ANSELMI: LUCCHINI DIA SEGNALI POSITIVI ALLA CITTA’

Abbiamo intervistato a tutto campo il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi a tre mesi dalla sua elezione e all’indomani della crisi ambientale a causa dell’inquinamento prodotto dalla Lucchini. Leggiamo insieme cosa ci ha risposto sul rapporto città-fabbrica.

— Come ci si sente ad essere il sindaco di Piombino a tre mesi dalle elezioni?

Mi sentono molto motivato e anche consapevole delle responsabilità che mi dà questo incarico. Sono consapevole delle attese e delle speranze della popolazione relative al mio nuovo incarico. Piombino è una città complessa, complicata, densa di questioni, che ha tutte le caratteristiche di una città più complessa di quello che si potrebbe pensare guardando solo il numero degli abitanti, e di questo dobbiamo farcene carico con grande capacità di organizzazione e lavoro.

Le sensazioni comunque sono, sia da un punto di vista formale, sia da un punto di vista informale ed umano molto positive: cerchiamo di sprigionare per quanto possibile le nostre capacità che ci auspichiamo siano adeguate a questo grande compito di esprimere anche la passione di cui saremo capaci, e che vogliamo ci accompagni per tutta la legislatura.


— Lucchini e Poggetto: vuole aggiungere qualcosa riguardo ai recenti fatti di inquinamento?

Purtroppo il rapporto con la presenza siderurgica e anche fatto di episodi, è un rapporto molto complicato, che richiede pazienza, grande capacità di attenzione, di lavoro, di relazione con la città nelle sue varie componenti, ma che richiede necessariamente una sua gradualità, che però non deve essere confusa con morbidezza. Noi abbiamo dimostrato in questi mesi un atteggiamento che penso sia stato compreso ed apprezzato per la sua incisività non solo di carattere verbale nei confronti dell’azienda, ma anche negli atti e nelle delibere che testimoniano questo profilo che cerchiamo di affermare di forte centralità urbana e di forte capacità contrattuale da parte dell’istituzione della politica locale.

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Questa gradualità necessariamente si accompagna ad eventi che sono condizionati da alcuni ritardi ed eventi spiacevoli come quello dello scorso fine settimana. Purtroppo ci sono ancora degli investimenti in particolare sul cokeria, che devono essere portate a termine, e che in certe circostanze sfavorevoli, producono degli effetti indesiderati. Purtroppo in questo caso si è trattato delle prove di attivazione dell’impianto di trattamento dell’ammoniaca che ha generato un cattivo odore che ha allarmato i cittadini, ma voglio prendere il lato positivo di questa cosa, e cioè che l’impianto è pronto e sta per essere avviato, e dovrebbe abbattere di molto le emissioni ed i cattivi odori dei sottoprodotti della cokeria.

Quello che rimane ogni volta che ci sono questi episodi che ci ricordano anche con una certa violenza, che si esprime poi con la sofferenza e le proteste legittime dei cittadini, che il problema non ancora risolto, e ci richiama alle nostre responsabilità, ad un lavoro che ormai è praticamente quotidiano, di attenzione, di provvedimenti. Noi stiamo valutando alcuni provvedimenti nella commissione ambiente che è stata costituita recentemente, siamo in stretto contatto con la provincia e attendiamo quest’incontro del 6 novembre con il ministero e le altre istituzioni che ci auguriamo dovrà dare alcune certezze e molte speranze.

Il problema è che in questa fase come facciamo a chiedere ulteriori pazienza alla città sul terreno ambientale? Molto spetta all’azienda, alla Lucchini, è impensabile che sia il Comune a chiedere ai cittadini di avere pazienza per conto di un azienda. Il Comune deve pretendere e controllare, l’azienda deve dimostrare trasparenza e capacità di lavoro e di investimento sui temi ambientali.

Questo è quello che stiamo cercando di fare, ovviamente sappiamo tutti che le vicende sono molto complesse e che hanno molti aspetti di natura economica, ambientale e sociale, dei quali stiamo cercando di tenere conto, ma questo non significa assolutamente che concertare o trattare per noi sia sintomo di acquiescenza o ancor peggio di collateralità rispetto all’azienda, tutt’altro, noi siamo interessate di portare a casa il massimo dei risultati concreti in tutti i fronti.


— I giovani e gli adolescenti di Piombino sembra che percepiscano il senso di malessere e di incertezza che regna città all’inizio del suo mandato cosa si sente dire a questi che fra 10 anni saranno gli adulti di Piombino?

Voglio dirgli che vale la pena di sperare e credere in Piombino e in tutto il territorio nelle sue prospettive di sviluppo. Che noi stiamo lavorando, per quanto possibile, per assicurare un futuro plausibile ai nostri giovani, che dia loro possibilità, opportunità, di dispiegare il loro talento e le loro attitudini nel campo dello sport, dello studio e nell?espressione dei loro talenti nel campo musicale e culturale, e soprattutto nel campo occupazionale per non disperdere un patrimonio di competenze e conoscenze di titoli che i nostri giovani accumulano o che hanno accumulato, e che con una certa fatica riescono ad esprimere su questo territorio.

Dobbiamo fare si che i nostri giovani non vedano solo altrove il loro futuro, dobbiamo fare in modo che Piombino ed il suo territorio sia per i giovani un’alternativa in grado di soddisfarli.


— In un recente sondaggio del Bazar Etrusco (al quale si può ancora votare qui a fianco ndr.), si vede che l’amore per la Lucchini è, da parte di chi ha votato, ai minimi storici. Nella peggiore delle ipotesi, e cioè quella di una chiusura della fabbrica fra 3-4 anni, l’amministrazione comunale a immettere contromosse per offrire soluzioni alternative e lavoratori?

Questa della chiusura della fabbrica è un’eventualità che preferiremmo evitare, non tanto per motivi di natura culturale, per la fabbrica che qui a una tradizione ultrasecolare nella lavorazione del metallo, ma per un problema di tenuta del sistema economico e sociale. Ma allo stesso modo noi non possiamo che rifiutare un modo arcaico di produrre l’acciaio, e ovviamente nel momento in cui questo impatto ambientale e questa presenza così invasiva dell’azienda dovesse rivelarsi come un destino ineluttabile, dovremmo essere pronti a progettare un’alternativa.

Ma ripeto, noi preferiremmo che la fabbrica ribadisca la sua presenza in termini moderni, che già questo significherebbe affiancare e delineare prospettive di compatibilità con gli altri motori di sviluppo, prima di tutto il porto, ma anche il turismo, la piccola e media impresa, l’agricoltura di qualità, il commercio, l?artigianato.
È evidente che in assenza delle capacità di difendere se stessa da parte della siderurgia, ovviamente in un quadro che non può essere visto in un’ottica squisitamente provinciale ma in un’ottica di rilancio nazionale delle politiche dell’acciaio, solo in assenza di tutto questo noi dovremmo mettere in campo un progetto alternativo, però per il momento è preferibile concentrarsi su come riqualificare la presenza siderurgica.
È chiaro in ogni caso che questo non toglie che stiamo già lavorando per lo sviluppo della economia portuale della logistica e della piccola-media impresa, del turismo e della nautica, che già oggi sono assi di lavoro importanti, però è chiaro che per lavorare bene su quelle prospettive è indispensabile un miglioramento della qualità della presenza siderurgica.

Scritto da il 25.10.2004. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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