DIBATTITO SU EUTANASIA E LAICITÀ A PIOMBINO
Si è svolto il 6 marzo alla Saletta Rossa di Vicolo Sant’Antonio l’incontro organizzato dall’Associazione per la Rosa nel Pugno dal titolo “Libertà di vita, libertà di morte. Accanimento terapeutico, testamento biologico, eutanasia dopo Welby”. Introdotto da Anna Paola Federighi e presieduto da Paolo Benesperi, rispettivamente responsabile provinciale e membro della Direzione Nazionale dell’associazione, l’iniziativa ha visto una buona presenza di pubblico che è intervenuto nel dibattito.
La relatrice, la sociologa , Marina Mengarelli, ha affrontato il tema ad ampio raggio, dalle questioni più prettamente scientifiche e mediche, fino a quelle di carattere etico di più delicata trattazione. “Il tema vero è quello della autodeterminazione della persona che in qualunque momento deve essere messo nella condizione di poter compiere le proprie scelte riguardo alla vita o alla morte, liberamente e consapevolmente, qualunque esse siano” ha detto tra l’altro la Mengarelli. “In questo senso Welby ha testimoniato il diritto di un malato che non ha accettato più di vivere in condizioni per lui inaccettabili ed ha chiesto che venisse lasciato morire senza sofferenza. Nel caso di malato non più in condizioni di intendere e di volere dovrebbe essere il testamento biologico a parlare per lui” ha proseguito la sociologa.
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Il dibattito ha evidenziato la delicatezza dell’argomento con le sue variegate sfumature, ma anche la difficoltà di trovare punti di mediazione tra una visione laica dello Stato che assegna al cittadino il diritto di decidere della propria vita ed una che vorrebbe che lo Stato facesse proprie le convinzioni religiose della maggioranza dei suoi cittadini, propria di una parte, ma non tutta, del mondo cattolico, come si è visto anche dal dibattito.
«E un peccato non aver potuto fare un Consiglio Comunale aperto come sarà fatto a Campiglia il 26 marzo, ma la Presidente del Consiglio Comunale di Piombino, dopo una conferenza capigruppo ha risposto che non si riteneva opportuno. Dispiace poi non aver sentito nessun rappresentante dei Ds, malgrado questi temi siano molto sentiti anche tra la loro gente. Non vorrei che la costruzione del partito democratico togliesse laicità al maggior partito della sinistra e condannasse così il Paese a subire le imposizioni del Vaticano» ha commentato la Federighi a margine dell’incontro.