IL FUTURO E’ D’ACCIAIO, MA NON QUELLO LUCCHINI

Sulla scia di voci sempre più insistenti che dichiarano che la fabbrica piombinese non ha più che pochi anni di vita, una delegazione dei Verdi Val di Cornia ha partecipato al convegno recentemente indetto a Roma da Federacciai sulla situazione e sulle prospettive della siderurgia italiana. questo è stato fatto per meglio comprendere il mondo della siderurgia italiana e le dinamiche in atto su scala nazionale e internazionale così per interpretare al meglio le prospettive degli stabilimenti di Piombino a breve e medio termine.

Il quadro molto aggiornato dell’attuale congiuntura, le attese e gli atteggiamenti degli industriali siderurgici italiani hanno messo con maggiore evidenza l’anomalia del caso Piombino.
Sulla competitività del settore il coro è stato unanime e ha individuato nella ricerca, nell’innovazione tecnologica e nella qualità del prodotto gli unici strumenti idonei a mantenere le attuali quote di mercato anche alla luce della forte pressione di paesi come la Cina.

Insomma proprio l’opposto di quello che sta accadendo a Piombino dove la produzione è concentrata in prodotti di scarsa qualità e competitività.

I verdi denunciano quindi con forza l’assoluta mancanza di politiche industriali serie che possano far fronte alle esigenze di mercato prevedendo investimenti ormai irrinunciabili per raggiungere di pari passo standard ambientali e produttivi di buon livello.

Appare chiaro, continuano, che non sarà certo la gestione ad amministrazione controllata della Lucchini a far fronte a questi temi, ed è per questo motivo che i cittadini ed i lavoratori dovranno aspettarsi ancora per qualche anno livelli di inquinamento fuori da ogni controllo (ultimi dati Arpat registrano l’ennesimo aumento dei valori di Benzo-a-pirene con media intorno agli 8 ng/m3).
Ciò è naturalmente inammissibile.

Il ruolo dei Verdi in questa fase di immobilismo sia aziendale che delle istituzioni è quello di concepire nuovi scenari per la siderurgia piombinese e dell’intero comparto industriale. C’è l’esigenza di anticipare mutamenti anche disastrosi che potrebbero sopraggiungere a breve e medio termine sia per quanto riguarda i livelli di inquinamento che quelli occupazionali, di sicurezza e di rischio industriale. E’ necessario anche evitare manovre speculative come ad esempio quelle possibili legate alla produzione di coke. Insomma non aggiungere emergenza ad emergenza.

Parole come riconversione industriale, risanamento, trasformazione produttiva, devono entrare con forza nella scena piombinese favorendo uno scatto culturale necessario per amministrare questa delicatissima fase storica.
L’idea forte che i Verdi stanno perseguendo con estrema convinzione, e cioè quella di concepire una Legge Speciale per Piombino, va proprio nella direzione di non produrre strumenti assistenziali fini a se stessi ma ausili normativi volti a guidare processi di riassetto industriale nell’ottica del raggiungimento di elevati standard ambientali e di qualità delle produzioni e di conseguenza ridare speranza alle prospettive occupazionali.

Scritto da il 28.6.2004. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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