BOSI: «REGIONALI SENZA PREFERENZE, DECLINO DELLA DEMOCRAZIA»
Giovedì 17 marzo presso l’Hotel Centrale a Piombino, il senatore Francesco Bosi, sottosegretario alla Difesa, ha incontrato gli organi di informazione per illustrare le motivazioni della sua candidatura nel listino regionale dell’Udc. All’incontro era presente Paola Mancuso, capolista nella provincia di Livorno.
Paola Mancuso, il Senatore Bosi, Luca Cipollaro
«Piombino è una tappa importante per parlare dell’UDC – ha esordito Bosi – e dare alcune motivazioni alla nostra campagna elettorale, alla mia candidatura nel listino regionale e a quella di Paola Mancuso come capolista di quella provinciale. Parteciperò nel listino regionale perché attribuisco una importanza notevole alle regionali in Toscana, e queste si svolgono un anno prima delle politiche con tutto quello che ne comporta».
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«Parteciperò, continua il senatore, anche se il CDU è l’unico partito che ufficialmente ha contestato lo statuto della regione Toscana e in particolare per quello che riguarda le elezioni e le modalità di svolgimento. Questa legge elettorale elimina il voto di preferenza e che sembra fatto apposta per garantire a qualcuno le elezioni. Il primo seggio scatta a chi è primo sul listino senza che l’lettore possa scegliere.
Non ho aspirazione a entrare nel consiglio regionale, però il mio obiettivo è quello che il seggio che viene attribuito a me nel listino venga attribuito nelle province laddove si verificano i migliori risultati questo consente una competizione vera, un impegno vero nelle province perché altrimenti potrebbero aprioristicamente a prescindere dai risultati rimanere fuori.
«Non ho aspirazione a entrare nel consiglio regionale, però il mio obiettivo è quello che il seggio che viene attribuito a me nel listino venga attribuito nelle province laddove si verificano i migliori risultati questo consente una competizione vera, un impegno vero nelle province perché altrimenti potrebbero aprioristicamente a prescindere dai risultati rimanere fuori». Il Senatore Bosi ha proposto come obbiettivo quello che la politica torni il luogo della partecipazione, e con queste elezioni rivolge un appello a tutti i quelli che credono nei valori dei democratici cristiani e dello scudo crociato, per ricreare una prospettiva politica ancora più solida e più forte, che si rifaccia a questa tradizione a questi valori, e in questa campagna regionale, dove l’UDC appoggia il sindaco di Grosseto Antichi.
Bosi ha criticato l’operato della amministrazione regionale che ha negato i valori della partecipazione: «la Regione non è un ente di gestione della cosa pubblica, ha competenze di indirizzo, di programmazione, e di legislazione. La regione – continua Bosi – ha il compito legiferare e con l’ultima legge avrà ancora più poteri. Bisogna far tornare la Regione come centro della partecipazione della gente, della società Toscana, in modo che questa decide in maniera consensuale su quali sono le scelte della regione. C’è un malessere enorme, mi sono incontrato con le grandi categorie economiche con i sindacati c’è un insufficiente influenza della società Toscana sulle scelte politiche della regione. Il federalismo nasce per contrastare l’accentramento dei poteri del governo nazionale e per contro troviamo un centralismo regionale che forse è anche peggiore. Credo che dobbiamo accelerare un progetto di redistribuzione dei poteri di là le regioni alle province e comuni. Ridare un ruolo è un significato alle autonomie locali che non devono essere subordinati gerarchicamente alle regioni, ma non possono perdere autonomia e potere sull’altare di un nuovo centralismo regionale peggiore se possibile di quello nazionale».
L’UDC vuole proporre un referendum dopo le elezioni per tornare alle preferenze perché la scelta dei rappresentanti nelle istituzioni debba «attenere ai cittadini».
«I partiti presentano una lista, però all’interno di questa lista può essere scelto il consigliere che debba essere eletto. Questo indirizzo di cittadini che se viene tolto è un diritto tolto a cittadini».
Le primarie sono state fatte solo nell’ambito di un partito con un numero di elettori gli infinitamente inferiori rispetto al totale degli elettori. Ma – continua il Senatore – ci sono stati anche i ripescaggi di quelli che non erano passati bene nelle primarie. Le primarie possono avere un senso per scegliere il sindaco o il presidente della regione ma non per scegliere i consiglieri regionali».
«La Toscana è l’unica regione d’Italia che ha eliminato le preferenze. Questo meccanismo avvolgente alla fine porta gli “unti dal signore” a decidere per tutto e tutti. Possiamo denunciare che siamo in presenza di un degrado della democrazia in questa regione. Anche tra gli alleati Alleanza Nazionale si è pentita delle sue scelte in proposito. Con questo meccanismo se un candidato una volta in consiglio regionale, disturba le scelte del suo partito nelle elezioni successive può essere nella lista “al punto giusto”, creando problemi alla ri-elezione».
Paola Mancuso ha così esordito: «Ho avuto la possibilità di fare politica dove c’erano spazi, dimostrandosi a livello locale che a livello di governo che quello che ci manca non è la forza delle idee e delle proposte. Per quanto riguarda il sociale, che mi sta particolarmente a cuore, le scelte che sono state fatte sulla sanità e sul sociale a livello della politica regionale, vanno controcorrente rispetto ad altre regioni rosse che hanno dedicato maggiori risorse e maggiore attenzione a queste problematiche. Sul sociale abbiamo avuto un deficit di risolse il 20%, se questo si aggiunge al fatto che l’altro sono dirette a piramide modo centralistico da quella di Firenze, chi ha voglia di fare qualcosa di più sul sociale non ha né mezzi di spazi per poterlo fare. Questo si ripercuote su associazionismo e volontariato che avendo risorse umane, si rivolgono alle amministrazioni per avere le necessarie risorse economiche, e che soffrono affiancando determinati gestione a livello politico amministrativo perché sono poche quelle che possono alimentarsi di contributi privati. È necessaria una presenza forte del nostro partito in consiglio regionale.
Credo che oltre alla coalizione, siano importantissime anche le distinzioni, una presenza del partito che non si omologhi a quella delle altre forze della nostra coalizione, perché da questa ricchezza può venire fuori qualcosa di buono anche nelle scelte di governo nazionale dove spesso siamo stati buoni consiglieri».