CLIENTELISMO, IGNORANZA E MEDIOCRITA’ I MALI D’ITALIA
Pubblichiamo questo testo di Alessandro Maria Fucili che fà un analisi della situazione Italiana (ma che ben si addice anche alla Val di Cornia) sulla mancanza di meritocrazia e sull’eccesso di «raccomandazioni» che hanno portato ad un punto di stallo il funzionamento politico ed economico del nostro paese.
L’Italia sta agonizzando , da anni, vittima di un veleno che ingurgita con regolarità e con compiacimento. L’Italia sta azzerando in una manciata di decenni, la propria storia e cultura umanistica. L’Italia sta issando sulla sua vetta più alta la bandiera della MEDIOCRITA’.
Vivo in una bellissima regione del centro Italia, la Regione Marche, e assisto alla lenta degenerazione morale della classe politica locale . E vedo come essa rifletta esattamente il trend, il percorso nazionale. La Regione Marche come l’Italia e l’Italia come ogni sua regione hanno abdicato alla assoluta, totale mediocrità, al clientelismo, alla incompetenza, all’arroganza, alla truffa, alla prevaricazione.
Ma molti di questi termini sono sconosciuti ai non italiani: ad esempio il termine “raccomandazione” (che per un italiano è vocabolo oltre che uno stile di vita di uso quotidiano) è assolutamente sconosciuto ai paesi di matrice anglosassone.
Impensabile infatti, per questi osservatori , che il sistema del reclutamento del personale, o peggio l’avanzamento di carriera in amministrazioni pubbliche e private, persino nelle carriere universitarie, non sia quello meritocratico o della competenza, ma solo quello di essere figlio di, amico di, oppure di averla data al capo ufficio di turno.
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Negli ultimi anni abbiamo visto pubblici amministratori e sindacalisti italiani formare e preparare schiere di raccomandati (parenti ed amici) e spargerli in tutti i rivoli e ruscelli delle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e nei consigli di amministrazioni di aziende e società: li vediamo candidarsi a qualsiasi competizione elettorale e quindi sedere le poltrone di comando. Vediamo gli inetti più incapaci fare i consulenti dei Servizi alla Persona (servizi sociali) in molti comuni.
Ormai l’unica selezione meritocratica è quella dell’idiota: meno capisci , più potere avrai e più guadagnerai.
Tra dirigenti di servizio con incarichi da 50.000 euro , ed ai quali non affiderei un cesso pubblico, e vari Garanti Regionali altrettanto mentecatti che pigliano 100.000 euro dei poveri soldi pubblici italiani, il Bel Paese si trova amministrato da persone con un cervello sviluppato solo per riconoscere chi sarà il nuovo padrone al quale genuflettersi e leccare il culo.
Non esiste più una differenziazione in destra , sinistra o centro per la politica italiana: non esiste più un’ideologia, uno slogan da urlare con convinzione.
Esiste solo un grande unico modo di essere arrivista, speculatore e contrarre interessi privati e personali con la cosa pubblica.
Per questo anche Silvio Berlusconi, e dopo di lui Romano Prodi , Piero Fassino o Francesco Rutelli che sia, non potranno risollevare le sorti di un’Italia gettata sul lastrico da un abitudine mortale: la mediocrità a tutti i livelli.
Tangenti, corruzione, evasione fiscale sono all’ordine del giorno: tanto anche molti processi sono pilotati e , comunque, alla fine per vari motivi assolutamente legali, si archivia sempre tutto.
Anche il sistema industriale fa acqua da tutte le parti: non si investe mai nell’azienda, ma si pagano le società che fanno certificazioni di qualità per dare verginità ad aziende (vedi Parmalat , Fiat, Alitalia) che sono fallite e morte già da anni, ma che conviene far sopravvivere, tanto i debiti contratti non verranno mai onorati.
Anche le Banche, ora, utilizzano il medesimo sistema: non hanno capitali o affidabilità e allora le scalate le vincono patteggiando prima a tavolino.
E poi c’è quel fenomeno pomposamente denominato “indotto” dell’industria: una miriade di garage e scantinati privati, dotati di vetusti macchinari, e che realizzano o assemblano un componente di un prodotto più complesso, per poi consegnarlo alla Ditta assemblatrice.
Una miriade di lavoratori in nero, precursori delle famiglie di cinesi che dagli anni ’90 vengono stipati a decine nei sotterranei di mezza Italia.
Un indotto di persone che sulla carta non esistono se non con azzardate statistiche che vogliono per ogni lavoratore dipendente , un altro impiegato nell’indotto dello stesso.
Il tutto senza un riconoscimento ufficiale, ma sotto gli occhi di tutti anche delle autorità..
Anche per questo aspetto del “nero”, dell’illegale, chiamato tecnicamente e più delicatamente “sommerso”, si abbattono i costi di produzione. Solo per questo motivo ancora alcuni settori produttivi italiani non hanno subito l’urto cinese, che si è abbattuto inclemente già dall’estate 2005.
L’investimento nelle aziende, in tecnologie ed in risorse umane è sempre al minimo, se non del tutto inesistente.
Dal 2000 molti industriali e persino le Università, lamentano la “fuga di cervelli” dall’Italia, senza aver mai evidenziato a quali misere condizioni lavorative costringevano quei “cervelli”. E questo succede in tutta Italia, anche per la ricerca.
Peccato che oramai giunti al 2006 , la crisi abbia sfondato le porte anche di queste graziose terre, e senza grossi problemi si potranno ridurre alcune decine di migliaia di posti di lavoro, potendo così non far figurare le altre migliaia dell’indotto che, “non esistendo”, non creeranno statistica e quindi non denunceranno la reale situazione di grave crisi.
La vocazione rurale, e lo stretto legame al territorio fanno comunque del Bel Paese una terra affascinante sotto il profilo paesaggistico e turistico.
Clima ideale per 12 mesi l’anno, con una vicinanza tra mare colline e montagne invidiabile e completa, con inestimabili gioielli artistici ed archeologici, con rocche, castelli e borghi tutti da scoprire ed apprezzare nella loro semplice purezza.
Anche l’agricoltura, e le produzioni eno-gastronomiche hanno risentito, positivamente, della passione e della fierezza contadina.
Vini tra i migliori al mondo, e piatti che spaziano dai frutti del mare, al pesce piccolo d’adriatico, dalle minestre contadine ai primi di carne e pasta all’uovo, per finire nelle carni cotte e rosolate in mille modi e maniere.
Nulla manca a questa terra per affascinare, nulla manca.
L’Italia ha una metastasi diffusa di diversi e terribili tumori: corruzione, clientelismo, incapacità, incompetenza ed arroganza.
Restano, ancora, le sue meravigliose vestigia di storia, arte, cultura, e le sue bellezze naturali così diverse e complesse.
Fino a che qualche inetto non decida di metterci le mani e sporcare anche quelle.
Alessandro Maria Fucili
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