PIOMBINO: SI STRINGE IL CERCHIO SULLA LUCCHINI

No al potenziamento della cokeria senza un serio risanamento ambientale, senza la liberazione delle aree Siderco e lo spostamento dei carbonili. No all’uso del carbone per usi energetici. Necessità di prolungare la 398 fino al porto. Sono questi i presupposti comuni sostenuti dal Sindaco Gianni Anselmi e dal Consiglio comunale durante il consiglio comunale aperto sulla siderurgia del 12 ottobre 2004.

Questo speciale consiglio comunale aperto, realizzato nella sala del teatro Metropolitan per poter far partecipare i cittadini di Piombino a scelte così importanti come il futuro della siderurgia in città, ha visto la partecipazione degli assessori regionali all’ambiente e al lavoro, Franci e Benesperi, del presidente della Provincia Kutufà, dell’assessore provinciale all’ambiente Guerrieri, dei rappresentanti, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni economiche e ambientaliste e dei cittadini.

Assenti per motivi istituzionali Fabio Mussi e Giuliano Amato.

«Se vogliamo che la siderurgia continui a essere un motore di sviluppo per il territorio, Piombino deve assumere un ruolo nazionale» ha dichiarato il Sindaco nel suo intervento di apertura, e, citando Aalborg e Lisbona, ha ricordato che Piombino deve diventare il luogo dell’innovazione possibile.

«La Lucchini è un’azienda che occupa ancora 1000 ettari di territorio per 3000 occupati circa. E’ una presenza ancora indispensabile ma senza innovazione, per questa azienda non può esserci futuro».

Il Sindaco ha poi evidenziato nuovamente le insufficienze e la scarsa incisività del piano industriale, soprattutto sul fronte dell’innovazione ambientale e, nel ricordare tutti gli atti compiuti dall’inizio del mandato fino ad oggi per costringere la Lucchini a rispettare gli accordi e per migliorare il rapporto con la città (denuncia alla magistratura, recupero di 33 ettari di terreno da destinare ad altri usi, la partecipazione al bando di concorso per la riqualificazione dell’area Cotone-Poggetto, la firma dell’atto d’obbligo) ha annunciato la possibilità di imporre un allungamento dei tempi di distillazione del coke per ridurre le emissioni dannose di benzoapirene, in aumento costante da mesi.

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Gli interventi dei consiglieri che si sono susseguiti nel corso della mattina, hanno evidenziato, pur con le inevitabili differenze, una sostanziale compattezza sulla necessità di tenere alta la statura contrattuale della città nei confronti dell’azienda, la quale deve dare garanzie e risposte concrete dal punto di vista ambientale con l’avvio di un processo di produzione sostenibile, basato anche sull’adozione di certificazioni Emas.

Pieno sostegno alla posizione del Sindaco è stata espressa anche dall’assessore regionale Franci e dal presidente della provincia Giorgio Kutufà. Entrambi hanno dichiarato il pieno impegno da parte della Regione e della Provincia a lavorare su Piombino, chiamando in causa il governo e le politiche comunitarie.

«I punti qualificanti della Regione per una strategia industriale sono sinteticamente questi – ha commentato Franci – la necessità da parte dell’azienda di fare investimenti ambientali (adozione di certificazione Emas) che la caratterizzino dal punto di vista della sostenibilità, la necessità di individuare dei parametri ambientali, che siano obiettivi e dai quali non si possa derogare, l’impossibilità di accogliere la richiesta di una nuova cokeria senza aver messo in atto processi di disinquinamento seri.”

«Ma se questa realtà va in crisi salta un pezzo dell’economia del territorio» ha affermato il segretario della CGIL Giuseppe Bartoletti nel suo intervento. Proprio per questo, pur ribadendo la necessità di subordinare qualsiasi discussione futura di potenziamento produttivo al processo di risanamento ambientale, è comunque fondamentale mantenere un’impostazione tesa a difendere l’occupazione e a promuovere la diversificazione economica sul territorio.
Una posizione comune a CGIL, CISL, UIL anche se con sfumature diverse.

Di tutt’altra idea invece i rappresentanti del Comitato Antinquinamento e di Legambiente locale che hanno evidenziato i danni ambientali prodotti dall’azienda in questi anni e la difficile situazione economica della Lucchini. Adriano Bruschi in particolare ha rimarcato l’inutilità di qualsiasi intervento di ammodernamento in mancanza di chiare indicazioni di politica economica e industriale da parte del governo.

Scritto da il 12.10.2004. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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