SINDACATI: «SOLUZIONI CERTE PER IL FUTURO MAGONA»
Grande preoccupazione nei lavoratori e nei sindacati per la situazione che si è venuta a creare dopo l’incendio al reparto laminatoio nello stabilimento della Magona. Qualcosa di più si saprà questo pomeriggio dopo l’incontro delle organizzazioni sindacali con la Direzione.
L’attuale preoccupazione si aggiunge a quella che già era emersa nelle assemblee di lunedì e martedì, tenute in previsione dello sciopero del 15 aprile. Preoccupazione per l’andamento di Magona e già si parlava di cassa integrazione.
«Questo incendio aggrava la situazione – commenta il segretario provinciale Uilm Vincenzo Renda – nelle prossime ore si conosceranno più dettagliatamente le sorti dell’azienda. Arcelor potrebbe decidere di far arrivare coils già laminati a Piombino, (così facendo potrebbe riprendere la lavorazione a valle del laminatoio, altrimenti ci dovrà dire se ha intenzione di investire, di ricostruire il reparto». Se dovesse accadere la prima ipotesi la probabile cassa integrazione dovrebbe riguardare solo i 150 magonisti che operano nel reparto distrutto. La possibilità più catastrofica e anche meno probabile, è la richiesta (e Magona ha circa 25 giorni per farlo) della cassa integrazione di tutti gli operai. Tutto si chiarirà sicuramente con l’arrivo del presidente dell’Arcelor Guy Dollè che sarà a Piombino domani.
«Vogliamo risposte certe – ribadisce il segretario provinciale Fim Germano Pasquinelli – dobbiamo comprendere lo stato degli impianti. Certo che ci batteremo per riavviare il laminatoio, ci auguriamo che sia questa l’intenzione di Arcelor».
Un’ultima considerazione che dà speranza anche ai magonisti. E’ noto da tempo che, il laminatoio andato in fiamme, produce lamiera di una larghezza minore rispetto alle attuali esigenze di mercato. Questa potrebbe essere l’occasione di installare una struttura capace di fornire laminati piani più grandi e quindi ottenere prodotti più interessanti e competitivi sul mercato. Ma anche per questo la risposta verrà dall’incontro con il presidente e da qui si capirà, di conseguenza, quali sono le intenzioni di Arcelor e quale sarà il futuro dello stabilimento di Piombino.