SUCCESSO PER «I 100 ANNI DI LAVORO» CON PAMELA VILLORESI

C’era qualcosa di magico, mercoledì 16 maggio sul palco del teatro Metropolitan di Piombino, durante il recital condotto e interpretato dall’attrice Pamela Villoresi.

«I 100 anni di lavoro» è il titolo di questo spettacolo, unico nel suo genere, che ha letteralmente rapito i molti spettatori presenti. L’iniziativa, patrocinata dall’assessorato alle culture del Comune di Piombino e dall’associazione per la sicurezza sul lavoro ”Ruggiero Toffolutti”, con la collaborazione di CGIL, CISL e UIL, è inserita nel gruppo di iniziative intraprese per il decennale del torneo Van Toff, per ricordare Ruggiero, il ragazzo piombinese tragicamente scomparso per un incidente sul lavoro nel 1998.

Il merito del successo della serata va alla protagonista che ha saputo incrociare fra loro personaggi legati al mondo del lavoro di varie etnologie e costumi, mettendo in risalto una capacità di recitazione non comune. Donne e uomini del secolo scorso sono passati in rassegna, attraverso le sue parole, decantando poesie, brani e racconti di molti grandi autori del passato e la Villoresi, con grande maestria ed esperienza, è riuscita a compenetrare l’ambiente in cui si muovevano i vari interpreti, passando dall’interpretazione di tratto da di Roberta Pieraccioli a quella di di Leonardo Sciascia e così via, con una rapida duttilità di voce e di gestualità.

Poesie come quelle di Aldo Palazzeschi che hanno tratto l’argomento e hanno ben contornato i racconti brevi, tutti relativi al mondo del lavoro e l’attrice, fra l’uno e l’altro, ha saputo commentare le carenze e le problematiche che uomini e donne hanno sempre riscontrato nell’ambito lavorativo. Così il duro lavoro di miniera è stato rappresentato attraverso l’analisi di una moglie di un minatore, delle sue paure e delle sue angosce, della terribile sentenza di precoce vedovanza a cui molte di queste donne erano destinate. E ancora di Salvatore Quasimodo, ha evidenziato la relazione fra lavoro e lontananza dagli affetti più cari.

Ma il momento più bello è stato sicuramente quando l’attrice ha recitato la lettera di una mamma, spiegando al pubblico che si trattava della lettera che Valeria Parrini Toffolutti, giornalista de “Il Tirreno” ha scritto al figlio Ruggero, morto sul lavoro in quel tragico giorno di marzo1998. In un silenzio composto, accompagnato dalla musica del maestro Luciano Vavolo, le parole dell’attrice si componevano come musica stessa, tracciando nell’aere segni indelebili del vissuto di sofferenza e forza della stessa autrice.

I morti sul lavoro sono la piaga della nostra società del lavoro e sono ancora oggi vittime, come allora, di consuetudini aberranti, di fallita formazione ed informazione, di leggerezza, di abuso di potere……Quando un solo lavoratore muore, muoriamo un po’ tutti con lui, perché falliamo in quello che è il principio di una democrazia fondata sul lavoro. Nonostante esista il rischio, sempre e comunque, non è ammissibile che ancora oggi, nel 2007, la media dei morti sul lavoro sia di quasi 4 persone al giorno e Ruggero Toffolutti è uno fra i 1200 uomini e donne che ogni anno muoiono sul luogo di lavoro.

Al termine, la donna Pamela Villoresi si è commossa, mentre riceveva dal fratello di Ruggero, Matteo, un bellissimo mazzo di fiori in suo onore. Sul palco, per il gran finale, l’attrice ha recitato la poesia di Madre Teresa di Calcutta e lo ha fatto volendo accanto a sé Valeria Parrini che le è rimasta vicina, anch’essa visibilmente commossa. Le sue parole, il suo sorriso, la sua grande professionalità hanno meritato gli applausi di una platea entusiasta che ha voluto esserci, con Ruggiero, con la sua famiglia, con le migliaia di annunci di morti bianche che scorrono continuamente sui rotocalchi, ogni giorno.

Scritto da il 27.5.2007. Registrato sotto cultura. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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