BERTINOTTI: «OK LE PRIMARIE, MA PIU’ PARTECIPAZIONE»
Primarie e partecipazione. Non sono ancora un programma, ma le due parole d’ordine per un buon inizio. Almeno così è parso ai tanti giovani che il 25 luglio hanno assistito all’incontro con Fausto Bertinotti, segretario del Prc, Vannino Chiti (Ds) e Paolo Nerozzi (Cgil), nella sala dibattiti di Zion2005, il campeggio studentesco organizzato da Udu, Uds e Mutua studentesca all’interno del Parco della Sterpaia (Piombino).
Vannino Chiti e Fausto Bertinotti a Zion 2005.
Le primarie come strumento per riavvicinare la gente alla politica, per battere Berlusconi alle elezioni del 2006. Ma non solo. «Se vinci, – ha detto Bertinotti – hai solo creato le condizioni per potere governare: per cambiare il Paese devi investire nella partecipazione». A partire dal programma, che, come ha sottolineato Vannino Chiti, «sarà scritto a più mani, dai partiti, dai movimenti, dai cittadini, nel corso di un’assemblea nazionale».
Ma quali saranno i punti centrali del programma del centrosinistra? Innanzitutto, la formazione. Per Chiti «occorre subito contrastare gli effetti devastanti della riforma Moratti». Come? Attraverso l’innalzamento dell’obbligo scolastico e la formazione permanente. Ma soprattutto attraverso maggiori investimenti nella ricerca e nell’università per sollecitare l’avvio di uno sviluppo di qualità. Il problema della formazione, poi, si lega a doppio filo con quello del mercato del lavoro. «C’è un nesso inscindibile tra quel monumento ala precarietà che è la legge 30 e il tentativo della Moratti di ricostruire una società classista – ha detto Bertinotti – Per questo occorre ribaltare il modello Berlusconi, che punta sull’aggressività delle imprese, riduce il costo del lavoro e aumenta la flessibilità». Per il leader del Prc, le imprese dovranno investire di più in ricerca e innovazione, «utilizzando quei fondi che in questi ultimi anni sono serviti a creare immense e sterili rendite».
Nel dibattito sul programma, infine, entra in gioco il rapporto tra i partiti del centrosinistra e i sindacati. “Come è difficile essere critici nei confronti di un governo ‘amico’”, ha detto in tono scherzoso Bertinotti rivolgendosi a Nerozzi. “Non c’è da preoccuparsi, anche con un cambio di governo le nostre rivendicazioni andranno avanti. E gli scioperi ci saranno”, è stata, in chiusura, la risposta del segretario nazionale della Cgil.