SIDERFOR: «MAGGIORE RADICAMENTO NEL TERRITORIO DELL’OFFERTA FORMATIVA»
Riportiamo integralmente un interessante analisi fatta da Valerio Fabiani dei DS Val di Cornia-Elba su cosa fare nel «dopo Siderfor», cioè dopo la chiusura per fallimento della più importante agenzia formativa della Val di Cornia.
«I dati fornitici dall’Osservatorio scolastico provinciale ed, in parte, la vicenda Siderfor conclusasi con il fallimento di quella società – inizia Valerio Fabiani – dovrebbero invitare i soggetti titolari della formazione sul nostro territorio e la politica tutta ad una riflessione seria e profonda sul ruolo della formazione in Val di Cornia che non può essere disgiunta da una discussione su una strategia nazionale, necessaria e ancora da avviare, che sia in grado di mettere il sapere al centro della nostra idea di sviluppo per l’Italia».
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La Segreteria dei Democratici di Sinistra Federazione Val di Cornia-Elba per bocca di Valerio Fabiani, lancia così un percorso di incontri che si attiverà nei prossimi mesi con tutti i protagonisti del mondo della formazione e della conoscenza. «Su un tema così delicato che incide direttamente sulla vita e sul futuro dei giovani, non è il caso di intraprendere la strada di una povera e provinciale strumentalizzazione politica su una singola vicenda, come è quella legata al fallimento della Siderfor. In Toscana è aperta una discussione sulla inadeguatezza di un modello imperniato su una proliferazione eccessiva di agenzie formative pubbliche o partecipate». Fabiani sottolinea che il superamento di questo modello non passa per un’abdicazione da parte delle istituzioni ad un ruolo centrale in questo campo, bensì da un rafforzamento di questo ruolo che, per la Val di Cornia, potrebbe tradursi anche con la creazione di una forte cabina di regia presso il Circondario, dotata di strumenti e risorse, per assolvere meglio ad un ruolo di guida nelle strategie formative sul nostro territorio, e da una maggiore interazione tra istituzioni, agenzie formative ivi comprese le istituzioni scolastiche, e soggetti del mondo del lavoro e dell’impresa.
«Inoltre, ricordiamoci – aggiunge Fabiani – che per quanto riguarda strettamente il campo della formazione, stiamo parlando di una forma di mercato della quale sono attori e protagonisti molti soggetti privati e la presenza di agenzie o totalmente pubbliche o comunque partecipate può addirittura compromettere un giusto equilibrio a danno di una libera e utile concorrenza; in questo senso vanno le misure introdotte dal recente decreto Bersani con cui non possiamo non fare i conti e mirate, in generale, proprio a colpire quei meccanismi perversi che fanno sì che condizioni di monopoli pubblici determinino l’innalzamento dei costi dei servizi, talvolta senza la garanzia di una migliore qualità ed efficienza per i cittadini. Ci pare un po’ stravagante chi si traveste da liberale solo nei giorni dispari».
I dati dell’Osservatorio scolastico evidenziano alcune criticità che, secondo i DS, potranno essere superate soltanto attraverso un maggiore radicamento nel territorio dell’offerta formativa, rinnovandola e legandola alle specificità di questo nostro territorio, e, da questo punto di vista, sono gia state assunte importanti iniziative da parte di alcune scuole insieme all’amministrazione comunale, e attraverso il pieno utilizzo di tutti gli spazi che l’autonomia scolastica sancita dalla Costituzione, dopo la riforma del titolo V da parte del centrosinistra prima dei cinque anni di Governo Berlusconi, in cui l’autonomia è stata mortificata, garantisce e che i fondi sbloccati dalla Finanziaria 2007 rendono più efficace.