MARTINI: ONORARE IL 25 APRILE, DIFENDERE LA COSTITUZIONE
Libertà, democrazia e diritti in un Paese unito è il tema dell’incontro che si è svolto sabato 23 aprile a Piombino, nell’ambito del programma che la città ha organizzato per celebrare il sessantesimo anniversario della Liberazione dal fascismo e dall’occupazione nazista. Sul palco, con il Sindaco Gianni Anselmi e l’assessore alla Cultura Ovidio Dell’Omodarme, due ospiti eccellenti: il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, recentemente eletto al suo secondo mandato, il professor Ivan Tognarini e Bruno Manfellotto, direttore del quotidiano Il Tirreno, che ha condotto abilmente sui binari dell’attualità e della cronaca gli interventi dei relatori.
Anselmi, Manfellotto, Martini e Tognarini.
L’iniziativa ha avuto luogo nella centralissima piazza Verdi, sotto una tensostruttura allestita per l’occasione, e l’interesse che circonda l’argomento, insieme alla notorietà dei personaggi che hanno partecipato, ha portato in piazza circa 300 persone, che hanno spesso sottolineato i vari passaggi dei relatori con ripetuti applausi. Presenti tra il pubblico numerosi rappresentanti delle autorità locali, il consigliere regionale Andrea Manciulli e Paolo Benesperi, assessore della Giunta regionale uscente.
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“Un fatto di straordinario valore per la storia d’Italia, ma anche elemento caratteristico di una comunità, quella piombinese, che ha saputo esprimere e conservare nel tempo una forte tradizione di coesione sociale e aspirazione democratica”. Così ha definito il 25 aprile, nell’intervento di apertura, l’assessore Dell’Omodarme, che ha voluto sottolineare l’importanza di celebrare la Resistenza e la Liberazione come parti costitutive di una identità di lungo periodo, un patrimonio di civiltà su cui fondare il futuro: “Il ricordo è importante, soprattutto per rendere merito a coloro che hanno sacrificato la vita per la nostra libertà, ma dalla memoria dobbiamo partire per rifondare quotidianamente i valori del passato, trasmettere esperienze, condividere conoscenze: per questo l’amministrazione comunale continua ad investire in una memoria attiva ed intergenerazionale, con progetti rivolti alla scuola e attraverso la valorizzazione di strutture pubbliche, come l’Archivio storico. Democrazia, diritti e libertà non sono valori scontati, né cristallizzati nel passato: al contrario, il ruolo delle istituzioni è quello contestualizzare tali valori nella società attuale. Il programma che, insieme alla collettività locale, abbiamo preparato per il Sessantesimo è un esempio di questo impegno”.
“I valori dell’antifascismo sono nel nostro patrimonio genetico, ma dobbiamo tenere alta la guardia sul fronte della memoria, altrimenti questo patrimonio può assottigliarsi pericolosamente. I ragazzi sono sconcertati dei messaggi che ricevono, non sanno come stanno le cose: dobbiamo sforzarci di dare loro gli strumenti per capire. E soprattutto tenere dei punti fermi e condivisi: il 25 aprile è la conquista della Libertà per tutti, anche per chi lo contesta”.
Sul binomio storia ed attualità e sui tentativi di riscrivere la storia, Manfellotto ha quindi portato l’intervento dello storico della Medaglia d’Oro, Ivan Tognarini, chiamato ad esprimere il suo parere sulla tesi che interpreta le stragi naziste contro civili in chiave di rappresaglia, addossandone la “responsabilità” ai partigiani e sulla proposta di legge tesa ad equiparare i repubblichini ai combattenti della Resistenza. «Non si può ridurre ad una questione di vendetta, ma di giustizia e verità – ha commentato Tognarini – questi sono i criteri ai quali dobbiamo ispirarci nel distinguere chi ha combattuto per la libertà da chi si trovava dalla parte sbagliata. E se il rispetto va a tutti i morti, di entrambe le parti, non è proponibile tra partigiani e repubblichini una parificazione sul piano dei valori, che erano e restano diversi».
