«LA BUONA POLITICA» NEL 2° INCONTRO DEL FORUM DELLA DEMOCRAZIA
Il Forum della democrazia è una rete informale di cittadini attivi, di idee diverse ma interessati al bene comune e allo sviluppo della democrazia locale. Si tratta di una aggregazione nata nei mesi scorsi in Val di Cornia per rilanciare e consolidare la politica democratica, fondata sulla trasparenza e la partecipazione, sul diritto di critica e la libertà di pensiero.
Nel secondo incontro del Forum i partecipanti hanno discusso sul tema “Buona politica o cattiva politica? il governo dell’economia e dei servizi pubblici locali”.
Leggiamo insieme i risultati dell’incontro.
«Si è svolto a Piombino il secondo incontro del Forum sulla democrazia sul tema “Buona politica o cattiva politica? il governo dell’economia e dei servizi pubblici locali”, che ha registrato un esteso dibattito sui metodi adottati a livello locale per il governo dei principali servizi pubblici e sulle più importanti questioni economiche; tra buona politica e cattiva politica è stata quest’ultima a prevalere nettamente nei numerosi interventi dei presenti.
L’assemblea si è conclusa con un appello alle forze politiche e con la costituzione di un gruppo di lavoro incaricato di analizzare per le varie aziende pubbliche i meccanismi delle nomine, gli obiettivi, i costi e l’efficienza.
È stato rilevato che gli appelli alle istituzioni cadono nel vuoto e che c’è una evidente carenza di iniziativa politica. Per questo il Forum lancia un invito a tutte le forze politiche affinché intervengano con continuità sulle questioni più importanti rivendicando una ripresa dei metodi democratici, un rilancio del ruolo dei consigli comunali e della partecipazione, contro il ricatto e la denigrazione come strumenti di lotta politica. Amministratori e dirigenti pubblici devono abbandonare una concezione proprietaria del proprio ruolo, così come nella scelta dei dirigenti il criterio della fedeltà deve lasciare il posto a quello della competenza, che invece viene sistematicamente mortificata e espulsa dal sistema.
Il dito è stato puntato innanzitutto sul clima di intolleranza verso il dissenso e la critica, sono stati stigmatizzati i metodi autoritari nella gestione della cosa pubblica e delle aziende, dove si sta affermando un senso di preoccupazione e di paura, fino a casi estremi di intimidazione e di licenziamento (sono stati fatti riferimenti ai casi di Etruscantech, Tap e Asiu). Il tema delle aziende, del loro malfunzionamento e del sistema intrecciato di potere che queste ormai rappresentano, è stato quindi nuovamente posto al centro della discussione per concludere che in Val di Cornia le aziende partecipate sono piccole, troppe, inefficienti e costose, come dimostrano anche le recenti notizie sui compensi agli amministratori. Negli ultimi anni sono aumentati i costi e sono stati duplicati gli incarichi, con scelte fatte direttamente dai sindaci (in primo luogo dal sindaco di Piombino), senza un sufficiente coinvolgimento degli altri comuni e dei consigli comunali, quindi in assenza di chiarezza, trasparenza, cultura della responsabilità. Su questo si impegnerà il gruppo di lavoro che è stato creato.
Prendendo spunto dal recente libro Elite e classi dirigenti in Italia (a cura di C. Carboni, Laterza editore), che descrive una classe dirigente italiana mediocre e inadeguata, guidata essenzialmente dalla preoccupazione di durare, sono state sottolineate varie analogie con la situazione locale.
È stata anche posta l’esigenza di una nuova riflessione sul modello di sviluppo del territorio: dopo la stagione della diversificazione, che ha dato risultati parziali e non sempre positivi, oggi non si riesce più ad individuare quale siano le strategie di sviluppo. Lo stesso piano strutturale, macchiato dal grave contrasto tra il suo autore e il sindaco, manifesta una forte contraddizione tra i principi generali e le previsioni urbanistiche.
Occorre capire la città per riorganizzare la buona politica, fatta di volontà di cambiare e riscoperta di un’etica della responsabilità sociale che sembra perduta. Perché ciò avvenga è necessario che forze politiche, istituzioni e cittadini tornino a parlarsi, sconfiggendo il clima di sfiducia e di impotenza che si è diffuso nelle istituzioni, tra i dipendenti pubblici e nella società».
(Resoconto a cura del
Coordinamento provvisorio del Forum sulla democrazia)