ENERGIA: LE CENTRALI PIU’ INQUINANTI SONO A CARBONE
Il WWF Italia ha recentemente completato l’elaborazione dei dati ufficiali del registro
emissioni nell’ambiente. Alla luce dei risultati chiede che le quote vengano assegnate
rispettando il principio di ‘chi inquina paga’.
Si parla molto di carbone pulito e fonti rinnovabili ma le centrali
maggiormente inquinanti sono a carbone o paradossalmente sono gli impianti
che godono delle incentivazioni per le rinnovabili. Il WWF Italia presenta l
‘elenco completo delle prime dieci centrali di generazione elettrica sul
territorio italiano responsabili nel 2005 dell’emissione di CO2, il gas ad
effetto serra la cui sempre maggiore concentrazione in atmosfera sta
determinando il drammatico fenomeno del surriscaldamento del pianeta.
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Il WWF ha elaborato i dati UFFICIALI del registro delle emissioni, e i
risultati mettono sotto accusa un combustibile: il carbone. Molte centrali a
carbone funzionano con efficienze molto modeste. Dei giganti inefficienti
come la centrale di Brindisi sud, di Enel, che da sola assorbe ben oltre il
10% di tutte le quote di emissione disponibili per il settore
termoelettrico. E che Enel vorrebbe replicare a Torrevaldaliga Nord con una
nuova centrale a carbone di circa 2000MW. E’ utile rilevare come anche la
centrale a carbone più moderna continua a emettere CO2 in misura più che
doppia rispetto a quella di una centrale a ciclo combinato a gas di pari
potenza; le nuove tecnologie non riescono infatti a diminuire la quantità di
anidride carbonica emessa, ma solo a ridurre le emissioni di alcuni dei gas,
pericolosi per la salute, come gli ossidi di zolfo. Va anche dette che le
moderne centrali a carbone continuano ad essere tra le principali
responsabili delle emissioni di mercurio, arsenico e di polveri fini.
Proprio in questi giorni si stanno definendo le quote da assegnare agli
impianti termoelettrici esistenti e nuovi nel panorama energetico nazionale
nel periodo 2008-2012. Alla luce di questa analisi il WWF chiede che le
quote vengano assegnate nell’interesse del paese e allocate all’interno dell
‘intero mondo produttivo, seguendo il principio di “chi inquina paga”. Se
dunque ad inquinare sono le centrali a carbone è doveroso che gli operatori
di questi impianti, soprattutto se di nuova realizzazione, acquistino i
permessi di emissione di cui hanno bisogno anziché farseli assegnare
gratuitamente dallo Stato. Non corrisponde infatti ad una strategia
premiante per l’imprenditoria del paese il fatto che vengano riservate quote
per nuove centrali a carbone a discapito a quegli impianti che emettono
molto meno CO2 a parità di kWh prodotto.
Gli obiettivi del 2008-2012 sono solo una tappa per salvare il pianeta dai
cambiamenti climatici, negli anni a venire gli obiettivi di riduzione delle
emissioni dei paesi maggiormente responsabili, e l’Italia è tra questi,
saranno molto più stringenti. L’Unione Europea stessa ha indicato per il
periodo post 2012 un obiettivo di riduzione del 15-30%.
”Solo l’applicazione rigorosa della direttiva europea 87/2003- ha
dichiarato Michele Candotti, Segretario Generale del WWF Italia – può
portare l’Italia a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, la strada da
percorrere passa attraverso la riduzione della generazione a carbone, lo
sviluppo delle rinnovabili, i risparmi energetici e la generazione
distribuita. E’ necessario che gli operatori del settore termoelettrico
siano spinti ad innovare le tecnologie ed offrire soluzioni compatibili con
l’emergenza clima. Ed è fondamentale che questo avvenga a costi ambientali
noti e pienamente contabilizzati”.
Il WWF chiede che il secondo piano di allocazione di quote di emissione ai
sensi della direttiva 87/2003, definisca subito la metodologia di
assegnazione per i nuovi impianti. Tale metodologia deve prevedere un
diritto di emissione uguale per kWh prodotto per qualsiasi nuovo impianto
indipendentemente dalla tecnologia e dal combustibile usato.
