PRC: «LA SICUREZZA DEI LAVORATORI È LOTTA ALLA PRECARIETÀ»
L’arrivo a Piombino del Ministro Damiano ha dato l’occasione a Rifondazione Comunista l’occasione di presentare a Piombino il suo schema di disegno di legge delega per il riassetto normativo e la riforma della salute e sicurezza sul lavoro.
«Nell’epoca dell’abbattimento del costo del lavoro con ogni mezzo possibile – ha iniziato Alessandro Favilli, segretario di zona di Rifondazione comunista – la sicurezza é stata considerata “naturalmente” come uno dei costi da tagliare, mentre le nuove forme che il lavoro ha assunto hanno fatto il resto, determinando il fenomeno degli incidenti come si presenta oggi, al di là delle statistiche. Per questo aumentano gli incidenti.
Da un lato perché, come ha detto Franco Giordano, “per le imprese oggi la precarietà del lavoro rappresenta esattamente ciò che era stata la svalutazione competitiva nei decenni scorsi”, dall’altro perché questo processo ha raggiunto anche un punto di maturazione tale per cui si assiste alla sovrapposizione degli effetti e dei danni prodotti da ogni singolo fattore. La sicurezza per i lavoratori, oggi, è quindi nella lotta alla precarietà; sicurezza e lotta alla precarietà sono aspetti inscindibili dello stesso problema».
Alessandro Favilli, è anche il coordinatore nazionale della proposta del Prc per questa legge delega sulla sicurezza e salute nei posti di lavoro, che riformerà la vecchia legge 626, il cui testo è stato distribuito davanti alle fabbriche piombinesi e in altre parti della città.
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«La nostra iniziativa – continua Favilli – intende contestare l’impostazione che ha attualmente la proposta di legge delega preparata dal Governo. Abbiamo invece bisogno di un intervento complessivo di lotta alla precarietà, che ci consenta, sia nell’impegno sociale e politico che nella riscrittura delle regole, di tenere assieme il superamento della legge 30, la riforma degli ammortizzatori sociali e una moderna legge sulla “Salute dei lavoratori e sicurezza dei luoghi di lavoro”.
Perché proprio la frammentazione del rapporto di lavoro, la dilagante separazione del lavoro dall’impresa, la crescita incontrollata degli orari, l’abbattimento dei diritti, impongono da un lato un’attenzione generale alla condizione del prestatore d’opera nel senso più ampio possibile e indipendentemente dal contesto specifico in cui esercita, in un dato momento, la prestazione; dall’altro una cura specifica per l’ambiente dove il lavoro viene svolto, spesso saltuariamente, da persone che con quel luogo non hanno nessuna relazione stabile».
L’obiettivo di Rifondazione, è quindi quello di introdurre nel corpo normativo, sia nazionale che regionale, elementi di rigidità piuttosto che incentivi per le imprese; far collocare i costi per la sicurezza sui costi generali della produzione anziché solo sul costo del lavoro, anche agendo sulla fiscalità e/o cercando una connessione con il taglio del cuneo; puntare ad una riconnessione del lavoro con l’impresa attraverso una rigorosa responsabilizzazione del soggetto titolare della produzione, e, per concludere, rafforzare il ruolo, l’autonomia e la rappresentatività di tutte le lavoratrici ed i lavoratori. La nuova legge deve, secondo Rifondazione, individuare con precisione di chi è la responsabilità per la sicurezza: il responsabile è chi produce merci o servizi, quindi il responsabile ultimo, da sottoporre al sistema sanzionatorio, è comunque chi è al vertice del sistema produttivo, anche se parte del lavoro è dato in appalto.
«La sicurezza – conclude Favilli – é un diritto esigibile dei lavoratori e delle loro famiglie che non può essere subordinato ad altri interessi».