“Celebriamo il 25 aprile perché ci ha consegnato un’idea di patria, di libertà riconquistata e di democrazia: in quella straordinaria stagione della nostra storia nascono il senso di appartenenza al territorio e alle istituzioni, valori politici che siamo orgogliosi di rappresentare”.
Il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi ha iniziato il suo intervento parlando dell’iniziativa che il prossimo 26 aprile lo porterà nelle scuole medie e superiori, per consegnare a 2.000 studenti piombinesi una copia della Costituzione italiana. “Gli dirò di leggerla – ha risposto Anselmi sollecitato da Manfellotto sul rapporto tra giovani e memoria – troppo spesso si arriva alle soglie dell’età adulta senza capire cosa sono le istituzioni e quale ruolo hanno. Noi abbiamo la responsabilità di agire, superare la difficoltà di fare uscire i ragazzi dal loro guscio. Per questo li andiamo a cercare, li coinvolgiamo attraverso le loro associazioni, li incontreremo nelle scuole per presentare loro il patto fondante dell’Italia e degli italiani, una pietra miliare della nostra storia, la resurrezione del Paese alla democrazia, che oggi viene messa in discussione. Con noi ci saranno anche i rappresentanti del comitato Salviamo la Costituzione, che si è costituito a Piombino. La storia novecentesca è una parte fondamentale della nostra identità, saranno proprio valori come senso civico e coesione sociale le leve che ci consentiranno di affrontare le sfide che abbiamo di fronte e superare le difficoltà del presente”. Il Sindaco ha voluto pubblicamente ringraziare gli ospiti ed in articolare il presidente Martini, che negli ultimi giorni è stato molto vicino alla città, in occasione dell’incidente allo stabilimento La Magona. “Quello con la Regione è un rapporto al quale l’amministrazione tiene moltissimo – ha detto il Sindaco, spiegando che Piombino si rivolge alla Toscana come ad un esempio di valorizzazione del passato in chiave moderna. “La Regione ha saputo esprimere grandissima modernità, anche in occasione della stesura del nuovo Statuto. Piombino intende collocarsi nella sua scia, anche con atti specifici come l’istituzione del registro delle unioni civili e l’inserimento di un rappresentante degli immigrati in Consiglio comunale”. Anselmi ha rivolto un ringraziamento anche al professor Tognarini, “al quale la città sarà sempre grata per la Medaglia d’Oro”. E proprio in virtù del massimo riconoscimento al Valor militare, attribuito a Piombino nel 2000, oggi il Sindaco sarà a Roma per la celebrazione del Sessantesimo con il Presidente della Repubblica. Il Sindaco è poi tornato sul programma locale, al quale si è voluto conferire “la massima ufficialità ma anche il carattere di una festa, dedicata ai reduci ed alle associazioni d’arma e combattentistiche”.
“Se siamo qui, oggi, a discutere e a preoccuparci, è perché c’è stata la Resistenza, la reazione del popolo, la lotta dei partigiani: la più bella manifestazione che possiamo fare, per onorare il 25 aprile, è difendere la loro e la nostra Costituzione”.
