VENTURINA: «PER L’AFRICA E PER LA PACE» CON ALEX ZANOTELLI
Giovedì 10 giugno alle ore 21.00 presso il centro Agape di Venturina è stata organizzata un iniziativa pubblica con Alex Zanotelli sul tema«Per l’Africa, per la Pace» organizzata da Rete Radie’ resch e AttivArci Venturina.
La conferenza, alla quale hanno aderito la Casa Crocevia dei Popoli, l’Associazione Croce del Sud, l’Associazione «Un bimbo, un mondo», e l’Ufficio Caritas Massa M.ma-Piombino, tratterà il tema delle guerre e della povertà per costruire nuovi percorsi di speranza e di giustizia.
In un articolo su «Il Manifesto» del 10 dicembre 2002, in un analisi su cosa una guerra in Iraq avrebbe comportato scrisse:
«E’ un momento grave questo per l’umanità. Forse uno dei suoi momenti più gravi. Si tratta di vita e di morte per il pianeta, per la razza umana. Questa assurda guerra all’Iraq diventa il simbolo di una scelta radicale di fondo. Dobbiamo scegliere da che parte stiamo, se dalla parte della vita o della morte. Non si può più barare. Il 20% del mondo è ormai deciso a continuare a papparsi l’83% delle risorse del mondo. Anzi può assicurarsi con le armi di continuare a farlo. Le armi servono oggi a garantire che pochi possano continuare a papparsi quasi tutto a spese di molto morti di fame. Solo lo strapotere delle armi può permetterci questo. Infatti utilizzando l’11 settembre il complesso industriale militare americano ha forzato il governo americano ad investire 500 miliardi di dollari in armi. Bush ha già firmato giorni fa un bilancio della difesa di 378 miliardi di dollari e l’Europa dovrebbe investire 250 miliardi di dollari. E’ un’altra maniera, questa, per rilanciare l’economia mondiale in recessione.
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Gli Usa stanno rinnovando tutto l’armamentario atomico (60 miliardi di dollari), affermano che useranno l’atomica ovunque i loro interessi militari saranno minacciati.Hanno già stanziato 70 miliardi di dollari per la costruzione dello scudo spaziale. Quarto gli Usa hanno già messo a parte 100 miliardi di dollari per la guerra contro l’Iraq (gli esperti dicono che ci costerà circa 200 miliardi di dollari). Questa è una macchina da guerra infernale per lottare contro il «terrorismo internazionale». Ma dobbiamo pur chiederci: chi sono i terroristi? Non siamo forse noi che costruiamo un folle arsenale per proteggere lo stile di vita del 20% del mondo? E’ stato lo stesso ministro della difesa americana Rumsfeld a dirlo. Quando gli è stato chiesto cosa ritenesse vittoria nella nuova guerra contro il terrorismo ha risposto che per lui sarebbe vittoria se tutto il mondo accettasse che gli americani siano liberi di continuare con il loro stile di vita. E gli americani sono disposti ad usare anche l’arma atomica se i loro interessi vitali saranno minacciati.
Questa è follia collettiva! Per questo dobbiamo dire un no categorico a questa guerra. E’ un momento di non ritorno. Altrimenti sarà la guerra infinita. E’ una questione morale ed etica per tutti (credenti e non). Non può esistere una «guerra preventiva» (è importante l’editoriale dell’ultima Civiltà Cattolica che bolla senza mezzi termini questa guerra). Gli ingenti investimenti in armi tolgono risorse alla vita: con 13 miliardi di dollari potremmo risolvere fame e sanità per un anno e per tutto il mondo. Ma questo sistema uccide poi lo stesso pianeta il cui stato di salute è già così precario! Questa guerra sarà un’altra botta ecologica incredibile. la guerra nucleare resta una reale possibilità in questa guerra all’Iraq (è il monito che ci viene rivolto da tanti scienziati!).Insieme a tanti pensatori (René Girard, Bailey, ecc) ritengo che stiamo attraversando la più grave crisi che l’homo sapiens abbia mai vissuto: il genio della violenza è fuggito dalla bottiglia e non esiste più nessun potere che potrà rimettervelo dentro.
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All’umanità rimane solo una scelta: rendere tabù la violenza e la guerra. L’umanità ha fatto una simile operazione con l’incesto che era praticato nelle antiche società. Quando l’uomo vide che l’incesto faceva male alla razza umana lo ha reso tabù. Penso che non ci resta che questo: rendere tabù la guerra e la violenza. E’ questo il salto di qualità che l’umanità è chiamata a fare. E’ la scelta della non violenza attiva come praticata da Gesù, Ghandi, Martin Luther King…. E’ una scelta di civiltà. E’ l’unica strada che ci rimane».
Ma chi è Alex Zanotelli?
Nato a Livo (Trento) il 26 agosto 1938, è stato ordinato sacerdote nell’Istituto dei missionari comboniani nel 1964, dopo aver completato gli studi di teologia a Cincinnati (Usa). Partito missionario per il Sudan, dopo otto anni viene allontanato dal governo a causa della sua solidarietà con il popolo Nuba e della coraggiosa testimonianza cristiana.
Assume la direzione della rivista Nigrizia nel 1978 e contribuisce a renderla sempre più un mensile di informazione, nel solco di una tradizione avviata nel 1883 e consolidatasi a partire dagli anni ’50. Il suo programma di lavoro è ben chiaro fin dall’inizio:
“Essere al servizio dell’Africa, in particolare ‘voce dei senza voce’, per una critica radicale al sistema politico-economico del nord del mondo che crea al Sud sempre nuova miseria e distrugge i valori africani più belli, autentici e profondi”.
Per quasi dieci anni, Zanotelli ha saputo prendere posizioni precise e imporsi all’opinione pubblica italiana, affrontando i temi del commercio delle armi, della cooperazione allo sviluppo affaristica e lottizzata, dell’apartheid sudafricano. E’ stato anche tra i fondatori del movimento “Beati i costruttori di pace”, con cui ha condotto molte battaglie in nome della cultura della mondialità e per i diritti dei popoli.
Nel 1987 – su richiesta di esponenti politici e vaticani – Alex Zanotelli lascia la direzione di Nigrizia: ma la sua eredità culturale, raccolta dai successivi direttori e redattori, continua a manifestarsi anche oggi.
Negli ultimi otto anni, il lavoro missionario di Zanotelli si è svolto a Korogocho, una delle baraccopoli che attorniano Nairobi, la capitale del Kenya.
Continuano tuttavia le sue collaborazioni giornalistiche: con Nigrizia dove da quest’anno ha anche la rubrica fissa “Sulle strade di Pasqua”; e con la direzione della rivista Mosaico di Pace, pubblicata da Pax Christi.