GESTIONE DELL’ACQUA, NE RIDISCUTANO I CONSIGLI COMUNALI
La Rete del Nuovo Municipio – l’associazione nazionale di enti locali, movimenti e istituti di ricerca che opera per la promozione della democrazia partecipativa, e alla quale hanno aderito tra gli altri anche i Comuni di Suvereto, Campiglia e Follonica – interviene sulla gestione del servizio idrico e chiede che ne ridiscutano i consigli comunali, in modo da assicurare ai cittadini un servizio migliore e pubblicamente garantito sulla base della Carta del Nuovo Municipio approvata dagli stessi consigli comunali, che riconosce il ruolo pubblico nella produzione e gestione dei servizi e dei beni fondamentali.
«È ormai evidente – commenta l’associazione – che il cambiamento di gestione del servizio idrico ha determinato una forte insoddisfazione tra i cittadini e gli enti locali: il processo di esternalizzazione e in parte di privatizzazione ha allontanato le gestioni dai territori e indebolito il ruolo di programmazione e controllo da parte dei Comuni; queste perdite non risultano peraltro compensate dall’economicità e dall’efficienza delle nuove gestioni, che invece sono diventate mediamente più costose per i cittadini e meno pronte all’intervento sul territorio, perfino inefficienti dal punto di vista amministrativo, come dimostra la vicenda delle bollette esose e sbagliate.
I comuni – -continua la Rete del nuovo Municipio – si sono così ritrovati a dover far fronte al giusto e diffuso malcontento della cittadinanza senza avere tra le mani le leve adeguate per incidere sul miglioramento delle gestioni e la modulazione delle tariffe, nonostante l’apprezzabile intervento di alcuni sindaci.
Come è noto sono state raccolte in tutta la Regione decine di migliaia di firme per la presentazione al Consiglio regionale della proposta di legge per la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico. A differenza delle privatizzazioni, che sono state calate dall’alto, la proposta di legge regionale d’iniziativa popolare è il frutto di un percorso partecipato e mira alla valorizzazione del ruolo pubblico nella programmazione ed a promuovere un modello innovativo e più equo di gestione dell’acqua».
Nel luglio scorso la Rete del Nuovo Municipio con una lettera ai sindaci e ai presidenti dei consigli comunali, firmata dal coordinatore del Nodo Toscano Rossano Pazzagli (che già da sindaco di Suvereto era stato critico verso il processo di concentrazione del servizio idrico, lasciando anche il cda dell’ATO), ha invitato i Comuni aderenti ad esaminare la proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato della Regione Toscana, “portandola all’attenzione del Consiglio comunale, in modo che possa essere discussa e sostenuta con l’approvazione di un apposito ordine del giorno, anche con riferimento alla specifica situazione locale.” Anche la vicenda della cattiva gestione delle bollette e dei conseguenti disagi che i cittadini sono costretti a subire è una ulteriore occasione perché i consigli comunali si occupino dell’intera questione della gestione dell’acqua, che non è una merce, ma un bene comune e un diritto fondamentale di tutti.