CRISI ITALIA COLPA DELLE DELOCALIZZAZIONE NELL’EST EUROPEO?
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’associazione «Uniti per l’Italia».
«Mentre su tv e giornali si parla da settimane del programma televisivo di Celentano e del Cofferati diventato fascista, altre notizie molto più importanti passano come sempre in secondo piano. Solo piccoli trafiletti vengono dedicati alle notizie che dovrebbero invece rivestire intere prime pagine di giornali e notiziari. Su “Libero” di giovedì 27 ottobre è riportata a margine la gravissima notizia che il ministero delle Attività Produttive ha organizzato una missione in Moldova, assieme a quaranta imprenditori italiani, per la delocalizzazione nello stato ex-sovietico della loro produzione industriale. Ciò è davvero grave se pensiamo al momento di estrema crisi che la nostra economia sta vivendo proprio a causa dell’invasione di prodotti cinesi e alla delocalizzazione delle nostre industrie che sta provocando in tutta Italia licenziamenti a raffica.
E’ davvero immorale proprio da parte del Governo non solo non evitare questa “emigrazione di produzione” ma addirittura incentivarla! Tra l’altro leggendo le dichiarazioni del viceministro Urso di An (“faremo della Moldova la nuova Timisoara” – provincia romena ormai colonizzata interamente dalle imprese italiane) cresce ancor di più il nostro ribrezzo perché pensiamo a come sia stato abbandonato al suo destino il meridione d’Italia preferendo così l’estero.
Tutto ciò avviene proprio a pochi giorni dall’appello di Ciampi ad acquistare e tutelare il “made in Italy”. Allora ci chiediamo: la concezione che la classe politica ha del popolo italiano è così bassa che credono forse di prenderci tutti in giro?
Uniti per L’Italia vuole ricordare agli italiani che Ciampi appena un anno fa si recò in visita in Cina e nella occasione gli imprenditori che lo accompagnavano firmarono diversi accordi di produzione nel paese asiatico. Anche l’attuale presidente di Confindustria ha le mani mischiate nel calderone cinese. Gli appelli alla difesa del Made in Italy non possono perciò giungere da simili personaggi ai quali non interessa minimamente il tenore di vita attuale delle famiglie italiane, e contribuiscono quotidianamente ad annientare il sistema produttivo nazionale.
In Italia oggi la produzione è ai minimi storici proprio perché le grosse aziende, aiutate dal potere politico, vengono incentivate a produrre all’estero togliendo così risorse sia dalle casse dello Stato che dalle tasche dei cittadini».