ACQUA: BOCCIATA IN REGIONE LA PROPOSTA DI RIPUBBLICIZZAZIONE
Non è passata in Consiglio Regionale la proposta di legge di iniziativa popolare, accompagnata da oltre 42mila firme di cittadini e cittadine toscane, che chiedeva la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato con voti favorevoli di Prc, Pdci e Verdi, contro Ds, Margherita, Udc, Forza Italia, An e Sdi.
Il documento, articolato in dieci punti, toccava temi definiti dalla maggioranza dei consiglieri “importanti e sui quali occorre continuare a discutere”. Tra questi, il comitato promotore focalizzava l’attenzione sul come “pubblicizzare” la gestione, garantendo il 100 per cento della proprietà pubblica, come assicurare strumenti innovativi di partecipazione e controllo da parte dei cittadini, come tutelare meglio un bene prezioso e strategico come l’acqua, come raggiungere l’obiettivo del dimezzamento dei prelievi per uso non potabile e del riciclo completo delle acque reflue o del recupero dell’acqua piovana.
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A sostegno della proposta di legge, si è espresso il gruppo di Rifondazione comunista, che ha precisato come sull’acqua sia cambiato in questi anni il modo di pensare, grazie ad una nuova consapevolezza, secondo la quale il governo mondiale dell’acqua non può essere affidato alla legge di mercato.
Il gruppo Ds ha evidenziato come proprio il terreno della nuova legge sui servizi sia “il terreno migliore sul quale dibattere e sul quale far confluire le importanti richieste avanzate dalla proposta di legge popolare”.
Per i Verdi, il dato concreto è che l’acqua è entrata in una logica privata con clausole micidiali. E invece la logica deve essere pubblica proprio per evitare le micidiali applicazioni in ambito locale che producono disparità di tariffe fra diverse zone della nostra regione. Il gruppo ha anche proposto di riportare il provvedimento in commissione.
Secondo la Margherita, in Toscana la gestione dell’acqua ha sicuramente dei problemi ma è un bene comune e un patrimonio naturale da consegnare alle generazioni future. Il gruppo si è detto favorevole a inserire nella nuova normativa uno strumento di partecipazione degli utenti e dei cittadini consumatori, di controllo e di monitoraggio dell’uso dell’acqua e delle gestioni.
Per i comunisti italiani, si sta chiudendo la porta in faccia a chi ci chiede la partecipazione alle scelte che sono rilevanti per la collettività: è necessario, qui come su altri temi, tornare all’equità, alla solidarietà, alla considerazione degli interessi reali della gente.
Secondo An, invece, la ripublicizzazzione del servizio idrico appartiene ad una delle amenità che la politica sloganistica utilizza per affermare un concetto che già esiste: l’acqua è pubblica e non è mai stata privata. Ciò a cui tendere è la vera industrializzazione del sistema, la sua liberalizzazione con una forte regolazione e controllo pubblico anche attraverso autorità indipendenti.
Per Forza Italia, “si scontrano due scuole di pensiero, quella del libero mercato, e quella della quantità minima di acqua, vestiti o riscaldamento che la storia ha condannato”. Il gruppo azzurro ha poi proposto di intervenire invece sulle fasce sociali più deboli, con agevolazioni tariffarie. Ma il suo ordine del giorno è stato respinto dall’aula.
Per il gruppo Udc il documento, così come è stato articolato, “rappresenta un passo indietro rispetto alla legge Galli” e “non è rappresentativo degli oltre tre milioni di cittadini toscani”.