I SEGNI DI ELISA BONAPARTE NEL PRINCIPATO DI PIOMBINO
Incoraggiare l’agricoltura, le arti e il commercio, far rifiorire produzioni pregiate come quelle della seta, risanare il territorio. Con queste azioni di governo ispirate alle nuove scienze razionalistiche, Elisa Bonaparte, delegata dal fratello Napoleone al governo del piccolo principato di Piombino e del Principato di Lucca dal 1805 al 1814 insieme al marito Felice Baciocchi, avviò un periodo di cambiamenti che scossero la realtà locale, dopo l’immobilismo che aveva caratterizzato il governo assenteista dei Boncompagni Ludovisi.
Per illustrare i caratteri e gli effetti di questa politica riformatrice il Comune di Piombino, con l’archivio storico della città, inaugura venerdì 30 giugno al Castello una mostra dal titolo “I segni di Elisa. Scienza e governo del territorio nel Principato napoleonico” organizzata con il contributo della provincia di Livorno e in collaborazione con comune di Suvereto, Ente Valorizzazione di Suvereto, Centro Piombinese di Studi Storici.
L’esposizione è organizzata in quattro sezioni, la lotta contro il “grand marais” e la salute pubblica; per una nuova agricoltura: vigneti, alberi da frutto e piantagioni di cotone; manifatture per il Principato; viaggiatori alla scoperta del Principato.
Nel quadro di un territorio fortemente arretrato, largamente ricoperto da boscaglie e da paludi costiere e con un’economia essenzialmente cerealicola, il governo bonapartista si fece sentire, nonostante il breve periodo di dominio, con interventi mirati nel campo delle bonifiche, delle infrastrutture, con la realizzazione della “Strada Nuova” ora conosciuta come via della Principessa, della politica sanitaria con la costruzione del nuovo ospedale, cornici essenziali allo sviluppo delle attività umane, al rinnovamento dell’agricoltura e delle manifatture. In questo contesto Elisa rivelò dunque sorprendenti capacità di governo, riconosciute dallo stesso Napoleone.
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In mostra riproduzioni di documenti, foto e piante provenienti in massima parte dall’Archivio di Stato di Firenze e di Lucca, oltre che dall’archivio storico di Piombino, che illustrano bene l’introduzione di tutta una serie di innovazioni scientifiche tese a trasformare la natura per il progresso della collettività. In una delle sezioni al Castello è stata allestita anche la ripresentazione del “giardino di Elisa” la “Baciocca”, fatto costruire nel 1807 presso il palazzo di Cittadella. Un giardino che era anche un piccolo orto botanico per diffondere nuove e vecchie piante per migliorarne la coltivazione. Le piante arrivavano da Lucca, Pisa, Massa, da Marsiglia e in particolare dal giardino di Ajaccio. Da sottolineare come in questo periodo compaiano a Piombino, quasi sicuramente per la prima volta, piante esotiche ornamentali, come il gelso della Cina, la catalpa, il noce americano, la sofora giapponese, l’acero rosso ecc.
La mostra è accompagnata da un catalogo, pubblicato dall’editore Felici, con testi di Tiziano Arrigoni, Barbara Bacchelli, Giuseppe Battaglini, Giuliana Biagioli, Marisa Giachi, Emanuela Malvezzi, Angelo Nesti, Rossano Pazzagli, Leonardo Rombai, Paolo Emilio Tomei, John Stuart Woolf. Resterà aperta dal 30 giugno al 30 luglio presso i locali del Castello e sarà visitabile tutti i giorni dalle 18 alle 23. Per informazioni e approfondimenti è possibile consultare il sito Internet della mostra al seguente indirizzo: www.isegnidielisa.com.