PIOMBINO: SUCCESSO DEL CONVEGNO SU DEMOCRAZIA E POLITICA

L’iniziativa sul libro «La democrazia che non c’è» di Paul Ginsborg, promossa dal Cantiere della Democrazia (www.cantieredellademocrazia.it) e dall’Arci Piombino-Val di Cornia lo scorso 26 gennaio, ha registrato una elevata ed incoraggiante partecipazione all’incontro. Un centinaio erano le persone presenti in sala, sei i relatori, il libro era presente grazie alla libreria La Bancarella, ed una quindicina sono stati gli interventi nel dibattito finale.

Iniziando dalle critiche, alcuni hanno lamentato una eccessiva presenza di relatori, che hanno dovuto comprimere i rispettivi interventi, altri hanno evidenziato la scarsa presenza di amministratori e forze politiche, che sempre più spesso preferiscono fare come gli struzzi, invece di interessarsi di cosa pensa la società civile, che loro, e bisognerebbe ricordarglielo più spesso, ancora rappresentano o dovrebbero rappresentare. In generale l’incontro ha raccolto risultati positivi e molti hanno invitato gli organizzatori (presenti al tavolo con Rossano Pazzagli e Vittorio Pineschi) a dare continuità alla riflessione sui temi affrontati, non solo da Ginsborg ma anche da Emanuele Rossi (Scuola Superiore Sant’Anna – Pisa), Vincenzo Caciulli (Comitato regionale per le comunicazioni) e Claudio Frontera (Segreteria regionale DS) e dal confronto con il pubblico che ne è scaturito.

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«La democrazia partecipativa – ha iniziato Emanuele Rossi, Professore ordinario di Diritto Costituzionale alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – di cui un chiaro esempio è il bilancio partecipato di Porto Alegre, migliora la qualità di quella rappresentativa, pur avendo alcuni limiti. Gli aspetti positivi nascono dal confronto che va a sostegno dell’azione selettiva della stessa democrazia; allo stesso modo fa valere la qualità degli eletti che, in questo modo, assumono una funzione educativa per la società. Questo, però, presuppone di pensare all’interesse generale e futuro dei cittadini; evitando, cioè, di permettere un predominio delle lobbies politiche dovuto ad un’alterazione del vincolo elettorale.
Per ovviare a queste tipologie di conseguenze – continua il Professore – è necessaria più trasparenza, a partire dalla selezione dei candidati, dal momento che i cittadini scelgono i proprio rappresentanti solamente a livello comunale. A partire dalla provincia, fino ad arrivare al parlamento i nomi vengono decisi all’interno dei partiti ed associati alla lista, dunque il cittadino si trova di fronte ad una scelta legata al simbolo e non alla persona, che in molti casi gli è sconosciuta».

«Dal 1989 – inizia Claudio Frontiera, membro della Segreteria regionale DS – la democrazia, in Europa è cambiata, e siamo arrivati ad una Democrazia Liberale. Purtroppo, però, le cose sono, poi, andate peggiorando fino a giungere ad uno scadimento della stessa dovuta a cause profonde. Va notata, nel corso degli anni, una evoluzione consumista della società capitalista il cui motto “lavoro e spendi” porta a non aver tempo libero da dedicare ad i propri interessi, figurarsi la politica, a vantaggio della televisione commerciale e della dipendenza dai soldi della vita democratica. Non a caso, negli U.S.A. viene scelto come candidato per la corsa alla Casa Bianca, il candidato più ricco. Non a caso, dunque, c’è stato un declino degli stessi U.S.A. come riferimento democratico mondiale. Abbiamo – continua Frontiera – bisogno di cittadini “attivi e dissenzienti” come motore della democrazia, che purtroppo sono pochi, dato che i realisti politici hanno esaurito il fiato. Dal momento che c’è troppa concentrazione di potere, sarebbe necessaria una democrazia diretta e rappresentativa che, con nuovi strumenti, fosse in grado di guidare questa società».

«Forse – ha confermato anche Vincenzo Caciulli del Comitato regionale per le comunicazioni – tra gli anni ’80 e ’90 abbiamo perso un ventennio…Adesso ci troviamo di fronte una democrazia scaduta di qualità. C’è bisogno di più comunicazione, i cittadini eleggono solamente i consiglieri comunali».

«Nel mondo orientale – ha commentato PAUL GINSBORG, professore di Storia dell’Europa contemporanea nella Facoltà di Lettere di Firenze e autore del libro – si stanno facendo strada due potenze agli antipodi per ordinamento politico. Da un lato abbiamo l’oligarchia cinese, dall’altro la democrazia crescente, se pur corrotta, dell’India. Proprio in quest’ultima nazione dal 1994 un decreto legislativo stabilisce, nei consigli comunali, che la rappresentanza femminile sia del 30%. In Italia non abbiamo una democrazia di genere in politica, e la prova è data dalla scarsa presenza di donne. I ritmi della politica non sono mai stati pensati né riformati e ciò va a discapito dei cittadini che se ne allontanano; infatti i partiti non sono capaci si AUTORIFORMARSI perché passano il tempo a consumare energie sulla riforma elettorale, come pure sulla commissione bicamerale, e non hanno tempo per una auto-analisi.Per questo è necessaria una democrazia partecipativa come strumento affinché tutti i cittadini rientrino nella politica.
Coloro che sono dentro ai partiti- continua il professore – devono criticare di più il sistema dei partiti, che spesso è elitario, per creare cerchi sempre più grandi di cittadini attivi e dissenzienti che siano in grado di chiedere più democrazia e più trasparenza. E’ ora di combattere e dare segnali dentro e fuori i partiti. E’ auspicabile cedere una quota di potere ai cittadini, è irresponsabile lasciare la politica così. E’ necessaria meno carriera politica a vantaggio di una maggiore apertura».

Nello stesso dibattito è stata lanciata l’idea di costituire una specie di forum permanente sulla democrazia, per assumere sui temi della rappresentanza, della trasparenza e della partecipazione, una funzione di approfondimento e di stimolo nei confronti dei governi e della politica locali, riunendo in pratica quelli che Ginsborg chiama “i cittadini attivi e dissenzienti”, considerandoli un dono prezioso per il rinnovamento della “sfera pubblica democratica”.

Scritto da il 29.1.2007. Registrato sotto cultura. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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