso. Chi, cioè, ha un reddito alto, può permettersi di rimane in casa dei genitori e continuare a studiare. Il risultato è che la Toscana, anche se un po’ meno dell’Italia, appare come una società immobile.

Eppure ai giovani toscani piace vivere in Toscana e sono soddisfatti. Servizi come gli informagiovani e la formazione professionale dal ’99 a oggi hanno conosciuto un balzo enorme.
Quindi abbiamo buoni servizi eppure rimane il grande peso che grava sulle famiglie. Il compito, allora, oggi è come rinnovare le politiche per aiutare la famiglia a sopportare queste incombenze crescenti, in un momento in cui le politichre pubbliche sembrano orientate verso settori che non sono i giovani perchè tanto, si pensa, c’è la famiglia a risolvere i problemi. Invece non è così.
Servono, allora, azioni dirette verso i giovani e la famiglia per rendere più dinamica la nostra società. Perchè la Toscana non può, e non vuole, permettersi una società imbalsamata.

Paolo Benesperi

Scritto da il 25.8.2003. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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