GIOVANI: LA NOIA E LA PEGGIORE MALATTIA POSSIBILE
Riportiamo un articolo della cronaca Elbana del Tirreno che per i suoi tratti è rappresentativo anche dei giovani al di qua del canale, e che mostra come la noia sia la più grande malattia e paura di cui soffrono questi giovani, e dalla quale pur di uscirne sono disposti a fare qualunque cosa, al punto che «in discoteca non ce la faccio a stare senza “calare”. Una volta ci ho provato, ma mi sono annoiata».
PORTOFERRAIO. Pomeriggio di ieri vicino a una spiaggia. Il mare grigio e il cielo gonfio di nuvole nere sembrano riflessi dei pensieri del gruppo di amici che qui si trova spesso dopo la scuola. Sono ragazzi giovanissimi, i più non ancora maggiorenni, e l’argomento della giornata è il blitz della Guardia di Finanza, quello che nella notte fra sabato e domenica (1 febbraio 2004 ndr.) che si è concluso con l’arresto di due ragazzi, uno di 21 e uno di 26 anni, e con il sequestro di 260 pasticche di ecstasy. E poi i pianti, i rimproveri e i malumori al ritorno a casa, in famiglia. Alcuni di questi ragazzi hanno appena 18 anni, ma in gran parte sono più piccoli. Parlano, si sfogano e dalle loro frasi emergono spavento, rabbia e confusione.
«Per noi è normale – dice una ragazzina con pearcing, capelli mesciati e l’abbigliamento trendy che più piace tra chi ha i suoi anni -, che a un certo punto della serata qualcuno ti offra una pasticca o che cerchi di vendertele. Capita. E noi la prendiamo, lo fanno tutti, è normale…». La ragazza parla tranquillamente tratteggiando un aspetto del panorama giovanile dove le sostanze stupefacenti sembrano un elemento, una necessità per divertirsi, che giustificherebbe anche chi le vende per ricavarci guadagno. «Le nostre serate sono come quelle di tutti, uguali identiche a quelle dei nostri amici che hanno la nostra età – racconta un’altra ragazzina -. Ci ritroviamo al bar poi andiamo a ballare, ma io in discoteca non ce la faccio a stare senza “calare”. Una volta ci ho provato, ma mi sono annoiata».
Noia, in questo contesto più che una semplice parola sembra la chiave d’accesso per comprendere che cosa sta alla base di un fenomeno che anche all’Elba sembra coinvolgere molti ragazzi. «La musica mi dà delle sensazioni forti solo se sono un po’ fuori – spiega ancora la ragazza -, ma io rimango me stessa, “calando” la mia personalità non cambia». E’ una parte del mondo giovanile inesplorato dagli adulti, il lato oscuro della luna in cui troppo spesso i ragazzi si ritrovano da soli: «Passiamo il nostro pomeriggio in sala giochi o al bar – aggiunge la ragazza -, qui ci ritroviamo con i nostri amici, parliamo della serata in discoteca, spesso non sappiamo che cosa fare».
Claudio Passiatore – IL TIRRENO DEL 04-02-04