MPS VINCE IL PREMIO PER LA MIGLIORE CAMPAGNA SOCIALE 2005
È andato alla campagna pubblicitaria di Monte dei Paschi di Siena “Le persone contano più dei numeri” il Premio San Bernardino 2005, riservato alla miglior campagna di comunicazione sociale dell’anno.
Ad assegnare il riconoscimento è stata una commissione composta da docenti universitari, studiosi ed esperti di comunicazione riunitisi sabato 22 ottobre a Massa Marittima (GR) nel corso del convegno “Pubblicità e responsabilità sociale”.
Il concetto creativo dello spot vincitore, ideato dal direttore creativo della JWT Pietro Maestri, dall’Art director Cristiana Boccassini e realizzato dal regista Paul Vos della casa di produzione Movie Manager, oltre a consolidare i canonici valori di marca, punta sulla centralità della persona – sia dei clienti che dei dipendenti – come tratto distintivo dell’istituto senese. La campagna pubblicitaria è stata premiata in quanto, attraverso un visual d’impatto, riesce a fornire un’ulteriore testimonianza del profondo sistema di valori che contraddistingue l’operato di questa azienda.
A ritirare il prestigioso riconoscimento, intitolato a San Bernardino patrono dei pubblicitari e nativo di Massa Marittima, oltre a Diego Lifonti, responsabile dell’Area Comunicazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, Enzo Giacopinelli e Sean Becker, rispettivamente amministratore delegato e direttore clienti dell’agenzia J. Walter Thomson che ha dato vita allo spot MPS in gara.
Riconoscimenti speciali sono andati anche alla campagna “La carta che non taglia gli alberi” di Ecolucart, alla quale è andato il Premio innovazione e agli spot di Enel “Non c’è interruttore che possa spegnerlo – energia solare” ed Eni “Vi dedichiamo tutta la nostra energia”, ai quali è andato ex aequo il Premio incisività. Riconoscimenti di merito sono stati assegnati invece a Farmindustria, Aequa e Generali.
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Il riconoscimento, frutto della collaborazione fra la Diocesi di Massa Marittima – Piombino e il Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano, oltre a voler tener viva la memoria di questo Santo dalle grandi doti comunicative, è nato dall’esigenza di studiare la comunicazione etico-sociale, fenomeno con la quale le aziende, le associazioni e le istituzioni si devono confrontare nel decidere la propria strategia di comunicazione. “È dovere dell’università – ha affermato il professor Francesco Casetti, direttore del dipartimento di Scienza della Comunicazione e dello Spettacolo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – interloquire con iniziative come questa. La parte che ha preceduto la premiazione, l’analisi, è stata lunga ma produttiva. I criteri di selezione sono stati la creatività, l’impegno e la novità. Da parte mia l’invito è di fare tutti un passo avanti: la pubblicità è troppo importante per essere lasciata solo ai pubblicitari da una parte, o ai professori dall’altra”.
“Questo appuntamento – afferma monsignor Santucci, vescovo di Massa Marittima – Piombino – non è una riflessione sulla comunicazione in generale, ma un confronto tra creativi, pubblicitari e addetti ai lavori. Le relazioni arricchiscono la persona nel suo essere, costituendo l’elemento portante della comunicazione: la responsabilità di chi ha il compito di creare messaggi è importante, perché le persone hanno il diritto di essere rispettate nelle loro debolezze come nelle loro ricchezze”.
Toccante la testimonianza di Manuela Ronchi, manager che ha seguito a lungo la comunicazione per Marco Pantani: “non tutti reggono le pressioni e le responsabilità derivanti dalla popolarità. Marco è stato un eroe, una persona normale che riusciva a comunicare ed emozionava, con i suoi pregi e difetti. Ha scavalcato montagne, ma non ha retto l’impatto con la popolarità e con la responsabilità che il suo ruolo comportava ”.
Spiritoso e ricco di verve, come al solito, il contributo del conduttore televisivo Paolo Brosio: “Peccato che ai tempi in cui ero testimonial di un’importante azienda petrolifera ancora non esistesse il Premio San Bernardino, se no l’avrei di sicuro vinto io. Dodici giorni interi di riprese fianco a fianco con mia madre… più socialmente responsabile di così”.Ricca di spunti di riflessione anche la testimonianza di Lillo Perri, esperto di comunicazione, il quale ha mostrato al folto pubblico presente, una carrellata dei più significativi spot di comunicazione sociale degli ultimi anni.