SS 398: CHI SBAGLIA NON PAGA MAI

La strada 398 è ancora lì, a rappresentare uno spaccato delle inefficienze del nostro sistema. In questi giorni c’è stato un vertice con la direzione regionale dell’Anas richiesto dal Circondario delle Val di Cornia a cui hanno partecipato il suo presidente Rossano Pazzagli, il sindaco di Piombino Luciano Guerrieri e il presidente dell’Autorità portuale Tullio Tabani. Di nuovo, formalmente, si è fatta la “voce grossa”.

Ma siamo almeno due anni e mezzo di ritardo con la consegna dei lavori. Tutto questo ha aggravato la già precaria situazione economica del porto, ha causato incidenti anche gravi, ha prodotto ritardi e diseconomie nello sviluppo di un intero comprensorio. Ma perché nessuno paga mai.

Iniziamo dalla Sales, l’impresa che si era aggiudicata i lavori per il raddoppio. L’impresa dell’ingegner Zambernardi in Val di Cornia vince appalti ovunque si presenti. Ha vinto quello delle 398 nonostante il ricorso delle altre ditte in classifica, ha vinto quello per il prolungamento delle diga del porto commerciale di Piombino, poi anche quello per il porticciolo di San Vincenzo, si è messa in affari con Asa, e ora sembra che abbia anche forti interessi per la realizzazione del porto sul Cornia.

Niente di male se l’impresa fa l’impresa. Ma visto che la Sales deve molto alle risorse della Val di Cornia, in primis alle cave del Campigliese, sarebbe bene che tenesse anche più in conto la responsabilità sociale che ha nei confronti di questo territorio.

Ma nessuno paga mai, questo è il punto.
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Dall’inizio dei lavori della 398 ci sono voluti almeno due anni per accorgersi che c’era il problema di spostare 1,5 chilometri dell’acquedotto. Chi doveva accorgersene? L’ex Cigri? Il Comune di Piombino? O piuttosto la Sales che conosceva progetti e, anche nel suo interesse, avrebbe dovuto chiedere. Ma la Sales non pagherà penali per i ritardi. Il direttore del Cigri (dopo l’ingresso in Asa dell’azienda comprensoriale) è chiamato ad occuparsi dei progetti speciali (vedi mulini a vento sulla Costa est). La Sales è riuscita ad entrare nell’affare della cave Lucchini passate alla Microfin, ma disdegna ancora un accordo con la Tap (a maggioranza pubblica) per utilizzare come inerti per la costruzione di strade e porti, gli inerti che saranno ricavati da un milione di tonnellate l’anno di rifiuti industriali Lucchini.

Così va l’impresa, così va il pubblico che pretende di programmare, ma poi si accoda, per esigenze di immediata redditività politica, a scelte discusse, condotte e studiate in ben altri luoghi.

Scritto da il 20.3.2004. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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