PENSIERI E PAROLE IN OMAGGIO A ELVIO NATALI
In occasione della mostra “Omaggio ad Elvio Natali” aperta nel chiostro di Sant’Antimo a Piombino fino al 7 luglio (orario 18-19,30 e 21-23) pubblichiamo un ricordo di Andrea Panerini su questo importante autore e poeta scomparso.
Ricordiamo inoltra la serata di martedì 5 luglio alle 21 organizzata dal Circolo culturale Sant’Antimo con il patrocinio del Comune di Piombino, nel chiostro della concattedrale di Sant’Antimo dal titolo “Lo sguardo e la parola” in omaggio e ricordo del professore Elvio Natali alla quale interverranno don Pier Luigi Castelli, Luigi Alberto Mascia, Cristina Bernazzi e Fabio Canessa.
«Nell’avvicinarsi di una manifestazione in ricordo di Elvio Natali sento la necessità di esprimere un ricordo personale di questo poeta spesso sottovalutato. (…)
Così va la vita – verrebbe da dire con amarezza – e sicuramente non è un caso nuovo. L’intellettuale non considerato in vita e poi commemorato spesso a sproposito dopo la morte senza nemmeno avere reale conoscenza del suo spessore umano ma soprattutto intellettuale. Fatta questa doverosa premessa, credo debba fare degli accenni alla statura personale e poetica di Elvio Natali. Un poeta tutto da scoprire.
Non bastano sicuramente le due raccolte poetiche e la bellissima traduzione delle Georgiche di Virgilio per poter giudicare in maniera compiuta il suo corpus poetico inedito ricco di centinaia di liriche senza contare le traduzioni dal latino e dal greco (spero sempre di riuscire a favorire la pubblicazione delle sue traduzioni dei lirici greci dal sesto al quarto secolo a.C. in quanto sublimi), gli scritti epistolari e molti altri tesori che attendono di essere scoperti nello studio della sua casa fiorentina, vicina alle Cascine.
Speriamo che qualcuno dei suoi attuali incensatori si ricordi poi di favorire la diffusione della sua opera e che non si limiti a tante belle chiacchere.
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Un poeta spesso oscurato. Forse perché cattolico? Me lo sono chiesto spesso – io che sono cattolico in maniera molto diversa dal professore – e la risposta era che forse il suo sentire religioso riusciva spesso scomodo. Scomodo anche per alcuni settori religiosi. Scomodo per i politici, seppur non sia mai intervenuto direttamente negli affari civili (anche se con la significativa eccezione della sua singolare conferenza sulle Considerazioni di un apolitico di Thomas Mann, era il 2001 se non mi ricordo male) a differenza del suo amico Mario Luzi.
Elvio Natali era comunque una persona che non discriminava mai. Esponeva i suoi punti di vista. Esteticamente era crociano e se ne discuteva. Aveva le sue idee in materia di morale e di religione. Raramente ho trovato persona più aperta e più stimolante per un dibattito culturale. Per me è stato un onore aver potuto godere della sua amicizia e della sua stima in vita senza dover ricorrere a operazioni postume. Così come lo ricordano altre persone che forse non assurgono agli “onori” dei media ma che silenziosamente hanno sempre lavorato per la cultura e continuano a lavorare perché la memoria di un grande intellettuale non si disperda in vani discorsi ma si consolidi in lavori culturali seri e duraturi.
Ovunque tu sia, caro professore, la tua persona e i tuoi scritti rimarranno sempre con noi».
Andrea Panerini