VANESSA BONACCI: «ORA STO USCENDO DA UN INCUBO»
Vanessa Bonacci ha 36 anni e la sua vita fino ad oggi è sempre stata abbastanza dura. Dal mese di Febbraio dell’anno 2006 lei stessa la definisce un incubo dal quale sta cercando faticosamente di uscire, ovvero da quando, consigliata dal medico curante, ha iniziato presso il SERT una cura per disintossicarsi dall’abuso di benzodiazepine (in particolare del Minias) in seguito alla quale, oltre ad essere ingrassata di 33 Kg , si è trovata coinvolta in una serie di avvenimenti che hanno aggravato la sua situazione psicologica ed economica.
Noi l’abbiamo incontrata per conoscerla meglio dopo che la stampa locale ha “sbattuto” in prima pagina la sua storia.
Domanda : Vanessa come mai ti sei recata al SERT ?
Risposta : Soffro di attacchi di panico dal 2000 e il medico che mi aveva in cura mi aveva prescritto dei farmaci, uno in particolare, il Minias, è uno psicofarmaco che serve a bloccare le crisi quando si manifestano, ho iniziato a prenderlo oltre il dosaggio che mi era stato prescritto ed anche quando non ne avevo effettivo bisogno, sino ad abusarne.
D. : Quindi la tua storia inizia con gli attacchi di panico ?
R. : Io credo che la mia storia sia iniziata molto prima: quando ero bambina mio padre se n’è andato di casa e io, mia mamma e mio fratello abbiamo passato anche dei momenti economicamente difficili . Per questo finite le scuole medie io ho subito voluto iniziare a lavorare. Mi sono sposata molto giovane ma con mio marito le cose non sono andate bene così ci siamo separati .
In ogni caso gli attacchi di panico sono iniziati quando tutto sembrava andare per il verso giusto : avevo sia un lavoro che mi piaceva che una vita sociale appagante ed intensa.
D. : Come mai hai iniziato ad abusare del Minias?
R. : Perché a questo punto volevo essere sempre perfetta:al lavoro, con gli amici e quando sfilavo come modella (ndr. ci mostra delle foto di quel periodo:è veramente molto bella).Quel farmaco mi faceva stare bene e sicura di me stessa . Essendo però molto costoso ad un certo punto tutti i soldi del mio stipendio li spendevo per acquistarlo, sino a quando neanche quelli bastavano più.
D. : Chi si è accorto della situazione?
R. : La mia mamma e il mio medico di famiglia, il quale mi ha consigliato di rivolgermi al SERT per seguire una cura disintossicante. Nel nese di Febbraio del 2006 mi reco con mia mamma al SERT e a quel punto inizia il calvario .
D. Perché? Cosa ti è successo al SERT?
R. Tralasciando che mi sono trovata a stretto contatto con tossicodipendenti con problemi diversi dai miei e le disastrose condizioni igieniche dei bagni, dopo un colloquio iniziale divento “un numero”, mi viene prescritta una terapia a base di farmaci, anche 17 diversi in un giorno e, cosa più grave di tutte , in poco tempo ingrasso di 33 kg.
Nel frattempo inizio ad avere anche problemi di deambulazione per il cedimento di un’anca causato probabilmente dal peso eccessivo, così mi rivolgo alla Asl che, dopo gli accertamenti del caso, mi riconosce un’invalidità del 74%.
D. : Ma non hai chiesto come mai ingrassavi in questo modo incontrollato ?
R . Certo. Ma al SERT mi rassicuravano dicendo che era un effetto passeggero della terapia.Nel frattempo io iniziai a deprimermi, anche perché mia madre si ammala, e non ad non uscire più di casa in quanto mi vergogno e non mi riconosco nel mio nuovo corpo:ero passata da 54 a 87 Kg.
D. : A quel punto ti sei rivolta a qualcun altro?
R. : Sì, con mia mamma , che mi è sempre stata vicina in tutta questa vicenda, ci siamo recate presso gli uffici della Asl dove abbiamo parlato più volte con il Responsabile, il quale mi ha promesso un lavoro ed un aiuto economico tramite sussidio e mi ha segnalato una clinica per dimagrire, dove mi sono effettivamente ricoverata per un mese circa nel Marzo 2007.
D. : In questa clinica hai risolto i tuoi problemi di peso?
R. : No, ho perso solo 3,8 kg e mi sono depressa ancora di più! Ero in un reparto con donne affette da problemi di alimentazione, anoressia o bulimia, che nulla avevano a che fare con la mia situazione. In questa struttura ho iniziato l’ennesima terapia farmacologia e inoltre ho anche dovuto affrontare una spesa di 600 € per il ricovero e 1000 € per acquistare l’abbigliamento adeguato (durante il girono non si poteva stare in pigiama).
D. : Dopo le dimissioni dalla clinica cosa è successo?
R. : Ho avuto dei momenti di depressione fortissima e non nascondo che ho pensato al suicidio perché non vedevo più una via di uscita ai miei problemi, a causa dell’invalidità posso svolgere solo lavori di ufficio, ma non essendo qualificata nessuno mi assumeva, ero piena di debiti e soprattutto non riuscivo a dimagrire.
D. : Adesso come va?
Il mio medico di famiglia mi ha consigliato di recarmi ad un Endocrinologo, sono tuttora in cura, e ho perso 5,5 Kg in 25 giorni , grazie ad una dieta e ad un programma giornaliero di attività fisica.
Ho anche vinto il progetto I.L.A. ( ndr. Individual Learning Account – è una carta di credito prepagata che ti
permette di ricevere un contributo a copertura dei costi sostenuti per un’attività formativa coerente con il
progetto di formazione e di lavoro) e vorrei imparare ad usare il computer perché so che senza saperlo fare sarà difficile che qualcuno possa assumermi per un lavoro di ufficio.
Inoltre sto scrivendo un libro su quello che ho vissuto . Ma la cosa che attualmente mi angoscia di più, anche se mia madre ha ripreso a lavorare, è la mia situazione economica, non mi vergogno di dirvi che oggi ho trovato a fatica i soldi per comprare mezzo pollo per pranzo, ed ho ancora dei debiti da estinguere .
D. : Vanessa, come mai ci hai contattato per questa intervista?
R. : Prima di tutto volevo denunciare quello che mi era successo per evitare che altri ripetano i miei stessi errori, inoltre la mia è una richiesta di aiuto economico, sia professionale che monetario, per far sì che lo spiraglio di luce che ora vedo possa diventare una finestra aperta sulla vita .
In bocca la lupo Vanessa, e se qualcuno volesse dare una mano a questa sfortunata ragazza può contattare la Redazione.