Ma è davvero così pericoloso ritoccare la Costituzione? La domanda provocatoria è stata rivolta dal noto giornalista al presidente della Regione Claudio Martini, che ha parlato di Liberazione in chiave europea, contro il revisionismo e in nome di un riconquistato senso dello Stato. “Negli ultimi anni la celebrazione del 25 aprile aveva perso parte del suo significato: oggi qualcosa è cambiato, si vive questo appuntamento in modo più personale ed attento. Una riscoperta che riguarda anche tutta una serie di altri documenti, eventi e simboli fondamentali della democrazia. Anche nella recente campagna elettorale – ha dichiarato Martini, che ha voluto ringraziare gli elettori piombinesi per il contributo dato all’avvio della nuova legislatura – si è chiaramente avvertito un moto di ribellione consapevole nei confronti della riforma federalista e costituzionale intrapresa dallo Stato”. Martini è entrato poi nel vivo della questione, chiarendo il suo opensiero. “C’è una parte della Costituzione che non si può modificare ed è la prima. Sulla seconda parte, non esiste una preclusione di principio, purchè le modifiche avvengano nel quadro di una discussione partecipata e qualificata, in relazione ai cambiamenti che si sono verificati nella società, così come è già avvenuto in passato, per renderla ancora più utile e vicina alle esigenze dei cittadini. Anche la Regione, dopo trent’anni, ha modificato in questo senso il proprio Statuto, lasciando intatti i suoi cardini fondamentali. Beninteso: non ritengo che questo processo sia così urgente, in fondo la nostra Costituzione ha poco più di 50 anni, cosa dovremmo dire allora di quella americana, che è la stessa da tre secoli?”. Il problema naturalmente è tutt’altro che semplice: “Purtroppo il tentativo di riforma messo in atto non va nella direzione di un aggiornamento, funzionale allo sviluppo ed al progresso del Paese, bensì mira a snaturarne gli equilibri e lo fa in forma esplicita, come a proposito del rapporto tra i massimi livelli dello Stato, con la diminuzione dei poteri del Presidente della Repubblica a vantaggio di quelli del Presidente del Consiglio. Modificare l’impianto stesso della Costituzione non è cosa che si può fare a cuor leggero, né a colpi di maggioranza. Se il progetto andasse avanti, farebbe venire meno la sua caratteristica fondamentale, vale a dire il larghissimo consenso sul quale si fonda: tutte le forze politiche dell’arco costituzionale si riconobbero in essa, che è la Costituzione di tutti gli italiani. Questa proposta non ha il consenso preliminare unanime delle forze politiche, né delle regioni: dalla riforma non nascerebbe la nuova Carta costituzionale degli italiani, ma solo di una parte. Credo che l’invito a fermarsi e ragionare sia quanto mai opportuno. Pensiamo inoltre a cosa succederà se la maggioranza imporrà comunque le altre due votazioni necessarie per l’approvazione: in quale situazione si troverà il nuovo Governo e il Paese stesso, anche di fronte alla comunità internazionale, all’indomani delle elezioni del 2006? Ecco perché il 25 aprile è importante, non solo per ricordare ma anche per spingerci a guardare avanti. E’ una data in cui rinnovare l’impegno per la difesa della Costituzione: diritti come pace, istruzione, salute, lavoro non possono essere messi in discussione, ma restare vivi e in una nuova dimensione europea. Sarebbe infatti un errore indebolire l’Europa, nel momento in cui le grandi potenze mondiali rafforzano le loro posizioni”. Martini è poi tornato sul tema del revisionismo, dichiarandosi “indignato e preoccupato” di fronte ad atti, come la proposta di legge per la parificazione di repubblichini e partigiani: “Sono piccoli ma seri segnali – ha detto a questo proposito – come se con un piccolo grimaldello si volessero in realtà demolire i pilastri della Repubblica. A questi pericoli si deve opporre una reazione culturale forte e decisa, altrimenti tutto diventa indifferente”. Il presidente ha rivolto inoltre un appello alle istituzioni e ai responsabili dell’ordine pubblico, “affinché venga attuata una straordinaria vigilanza sull’attività di organizzazioni di matrice xenofoba e neofascista, come Forza Nuova, e non ci sia né sottovalutazione, né accondiscendenza verso qualunque tipo di manifestazione verbale o azione che sia in chiara contraddizione con la Costituzione: lo chiediamo da Piombino, Medaglia d’Oro e lo chiederemo da tutte le città della Toscana”.
E parlando di identità e memoria, a conclusione dell’incontro, l’amministrazione comunale ha voluto donare ai suoi ospiti due preziosi volumi, in ricordo della serata: al Presidente Martini è stato consegnato il libro Leonardo a Piombino, a cura di A.Fara; mentre per il Direttore del Tirreno la scelta è caduta sulla Storia di Piombino, di Licurgo Cappelletti.