PIOMBINO: IL TAR NON CONCEDE LA SOSPENSIVA ALLA LUCCHINI
Il Tar ha esaminato il ricorso, con la richiesta di sospensiva, presentata dalla Lucchini contro l’ordinanza del sindaco, che impone la fermata a caldo della cokeria entro il 6 gennaio se la fabbrica non si adeguerà a quanto prescritto nell’ordinanza stessa. «La salute pubblica è un diritto superiore sancito dalla Costituzione, che viene prima di qualsiasi interesse di natura aziendale ed economica». Con questa motivazione di grande rilievo il Tar ha respinto il 16 dicembre la richiesta di sospensione dell’ordinanza del sindaco del 6 ottobre, avanzata dalla Lucchini con l’ultimo ricorso.
Il pronunciamento del Tar, unico a livello nazionale, riconosce la priorità assoluta di un principio, il diritto alla salubrità ambientale e alla salute pubblica del cittadino. Il diritto dell’impresa a svolgere la propria attività è garantito soltanto se non è in conflitto con quello del cittadino a vivere in un ambiente sano. La decisione ha quindi dato torto alla Lucchini/Severstal che adesso dovrà adeguarsi e rispettare l’ordinanza del 17 luglio, con la quale il sindaco imponeva una riduzione delle produzioni di coke, ancorata al numero delle porte dell’impianto fuori servizio, quelle che ciò presentano ancora emissioni visibili.
Per il momento dalla fabbrica non sono ancora giunti commenti a questa importante notizia, ma se non ci saranno altri provvedimenti da parte dell’azienda, come un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, entro il 6 gennaio la batteria 27 forni dovrà essere “messa in riscaldo” e cioè mantenuta al minimo delle sue potenzialità, in attesa di un progressivo adeguamento dell’impianto alle migliori tecnologie disponibili. Una misura che rispetta la necessità di conservazione dell’impianto stesso, chiedendone una riduzione graduale della produzione, senza raggiungere lo spegnimento definitivo.
A convincere il Tar della fondatezza dell’ordinanza i dati scientifici forniti da Arpat e Asl che evidenziano l’obsolescenza dell’impianto e il persistente superamento dei limiti nelle emissioni.
“Non la consideriamo una vittoria – commenta il sindaco Gianni Anselmi – Chi lavora nell’interesse generale non può vivere questa esperienza come una competizione o peggio come un conflitto. La nostra è una strategia ben precisa, che non vuole rinunciare all’industria ma che vuole affermare al tempo stesso un ruolo più forte della città. Noi pensiamo al futuro della città e del territorio ma anche alla Piombino di questi anni che chiede cambiamenti radicali e non un atteggiamento conservatore. Occorre ribadire, in questo frangente così delicato, che la nostra non è una posizione anti-industrialista, ma che anzi siamo per una presenza industriale solida, improntata alla sostenibilità ambientale e in armonia con le impostazioni più avanzate di politica industriale. Quello cioè che vogliamo affermare è un industrialismo di nuova generazione che passi attraverso la modernizzazione ecologica della produzione. Questo è anche nell’interesse dell’azienda, e ci auguriamo che i suoi dirigenti condividano tali obiettivi .”