RIMIGLIANO: PACE A SAN VINCENZO, MA NON IN PROVINCIA
Le forze politiche che sostengono la giunta Biagi sembrano ormai aver trovato l’accordo sull’avvio del procedimento per la Tenuta di Rimigliano, per cui entro pochi giorni, sarà convocato un consiglio comunale straordinario per dare l’avvio alle procedure della variante ma contemporaneamente un interpellanza in provincia di Livorno pone nuovi dubbi su questa operazione edilizia nell’area naturalistica di Rimigliano.
A San Vincenzo, dopo la Margherita, anche lo Sdi ha dato il via libera alla decisione. Entrambi i partiti hanno apportato al documento iniziale del sindaco Biagi alcune integrazione e fissato alcuni “paletti” per contenere e chiarire, le richieste della proprietà. Per Berrighi e Biagi sicuramente il primo scoglio è stato superato ma i problemi restano in quanto l’accordo raggiunto si presta a diverse interpretazioni che molto probabilmente riemergeranno durante l’iter del procedimento.
Quasi contemporaneamente l’urbanizzazione della tenuta di Rimigliano sbarca in Provincia per iniziativa del consigliere di Rifondazione comunista, Graziella Pierfederici, che ha presentato un’interpellanza urgente rivolta al presidente Giorgio Kutufà, al presidente del consiglio provinciale, Franco Franchini e agli assessori Rocco Garuffo, Annamaria Marocco, Maurizio Scatena e Marcello Canovaro.
Pierfederici nelle sue considerazioni su Rimigliano sostiene tra l’altro che «i 650 ettari di macchia mediterranea lungo il litorale che va da San Vincenzo a Piombino stanno per essere investiti da una speculazione edilizia miliardaria», e pone una serie di domande: «La Provincia intende agire per far rispettare il parere della Soprintendenza che ha espresso con una nota del 5 dicembre del ’98, ribadita successivamente, l’assoluta incompatibilità con l’ambiente di qualsiasi nuova edificazione nell’area di Rimigliano? Come si concilierebbe un eventuale campo da golf con la carenza idrica della Val di Cornia?». E conclude chiedendo «garanzie sul futuro agricolo della tenuta, il mantenimento dell’apertura al pubblico delle spiagge della zona, l’inserimento nell’Anpil della tenuta, lo sviluppo, in luogo delle seconde case, dell’agricoltura e di attività turistico-ricettiva legata all’agricoltura».