SAN VINCENZO: «SILENZI E FALSE APERTURE SU PORTO E RIMIGLIANO»
Mercoledì 11 aprile alle ore 17 presso la Sala delle esposizioni – piazza Mischi a San Vincenzo si è tenuto un Convegno organizzato dal circolo locale di Legambiente dal titolo «Erosione della spiaggia, escavazioni, modificazioni del paesaggio ed eccessiva cementificazione: potranno dare sviluppo?». All’incontro erano presenti Valentino Tosatti – Wwf Italia, Sebastiano Venneri – Direz. Naz. Legambiente, Roberto Doglione – Docente Politecnico Di Torino.
Le ottime relazioni del Prof. Doglione del Politecnico di Torino, di Sebastiano Venneri, esperto di ambienti marini della Direzione Nazionale di Legambiente e di Valentino Tosatti del WWF Italia e il dibattito che ne è seguito, hanno ben evidenziato, da un lato, la necessità e l’urgenza di svilupppare localmente un ampio e non pregiudiziale confronto tra amministrazioni e forze politiche e sociali, che generi scelte eque e condivise e dall’altro la necessità di riordinare queste scelte all’interno di piani integrati vincolanti, prodotti da Enti sovraordinati ai Comuni che garantiscano una più ampia percezione dei rischi di insostenibilità ambientale ed economica sempre presenti in ogni progetto.
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«Ciò che si presenta ai nostri occhi guardando ciò che resta dell’arenile di San Vincenzo – commenta il comunicato di Legambiente – è il naturale effetto della realizzazione di un progetto non supportato da studi preventivi (modello tridimensionale e prove in vasca) che rendessero una percezione esatta dei danni che l’opera andava a causare, la cui gravità appare ora ancora maggiore di quanto gli oppositori al progetto preventivarono. Si è registrata anche, per la prima volta, la protesta dei cittadini di Castagneto Carducci, sul cui territorio si manifestano già gravi fenomeni erosivi, addebitabili, secondo gli esperti convenuti, sicuramente alla costruzione del porto di San Vincenzo. Anche questo Comune potrebbe in futuro chiedere conto dei danni arrecati.
Si apre – continua legambiente – per la nostra comunità un futuro di lotta impari per il mantenimento della linea di costa, con costi economici sicuramente a carico di tutti, ma con costi ambientali non risarcibili, gravi e irreversibili. E’ obbligo infatti considerare la sostanziale impossibilità tecnica di neutralizzare simili problematiche in termini di qualità dei materiali di ripascimento, che non saranno mai la sabbia che c’era e che dovranno essere trasportati da migliaia di camion pesanti, con ciò che ne consegue, a sostegno di un’opera che continuiamo a ritenere semplicemente inutile.
Si fa strada allora un concetto già applicato altrove, che forse non ha mai fatto parte del comune modo di intendere lo sviluppo. Si tratta della DECOSTRUZIONE, in presenza di conclamata insostenibilità ambientale, che è sicuramente il nostro caso, delle infrastrutture la cui progettazione si è rivelata errata».
Il secondo tema in agenda dell’incontro era la questione di Rimigliano.
«Partendo dall’intervento del Sindaco che pare apprezzare la costruttività del nostro intervento dei giorni scorsi – ha commentato Legambiente – senza però chiedere un passaggio successivo di confronto, ci sembra che si continui a procedere in un iter consolidato, secondo il quale i dialoghi si aprono quando le decisioni sono prese e votate in Consiglio».
L’idea per Rimigliano di Legambiente parte dalla centralità dell’attività agricola di qualità che va adeguatamente sviluppata, svolta all’interno di una ANPIL che comprende tutta la tenuta e non prevede alcuna nuova edificazione, secondo un progetto, una volta tanto, di conservazione del territorio, nostra unica e insostituibile risorsa che non possiamo ulteriormente occupare.
«Continuiamo a sperare – conclude l’associazione ambientalista – che si instauri sul nostro territorio una nuova abitudine ad un confronto vero, per l’esercizio diretto della Democrazia, invece della consuetudine attuale delle nostre amministrazioni a chiamarci sempre a ratificare, tra silenzi e falsa apertura e finte disponibilità, decisioni già prese altrove, a beneficio di pochi, a detrimento dei diritti di tutti».