L’applicazione del protocollo di Kyoto ha dei problemi di costi, e ciò è
innegabile. Ma allora si intervenga sui privilegi di cui godono alcune
filiere, cominciando proprio dalla generazione. Non si comprende come mai
tra le 10 centrali maggiormente inquinanti ben 3 beneficino delle
incentivazioni per le fonti rinnovabili in quanto impianti cosiddetti
assimilati. E non si comprende come i costi di queste incentivazioni
compaiono sistematicamente nella bolletta alla voce A3 “incentivazioni alle
fonti rinnovabili. Non si comprende come mai la promozione delle fonti
rinnovabili sia stata prima boicottata inserendo innumerevoli impianti a
fonte cosiddetta “assimilata” che troviamo tra i maggiori responsabili di
emissioni inquinanti ed oggi bloccata con un irrazionale ed inefficiente
meccanismo di incentivazione attraverso i certificati verdi.
Il WWF Italia per promuovere l’efficienza energetica ha organizzato il 2-3
dicembre un grande evento di piazza. Per la prima volta gli italiani,
infatti, potranno prenotarsi per un “check up efficienza” gratuito nella
propria casa avvalendosi di tecnici qualificati PMI. Tali tecnici
qualificati verranno formati appositamente per questa iniziativa. Inoltre
grazie al sostegno di RAS e Ministero dell’Ambiente in tutte le principali
piazze italiane, verrà effettuata una grande attività di sensibilizzazione
con kit informativi, verranno fornite utili soluzioni di risparmio
energetico domestico mostrando tali accorgimenti attraverso stand di “casa
ecologica” realizzati per l’occasione. Si scoprirà come l’adozione di
piccoli o grandi accorgimenti per rendere più efficienti le proprie case sia
vantaggioso per le proprie tasche e per l’ambiente! L’efficienza energetica
(lampadine a basso consumo, elettrodomestici ad alta efficienza, isolamento
termico degli edifici, etc.), infatti, rappresenta un ottimo investimento
sia dal punto di vista economico (risparmio concreto e misurabile) sia dal
punto di vista ambientale (riduzione delle emissioni di CO2, vale a dire
anidride carbonica, il gas maggiormente responsabile dell’aumento dell’
effetto serra e quindi dei mutamenti climatici).
Anche se è passato molto tempo da quando è stato inserito questo articolo, le considerazioni svolte sono del tutto fuorvianti per un insieme di ragioni.
1° – Le emissioni di CO2, che è un gas sostanzialmente neutro, nopn velenoso ne esplosivo, non hanno alcun effetto sulla salute ne tantomeno sull’ambiente locale. Chi credesse alle teorie del supposto “Riscaldamento Climatico Antropogenico” (peraltro, mentre le emissioni continuano, da ben 17 anni la temperatura media sul pianeta non sta affatto aumentando, dimostrazione che tali meccanismi sono legati a fattori totalmente diversi e sostanzialmente esterni al pianeta), dovrebbe allora considerare le emissioni complessive in atmosfera dei Gas ad Effetto Serra, dal momento dell’estrazione dei diversi combustibili e fino al loro impiego. Ebbene, in tal caso, i numeri sull’incidenza delle emissioni tra Carbone, Metano e Ptrolio sarebbero ben diverse da quelle abitualmente narrate da taluni.
2° – Riguardo invece alla produzione elettrica, è indubitabile che il Carbone sia di gran lunga il 1° combustibile utilizzato a tale scopo, soprattutto nei grandi Paesi sviluppati del pianeta. Infatti, quello che conta sono le moderne tecnologie oggi disponibili per tale produzione che consentono di prevenire gli effetti indesiderati che qualsivoglia combustione produce. Oggi i moderni impianti consentono peraltrto un’efficienza di conversione dell’energia del combustibile in energia elettrica, molto migliore del passato, il che riduce anche il consumo di combustibile a parità di elettricità prodotta e richiesta.
Tutte cose concrete ed assolutamente riscontrabili e come parametro al riguardo basterebbe andare a vedere cosa fa la ricca Germania, che produce ben 8 volte più elettricità da Carbone di quanto faccia la “ricca e fuba” Italia.
Evitiamo allora la fuorviante demagogia e pensiamo a creare le condizioni per rilanciare il benessere e lo sviluppo, così in sofferenza da oltre un lustro nel ns. Paese.