PIOMBINO: COKERIA, L’INQUINAMENTO RESTA ALLA 27 FORNI
Lunedì 3 ottobre i risultati dell’indagine di osservazione della cokeria da parte dell’Arpat saranno portati all’attenzione della IV commissione del consiglio comunale di Piombino, per l’occasione allargata ai capigruppo. I dati che riguardano soprattutto la batteria da 27 forni sono deludenti ed evidenziano, inoltre, una sostanziale inosservanza dell’ordinanza emessa dal sindaco il 17 giugno scorso. Ci sono ben 18 sportelli che presentano perdite visibili, fughe che contribuiscono dunque ad innalzare il valore degli Ipa dispersi nell’ambiente.
I dati della produzione, sia della 45 forni che della 27, non corrispondono alle tabelle di marcia imposte nell’ordinanza. La 45 forni, che ha ancora il 9% delle porte non funzionanti, avrebbe dovuto produrre all’80% della sua capacità e invece si è attestata sul 90%. La 27 forni ha continuato a produrre per il 67%, contro il 60% consentita dalle condizioni delle porte. Qualche miglioramento – ammette l’Arpat – c’è stato sulla 45 forni. Poco o nulla è stato fatto sulla batteria più vecchia, che oltre alle porte dei forni malridotte, presenta «fessurizzazioni nel refrattario delle celle, con peggioramento della qualità dell’emissione». La situazione – concludono gli stessi tecnici dell’Arpat – non è dunque molto diversa da quella riscontrata prima dell’ordinanza del 17 giugno. E questo nonostante la maggiorazione delle squadre impiegate dalla Lucchini per cercare di tamponare manualmente le fughe dalle porte durante le operazioni di caricamento delle celle.
Una situazione, quella descritta dall’Arpat, che sembra lasciare poche chance al sindaco Gianni Anselmi e all’assessore provinciale all’Ambiente Rocco Garufo. Il primo aveva detto chiaramente, in un’intervista al nostro giornale del 7 agosto, che se non ci fossero stati miglioramenti, per la 27 forni «potremmo chiedere alla Provincia la revoca dell’autorizzazione al funzionamento». Posizione qualche settimana dopo ribadita da Garufo. Comune e Provincia sembrano voler ancora marciare in pieno accordo. Il sindaco potrebbe usare le sue prerogative per imporre uno stop alla produzione alla 27 forni, con la messa a riscaldo e subito dopo seguirebbe una diffida della Provincia. Alla Lucchini sarebbe concesso un periodo ragionevole di tempo per adeguare l’impianto, dopo di che potrebbe scattare la sospensione dell’autorizzazione all’esercizio.