LEGAMBIENTE: «PIU’ TRASPARENZA SU SAN SILVESTRO»

«Abbiamo letto – inizia il comunicato dell’associazione ambientalista – con attenzione gli interventi del sindaco di Campiglia in merito al parco di San Silvestro. Come Legambiente vogliamo contribuire alla discussione, dal momento che ci sta a cuore lo sviluppo di un progetto ormai realizzato come quello dei parchi della Val di Cornia.

a) Il parco di S. Silvestro non è frutto dell’esistenza della cava (come purtroppo abbiamo sentito affermare in alcune occasioni pubbliche), ma indiscutibilmente il risultato:

– delle scelte urbanistiche contenute, fin dagli anni 80, nei piani coordinati della Val di Cornia;

– della ricerca scientifica condotta su quei territori;

– degli ingenti finanziamenti che l’unione europea e lo stato, tramite la regione T. e la provincia hanno destinato alla valorizzazione del progetto dei parchi della Val di Cornia;

– del cofinanziamento assicurato dal comune.

Tutto ciò – continua il comunicato – ha consentito la realizzazione di un parco minerario unanimemente apprezzato in Italia ed in Europa.

b) Lo scenario in cui, agli inizi degli anni 90, fu concepita la strategia di investimenti per valorizzare il parco di S. Silvestro poneva queste problematiche:

– circoscrivere i perimetri della cava di monte Calvi ai territori effettivamente occupati;

– definire precisi termini per il completamento delle coltivazioni e dei ripristini ambientali;

– limitare la commercializzazione del calcare estratto al solo ciclo siderurgico, in coerenza con i programmi che prevedevano la realizzazione del progetto TAP per il riciclo delle scorie degli altoforni;

La realtà non è andata in quel senso.
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1) alle società che hanno gestito la cava di Monte Calvi è stato consentito di commercializzare il calcare, praticamente senza vincoli;

2) il piano di coltivazione (come afferma il sindaco di Campiglia) dovrebbe terminare nel 2014, ma su questo punto, già sollevato in passato dalla Legambiente, continuano a circolare date diverse che sarebbe opportuno chiarire una volta per tutte;

3) sono stati approvati piani di coltivazione poco rispettosi della presenza del parco se, “con regolare autorizzazione” si fanno brillare mine che fanno ricadere schegge sui siti archeologici del parco e se, come conferma il sindaco, il tutto avviene nel “rispetto dei piani di coltivazione approvati dal consiglio comunale”;

4) i ripristini ambientali non sono stati né tempestivi, né contestuali alle coltivazioni.

c) Le soluzioni prospettate dalla società cave di Campiglia per l’oggi e per il futuro sollevano molti dubbi. In particolare ci lasciano disorientati la rilevanza delle opere da realizzare (nastro trasportatore, impianti di frantumazione a monte e a valle) e la localizzazione di nuovi impianti in aree che comportano il taglio di circa 8 ettari di bosco, incluso un sito di interesse comunitario.

d) L’entità degli investimenti previsti dalla società Cave di Campiglia, i tempi necessari per realizzare le opere e i pochi anni che rimarrebbero a disposizione per la coltivazione della cava, suscitano nella Legambiente perplessità sulla durata effettiva della concessione. Sarebbe dunque opportuno chiarire se questi nuovi interventi presuppongono un ulteriore prolungamento delle concessioni rilasciate.

La Legambiente, al termine di questa nota, sente il bisogno di un richiamo forte al sindaco di Campiglia e al presidente del circondario affinché queste questioni siano chiarite pubblicamente e nella più grande trasparenza».

Scritto da il 23.7.2006. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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