BARATTI: NOTTE DI LUCE AL PARCO ARCHEOLOGICO
Luci sulla necropoli delle Grotte. Terminati i lavori di conservazione, torna visitabile il suggestivo complesso di tombe scavate nella roccia, nel Parco archeologico di Baratti e Populonia. S’intitola “Notte di luce” il viaggio alla scoperta della ritrovata necropoli delle Grotte, venerdì 9 settembre, dalle ore 19, con ingresso libero.
Un percorso a tappe, lungo la via delle cave, nel cuore del parco archeologico, per scoprire i lavori di conservazione e godere dell’incanto di un paesaggio senza tempo, accompagnati dai rulli di tamburi e le danze di flauti del gruppo musicale Synaulia, in concerto alle ore 21, proprio nella suggestiva cornice della necropoli.
All’inaugurazione, cui seguirà un buffet, saranno presenti Angelo Bottini, ex Soprintendente archeologo della Toscana, Giuseppina Carlotta Cianferoni, attuale Soprintendente archeologa reggente, il responsabile del procedimento Luciano Marchetti il coordinatore alla progettazione e direttore lavori Emanuele Masiello, Gianni Anselmi, Sindaco di Piombino, Ovidio dell’Omodarme, assessore alla cultura di Piombino, Massimo Zucconi, presidente Parchi Val di Cornia. L’evento è reso possibile grazie all’impresa CPF Costruzioni di Firenze, che ha realizzato l’intervento, e alla ditta Tosi Impianti di Venturina che ha curato l’illuminotecnica.
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Il restauro.
L’intervento, effettuato dalla Soprintendenza archeologica della Toscana, ha permesso di realizzare un efficace sistema di drenaggio delle acque meteoriche, in modo da contenere i dannosi effetti derivanti dalle piogge che si abbattono sulla necropoli. Infatti, la parete di roccia in cui sono state scavate le tombe, costituita da calcarenite, detta pietra panchina, è molto friabile e tende a degradarsi facilmente sotto l’azione di scorrimento dell’acqua. E’ stata inoltre eseguita la pulitura delle pareti rocciose che circondano la cava, oltre al rifacimento della staccionata di protezione della parete monumentale, alla revisione delle canalette di scolo lungo il percorso di accesso al sito e nell’area circostante, alla decespugliatura di piante dannose per la conservazione della pietra, alla pulizia generale dell’area.
Infine, una suggestiva illuminazione della parete monumentale di cava e lungo il percorso di accesso al sito. Alcuni saggi di scavo archeologico, inoltre, hanno permesso di riportare alla luce e rendere visitabili tre tombe a sarcofago, situate vicine a una rinvenuta in precedenza, e facenti parte, verosimilmente, di un nucleo sepolcrale utilizzato nell’ambito dell’attività di cava.
Il restauro e la risistemazione del sito archeologico delle Grotte di Populonia sono stati possibili grazie all’Accordo di Programma-Quadro tra Stato e Regione Toscana, finanziato con i proventi del gioco del lotto, che ha assegnato alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana parte dei fondi disponibili. Lavori che si inseriscono nell’ambito di un programma organico e integrato d’interventi di ricerca, consolidamento e fruizione del patrimonio archeologico dell’area. Tra questi le ricerche archeologiche sull’acropoli di Populonia, coordinate dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana e da un team di università (Siena, Roma La Sapienza, Roma 3, Pisa, Firenze, Venezia) volte a arricchire le conoscenze sulla città antica e ampliare l’offerta del parco. È grazie a queste attività, che proseguiranno fino al 2006, con i fondi del Comune di Piombino e della Ce, che la Parchi Val di Cornia ha potuto progettare e sta attuando l’ampliamento del parco archeologico alla zona dell’acropoli e al monastero medievale di san Quirico.
Lo scenario delle Grotte.
Un fronte di alcune decine di metri in coltivazione, con blocchi appena squadrati ma non ancora estratti in uno dei periodi di massimo splendore di Populonia, nel IV secolo a.C, riportato in luce durante gli scavi a cavallo tra il ’97 e il ’98. Gli ultimi blocchi, squadrati ma non staccati dalla montagna, sembrano ancora aspettare i cavatori di venticinque secoli fa. Sul fronte opposto, il vero gioiello, una parete di roccia panchina con due piani di sepolture, a camera ipogea, scavate in età ellenistica. Di tutte le sue tombe saccheggiate dai tombaroli che non esitarono a scavare un tunnel nella roccia per poterle raggiungere, se ne salvò solo una, la più bassa, dove vennero trovate le ceneri di una donna patrizia con tutto il suo corredo funebre in gioielli e suppellettili, oggi visibili al Museo archeologico del territorio di Populonia, a Piombino.
Flauti etruschi in concerto.
I suoni di tibiae, tympanum, cymbala – proprio quelli che si potevano sentire 2000 anni fa – nelle musiche di Synaulia, in concerto nell’esclusiva cornice della necropoli delle Grotte, venerdì 9 alle ore 21. Uno spettacolo a ingresso libero, in cui il gruppo, diretto da Walter Maioli, ricercatore musicale di fama internazionale e pioniere nel campo dell’archeoacustica, archeologia e musica , propone un repertorio originale di suggestioni sonore dell’antica Roma, attraverso gli antichi strumenti musicali opportunamente ricostruiti. Attraverso reperti archeologici, oggetti, rappresentazioni figurate e fonti letterarie dell’epoca, infatti, Synaulia identifica gli strumenti musicali impiegati dagli antichi romani, ma anche le combinazioni fra i diversi strumenti, le descrizioni sulle tecniche strumentali, sulla musica e le sue funzioni e le occasioni in cui si ascoltava.