STANZIAMENTI PER IL RIPRISTINO DEL FARO DI PALMAIOLA
Presto partiranno i lavori di ripristino delle parti ammalorate del Faro di Palmaiola; ci informa di questo una lettera di Dario Ricci che volentieri pubblichiamo.
«Sono passati due anni dall’uscita dell’articolo sul degrado del faro di Palmaiola apparso l’8 ottobre del 2002. Dopo quell’articolo, la mia personale battaglia nel sollecitare interventi manutentivi al faro ed al casamento di Palmaiola è continuata per molto tempo.
Ho mandato lettere, foto e ritagli di articoli a tutti quegli Enti o personaggi politici che ritenevo potessero in qualche modo intercedere tra le mie richieste e le alte sfere preposte al finanziamento e alla realizzazione dell’eventuali opere di ristrutturazione di cui il faro necessita.
Il silenzio è stato l’unico cenno di riscontro, l’unica indiscussa parola d’ordine.
Nessuno mi ha mai risposto, nessuno ha mai dato un cenno di sensibilità verso una cosa così bella e nello stesso tempo molto delicata. Eppure di lettere ne ho mandate tante; alle Capitanerie di Porto, alla Marina Militare servizio Fari, al Ministero dei Lavori Pubblici, al Ministero della Navigazione, al Comune di Rio Marina e Portoferraio ,a moltissimi giornali, (le uniche testate che si sono interessate sono state “Il Tirreno” , “La Nazione”e “Bazaretrusco.it il portale della Val di Cornia”) ed a qualche amico/a che condividono con me l’essenza che queste strutture promanano.
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Però, nonostante il silenzio di coloro che sono preposti alla tutela di questi manufatti, io non ho mai perso la speranza di vedere un qualche cosa, un solo segnale che facesse intravedere la possibilità di interventi rapidi e necessari, così di tanto in tanto, ed anche in inverno, mi sono sempre recato con la mia barca all’Isolotto di Palmaiola, ed ogni volta ho fatto la grande arrampicata fino in cima, ma….niente tutto giaceva e giace tutt’oggi che scrivo in totale abbandono; il tetto in lamiera è totalmente divelto e si trova accartocciato giù nella scarpata sottostante, strappato con violenza dalle terrificanti raffiche di ponente e scirocco che spesso imperversano in quelle acque. Il tutto versa in condizioni di assoluto e silenzioso degrado, i muri sempre più scrostati esprimono appieno l’abbandono.
Il “mio” faro, ferito, dimenticato, eroso a causa dell’arrogante progresso umano, ma però sempre bello e impavido al tempo, rimane ancora li, con i suoi muri che pian piano si sgretolano, con i suoi colori sempre più sbiaditi, ma sempre fiero immoto e vivo.
Però, con stupore e viva felicità, mi sono accorto che realmente esiste una leggenda del faro, e come in molte leggende c’è sempre un inizio e quasi mai una fine.
Il riuscire a dare un’anima anche alle cose apparentemente prive di vita, come un muro, una nave, una casa, un sasso, un vecchio motore, è un’arte che ci aiuta a non perdere la speranza in ciò che si sogna, si crede e si desidererebbe veder realizzato.
E’ di pochi giorni fa la mia felice scoperta che il Dipartimento per la Navigazione ed il Trasporto Marittimo nel programma 2003-2005 ha finanziato 370.000 euro per l’Isola di Palmaiola con le voci:
“ Rifacimento degli intonaci interni ed esterni, ripristino degli approdi, ripristino completo della struttura annessa al faro con rifacimento della copertura”
Le mie lettere, forse non sono mai andate perdute… così come il mio libro “La Leggenda del Faro” che con amore ed orgoglio lo lasciai un giorno di qualche anno fa in quei luoghi in dono alla natura, al faro e alla sua gente.
Ringrazio tutti coloro che hanno preso con cuore questa vicenda, e anche lo Stato Italiano, che forse, nonostante i suoi silenzi ed i suoi tempi da vera lumaca, è molto meglio di ciò che noi tutti cittadini crediamo».
Sempre con amore Dario Alfonso Ricci