PIOMBINO: LE RISPOSTE DEL GOVERNO SUL FUTURO LUCCHINI
Il ministro Matteoli è arrivato sabato 6 novembre al Circondario, incontro voluto in quel luogo dai sindaci della Val di Cornia per dare all’incontro una valenza che non è più comunale, ma che riguarda l’intera area della Val di Cornia. Il confronto è iniziato poco dopo le dieci e mezzo, e il Ministro, accompagnato dalla delegazione guidata dal direttore generale Gianfranco Mascazzini ha discusso più di due ore con gli amministratori locali e regionali.
Benesperi – Matteoli – Anselmi – Velo
Il ministro Matteoli promette 13,5 milioni per spostare la Siderco e 14 per bonificare le aree dell’agglomerato, che la Lucchini si è già impegnatata per proprio conto a demolire. Poi c’è un più complesso percorso, che dovrebbe coinvolgere Sviluppo Italia, per realizzare lo spostamento dei carbonili in un contesto ecomicamente compatibile.
Risultati concreti che il sindaco ha valutato positivamente. «Anche se le risorse sono forse ancora insufficienti, – commenta Anselmi – sono tuttavia il primo concreto passo verso un processo di risanamento». A questo si aggiunge la soddisfazione per il grado di coesione raggiunto dalle istituzioni.
All’impegno che il ministero dell’Ambiente si è preso di finanziare lo spostamento del cantiere Siderco con 13,5 milioni di euro, si aggiungeranno altri 4,5 della regione Toscana (che finanzierà anche opere idriche per 3 milioni di euro per opere di aree di accumulo sul Cornia sia per realizzare alvei di accumulo per le acque reflue depurate, che vengono utilizzate per la ferriera). Questa opportunità è offerta dalla possibilità di far rientrare l’operazione nell’ambito degli interventi per lo smaltimento dei rifiuti industriali. Sarà la Tap (società a prevalente capitale del Comune ma con una partecipazione della Lucchini del 24,9%) a realizzare una piattaforma vicino ai propri impianti dove si svolgerà l’intero ciclo di ripulitura delle siviere provenienti dallo stabilimento. Il materiale sarà recuperato e commercializzato.
Sembra scontato che comunque sarà chiesto anche uno sforzo finanziario dell’azienda, che non dovre limitarsi solo alla realizzazione della logistica necessaria.
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Per l’agglomerato il punto di partenza è rappresentato dagli impegni alla demolizioni presi dalla Lucchini nell’atto firmato davanti al notaio. «Anche su questo si è registrata – ha riferito il sindaco – la volontà del governo a intervenire con l’apporto del ministero dell’Industria e di Sviluppo Italia». Dal canto suo l’Autorità portuale, presente all’incontro con il presidente Tullio Tabani, si è già dichiarata disponibile ad acquistare l’area con un investimento di due milioni di euro. Lo stesso interesse è stato espresso per l’area dell’ex reparto omogeneizzazione del minerale.
L’intervento più complesso, quello che riguarda lo sposamento dei carboninili, secondo la proposta del ministero potrebbe essere affidato a Sviluppo Italia. Sul risanamento delle aree industriali non più utilizzate il ministero si è comunque dichiarato disponibile a investire altri 14 milioni di euro.
Ottimismo per quanto riguarda lo spostamento del cantiere Siderco, che però diventa più moderato per l’agglomerato. Non c’è un no, ma neppure un già definito consenso, alla proposta di coinvolgere Sviluppo Italia in una complessa operazione che dovrebbe portare allo spostamento dei carboni. Queste, in sostanza, le prime valutazioni del sindaco.«Comune e Ministero comunque – continua Anselmi – concordano su due elementi di fondo. I carbonili non possono essere spostati sull’area della vasca che accoglierà il materiale di escavo, come proposto nel piano Lucchini, del porto per due motivi: è un’area che interessa direttamente l’attività portuale e per realizzare lo spostamento bisognerebbe aspettare tempi troppo lunghi (fino al 2010)».
Il ministero ha un piano complesso che si lega anche all’intervento di 14 milioni di euro per bonificare direttamente (non più delegando alla Lucchini) le aree in concessione e di proprietà dell’azienda e non più utilizzate.
Il progetto prevede il coinvolgimento diretto di Sviluppo Italia, la società che opera come braccio del ministero delle Attività produttive. Nell’ambito di un progetto per il recupero e la nuova valorizzazione di queste aree, compresa quella di Tor del Sale dove è prevista la realizzazione del porto turistico, dovrebbero essere trovate le convenienze econoniche per spostare i carbonili in una zona ancora da definire. Potrebbe dunque essere Sviluppo Italia a prendere le redini della costruzione del porto di Tor del Sale e di altri progetti d’uso delle aree costiere.
«Non abbiamo detto no a questa proposta – ha spiegato il sindaco – manifestando la nostra volontà a verificare.
Certo che questo potrebbe significare dare in mano a Sviluppo Italia tutta la partita legata al comparto della nautica». È dunque una valutazione d’attesa quella che ha fatto il Sindaco, che mentre si augura che siano messe in campo concretamente le risorse necessarie, ribadisce la volontà di mantenere ben saldo il ruolo di programmazione territoriale ed economica dell’ente locale.
La partita è grossa. L’attenzione degli amministratori comunali è rivolta certo allo sviluppo del porto, quindi, prima di tutto, niente carbonili sulla vasca che sarà riempita con l’escavo che invece, insieme ai terreni che si libereranno con la demolizione dell’agglomerato, dovrà essere messa a disposizione dell’attività portuale. L’altra attenzione è per le imprese locali, che il Comune non vuole vedere escluse dalla partita del comparto della nautica.
Con i carbonili è in gioco la cokeria. «Abbiamo scelto di non affrontare il problema della nuova 36 forni proposta dal piano Lucchini – ha detto il sindaco – Comune e ministero concordano infatti nel non prendere in considerazione l’ipotesi fino a che non sarà risolto il problema del funzionamento abientalmente accettabile della 45 forni, l’impianto attualmente operante».
Così anche i carbonili dovranno essere dimensionati, è stato detto, alle esclusive esigenze della fabbrica «escludendo altre ipotesi». Intanto il Comune è orientato a predispore un’ordinanza per far proteggere gli attuali carbonili con una sostanza “filmante”. La cokeria, invece, già da dicembre sarà messa sotto particolare osservazione dall’Arpat, chiamata a dare al Comune dati in continuo sulle emissioni.
«L’azienda – questa è una novità annunciata dal sindaco – ha dichiarato la sua disponibilità a formare una commisione tecnica, affidata a esperti esterni, per controllare l’impianto e le procedure adottate. Il ministero metterà a disposizione propri tecnici».
La posizione del sindaco appare decisa: «Sulla cokeria non intendiamo mollare. Vogliamo trascinare l’azienda verso un innalzamento dell’attenzione sui problemi ambientali». Se quel che è stato messo in campo non raggiungerà gli scopi, dunque, non si escludono altri provvedimenti.
«Perché i cittadini di Piombino dovrebbero ancora credere alle promesse? Questa volta ci sono in campo cose concrete e segnali importanti. I cittadini devono fidarsi come hanno fatto il 13 di giugno. Ma nel rapporto con la città mi attendo l’intervento diretto dell’azienda, io non posso rispondere per la Lucchini: il sindaco non può essere il portavoce dell’azienda». È una richiesta precisa di segnali. «Hanno sostenuto che nei prossimi anni l’impegno dell’azienda sarà quello del lavoro e della trasparenza. Voglio crederci», ha detto Anselmi. Adesso la palla passa alla Lucchini e al suo amministratore Bondi.