ENERGIA: PRESENTE E FUTURO IN VAL DI CORNIA
Nel villaggio turistico l’Orizzonte è in corso un’interesante iniziativa per il risparmio energetico sfruttando dell’energia solare.
Sui bungalow sono state instalati pannellli solari termici collegati a boiler che consentono di coprire completamente il fabbisogno di acqua calda, nei parcheggi attigui sono invece stati installati decine di metri di pannellli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica che, almeno in parte, contribuiscono al fabbisogno energetico del villaggio. Un investimento di oltre 700mila euro, in parte consistente ricoperto dai contributi della Regione che a sua volta derivano di finanziamenti messi a disposizione della Unione europea.
A pochi passi da lì il gruppo Dalpex sta sperimentando la produzione diretta proprio di pannelli solari, che già vengono realizzati su commissione da ditte esterne.
Si tratta di due esempi innovativi per l’economia della Val di Cornia, che possono rappresentare un filone estremamente interessante nel delineare un possibile sviluppo economico ed occupazionale della nostra zona. Da una parte c’è infatti un azienda turistica che, per stare al passo con in tempi e con i costi, non disdegna di fare investimenti anche a lunga scadenza. D’altra l’esempio di una piccola industria che segue l’idea di fondo che, senza produrre prodotti estremamente innovativi, arricchiti dal valore aggiunto della “conoscenza” l’economia italiana ed europea non può pensare di competere con paese come la Cina, in grado di offrire manodopera a baso costo (in concorrenza con la manodopera del mondo occidentale che si fa sempre più atroce mettendo in crisi il “lavoro” nei paesi occidentali sfruttandone in più risultati tecnologici che sono costati anni di ricerca che oggi possono essere semplicente copiati).
Sono due esempi che dovrebbero essere presi in estrema considerazione in un territorio su cui grava ancora il peso di una grande industria inquinante e così poco innovativa da far pensare che presto o tardi sarà costretta dal peso degli oneri degli investimenti (un posto di lavoro in siderurgia costa assai di più che in moltri altri settori) ad arretrare. E con questo mettendo l’intero territorio della Val di Cornia in una situazione simile, se non più grave, a quella degli anni Settanta-Ottanta.
Ecco perchè, dunque, la strada degli insediamenti di piccole e grandi imprese, magari specializzate in settori delle energie alternative e dell’inquinamento – come indicato qualche tempo fa sulle pagine de «IL TIRRENO» dal presidente dei giovani industriali della provincia di Livorno Yann Inghilesi, può diventare davvero una prospettiva interessante per la Val di Cornia che non deve, e non può aspettare né il piano industriale Lucchini per fare le proprie scelte nè trovarsi di fronte a decisioni che oggi non dipendono neppure più da stategie industriali piuttosto dalle banche che, nel luglio scorso, con consistenti finanziamenti, hanno evitato il fallimento del gruppo costruito dall’ex ferrivendolo bresciano.