PIOMBINO: LUCI E OMBRE SULLA SOCIETÀ PATRIMONIALE DEL COMUNE
Si è costituita giovedì 16 novembre, con la firma dell’atto davanti al notaio, la società patrimoniale del comune di Piombino, denominata “Piombino Patrimoniale srl”. Il suo scopo principale è quello di gestire una parte del patrimonio pubblico con l’obiettivo di accentuarne il valore anche con investimenti mirati, e con una migliore e più specifica gestione della redditività.
L’operazione di trasferimento dei beni, che avverrà in modo graduale, consentirà altresì al comune di estinguere i mutui antecedenti al 1996, mutui che avevano tassi di interesse elevati, permettendo un risparmio molto consistente per le casse comunali. Il consiglio di amministrazione della nuova società, volutamente ridotto dal punto di vista numerico, è dunque composto da Leonardo Carolini, dottore commercialista in qualità di presidente, da Valerio Rossi e e dall’Ing. Claudio Santi dirigenti rispettivamente del settore Finanziario e del servizio Lavori Pubblici del comune di Piombino. Sindaci revisori Enrico Pecchia, commercialista, il rag. Sergio Ballati e la rag. Pasquina Corsi, già revisori del comune.
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Alla costituzione della Patrimoniale, l’amministrazione comunale è pervenuta dopo un lungo periodo di studi, analisi ed approfondimenti che hanno coinvolto gli uffici tecnici ed amministrativi del Comune, le commissioni consiliari, il Consiglio Comunale e le parti sindacali.
Ogni soggetto ha contribuito al progetto, ritenuto fortemente innovativo dall’amministrazione comunale sia per la Val di Cornia sia per la Toscana stessa, dove sono ancora molto pochi gli esempi di questo tipo.
Proprio mercoledì 15 novembre, il comune di Piombino ha organizzato in sala consiliare un convegno di approfondimento sul ruolo delle società partecipate, durante il quale sono stati affrontati nello specifico molti dei temi collegati a questo nuovo strumento. Al convegno hanno partecipato funzionari comunali di alcuni comuni della provincia di Livorno e di Grosseto e consiglieri del comune di Piombino.
Ma per l’opposizione non sono tutte rose e viole e Alleanza Nazionale, con il suo rappresentante in consiglio Comunale Giampiero Amerini, fa notare che alcune cose “Proprio non vanno”.
«Nel prossimo Consiglio Comunale – inizia Giampiero Amerini – stabilito per il 20 novembre, sarà richiesta l’approvazione della delibera che stabilisce di vendere alla nuova società Patrimoniale, immobili di proprietà comunale per un valore di €. 6.726.800,00. In merito a questa operazione riteniamo opportuno fare alcune considerazioni. La società (si dice), almeno in questa prima fase, dovrebbe servire per rimodulare i mutui ai tassi attuali; questo dovrebbe portare al comune un risparmio sugli interessi di circa 240.000 euro l’anno. Su questo niente da eccepire. La società, però, può essere usata anche per scopi meno nobili, come ad esempio: aggirare la legge che stabilisce il tetto di spesa e ricuperare l’IVA.
Le società patrimoniali infatti – continua Amerini – non sono soggette, come i comuni, alla limitazione delle spese e possono, quindi, contrarre i mutui che vogliono. Premesso che, se lo stato stabilisce per gli enti locali, a torto o a ragione, un limite alle spese e li classifica, ai fini dell’IVA, come utenti finali, non è affatto giusto non rispettare quanto disposto. Le leggi, se ingiuste, si lotta per modificarle; non riteniamo per niente positivo, specialmente per un comune, ricorrere ad espedienti per aggirarle. L’acquisto degli immobili del comune, per la Patrimoniale, comporta il pagamento di oneri e spese varie e, quindi, se la società si limita a rinegoziare i mutui non può ricuperarli: in questo caso una parte consistente del tanto propagandato vantaggio andrebbe perduta. La società, è evidente, per portare benefici deve svolgere altre attività, diverse da quelle indicate dall’assessore. Proviamo, infine, ad immaginare cosa accadrebbe se tutti i comuni costituissero una Patrimoniale. Il governo sarebbe sicuramente costretto ad intervenire: sembra che ci sia già una proposta di legge che limiterà la costituzione delle “patrimoniali” solo ai casi di comprovata e documentata necessità.
Cosa accadrebbe – conclude il rappresentante di AN – se una legge bloccasse l’azione di ricupero dell’IVA dopo che la società ha contratto i mutui? Non dobbiamo dimenticare che la “Piombino Patrimoniale s.r.l.” è interamente di proprietà del comune e, sia nel bene che nel male, il suo “risultato” sarà comunque a carico dello stesso, o meglio dei cittadini. Per quanto ci riguarda non vogliamo essere coinvolti in un’operazione che, oltre ad avere così tanti lati oscuri, tende a non rispettare le norme vigenti. Alleanza Nazionale esprime, quindi, parere contrario a questa delibera».