PIOMBINO COME NAPOLI SULLA QUESTIONE RIFIUTI?
Parte la rubrica “Il Grillo Parlante” che come quello di Pinocchio che consigliava il burattino sulle scelte migliori, commenterà i fatti del territorio della Val di Cornia, ponendo domande al lettore sui fatti, e cercando di guidarlo verso riflessioni spesso complesse ma utili ad una corretta visione dell’attualità locale.
In questo inizio di giugno vari temporali hanno colpito la zona di Piombino con tuoni e fulmini in grande quantità. Il più forte è stato quello che si è abbattuto sulla Tap, sull’Asiu, sulla Lucchini e sul Comune per la questione dei rifiuti. Al posto dei fulmini buchi di bilancio, cifre, nomi, azioni, licenziamenti, furbizie, reticenze. Un intreccio in cui è difficile capire qualcosa perfino da parte degli addetti ai lavori, figuriamoci per i cittadini che, allarmati o assuefatti, si pongono una unica domanda, quella che dovrebbe essere la domanda principale e che nessun politico per ora si è fatto: dove metteremo i nostri rifiuti nei prossimi anni? Faremo forse la fine di Napoli e della Campania?
Da quel poco che ci fanno capire e leggendo le scarne cronache la situazione sembra la seguente: c’è una discarica comprensoriale a Ischia di Crociano che doveva durare quasi vent’anni, invece è praticamente esaurita. La discarica è durata a malapena 10 anni e quindi o hanno portato più spazzatura del dovuto, e ci devono dire da dove, oppure hanno rincalzato anche la parte riciclabile raccolta dai cittadini, si perché Piombino è uno dei comuni più ricicloni d’Italia e quindi la durata dell’impianto sarebbe dovuta aumentare, non contrarsi. Ad oggi però sembra che non ci saranno neanche i soldi per chiuderla.
Nel ’95 fu creata la Tap per realizzare un impianto per il trattamento e il recupero dei rifiuti industriali (al termine dell’articolo una scheda tratta dal sito dell’ASIU). L’impianto non è stato fatto e sebbene il progetto fosse già finanziato, gli amministratori della società (negli ultimi anni si sono succeduti Banti, Barbarese, Murzi) lo hanno bloccato e rimandato. Intanto la Lucchini ha continuato ad accumulare colline di rifiuti nella storica pianura verso Pontedoro, abusivamente, con il Comune, la Provincia, l’Arpat e l’Asl che facevano come le tre scimmiette (non vedo, non sento, non parlo). C’è voluta la Guardia di Finanza per sbloccare la triste e inquinante vicenda.
Intanto la Tap invece di lavorare allo scopo per cui era stata creata era in altre faccende affaccendata: per esempio ad acquistare azioni dal Cigriser (amministrata da Banti, Carolini, Barbarese, Rotella) per salvare quest’azienda in crisi. Alcuni mesi fa questa vicenda salto alle cronache e fu aperta un’indagine da parte della magistratura. Ora si legge che in soccorso del Cigriser arriva un’azienda esterna che si occupa di rifiuti (brutto presentimento…).
Dai giornali si apprende che se il progetto Tap fosse stato realizzato avremmo diminuito l’inquinamento del territorio, ottenendo notevoli quantità di materiali inerti che avrebbero potuto essere commercializzati al posto del materiale di cava, in particolare delle Cave di Campiglia (presiedute da Banti, presidente anche di Asiu e di Tap ma poi costretto a dimettersi prima dell’arrivo del Murzi). Si sarebbe conseguito un duplice obiettivo ambientale: smettere di alzare colline di rifiuti industriali dove c’era la pianura: evitare di distruggere le colline dove c’erano le colline. Invece sono sorte colline a Piombino e si è continuato ad abbassare quelle di Monte Calvi con gravi conseguenze anche per i Parchi.
Oggi è domenica ma il cielo è ancora minaccioso, forse proseguiranno anche nei prossimi giorni i temporali di giugno, pioverà ancora sui cumuli scuri, sulla discarica ormai satura, sulle cave che si mangiano il monte…
Intanto tra la gente che stenta a capire continuano a risuonare come il rombo di un tuono le stesse semplici domande: dove metteremo i nostri rifiuti? Ci faranno un’altra discarica? Costruiranno un inceneritore? Dovremo portare lontano la nostra spazzatura? E infine: quanto ci costeranno tutte queste vicende?
Il Grillo Parlante
TAP – TECNOLOGIE AMBIENTALI PULITE (tratto dal sito dell’ASIU)
La TAP è una società a responsabilità limitata nata nel 1995, frutto di un accordo tra Comune di Piombino e Lucchini siderurgica. E’ composta da Comune di Piombino (70%) Lucchini Siderurgica (24,9 5) ASIU spa (5,1%) .
PERCHE’ LA PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE
L’idea di realizzare la piattaforma nasce dalla enorme quantità di rifiuti prodotti dall’attività siderurgica, che proprio per questo non può essere smaltito in discarica. Quindi dalla presa d’atto di un problema che da sempre ha fortemente caratterizzato il territorio, nasce l’esigenza di una risposta concreta alla gestione dei rifiuti speciali. Ogni anno il complesso delle attività industriali dell’area di Piombino produce oltre 1.000.000 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi: circa un quinto dei rifiuti prodotti dalle attività industriali della Toscana (più di 6 milioni di tonnellate). Dati significativi, che si ritrovano nel Piano regionale dei rifiuti speciali e pericolosi, il cui contenuto, per quanto riguarda Piombino, è stato recepito dall’accordo siglato nel 1999 fra Regione Toscana e presidenza del Consiglio dei Ministri che sanciva l’impegno di tutte le parti interessate alla realizzazione di questo impianto.
DOVE NASCERA’
La piattaforma sarà realizzata su di un terreno che attualmente è oggetto di un intervento di bonifica ambientale, e questo a significare che l’industria dell’ambiente ha una valenza positiva per gli elementi e le procedure di controllo che mette in campo.
COSA FARA’ L’IMPIANTO
La piattaforma polifunzionale è una struttura in grado di trattare i rifiuti speciali prodotti dalle industrie piombinesi, per trasformarli in un materiale litoide da granulate con il quale si ottengono granulati di varia pezzatura da utilizzare in opere di ingegneria civile potrà essere difatti essere riutilizzato per riempimenti, sottofondi e nella realizzazione di opere pubbliche e di infrastrutture varie, al posto di materiale pregiato che dovrebbe essere altrimenti prelevato in natura.
IN PRATICA
Schematicamente l’impianto prevede lavorazioni a freddo a bassissimo impatto ambientale, costituite principalmente da uno stoccaggio in vari silos dei rifiuti da trattare. Questi verranno poi miscelati, nelle opportune dosi, in un omogeneizzatore con aggiunta di materiali leganti. Il prodotto ottenuto viene denominato CIC (conglomerato idraulico catalizzato), che ha un’elevata resistenza meccanica ed un elevato grado di impermeabilità. Il CIC verrà successivamente granulato in varie pezzature e quindi pronto per l’utilizzo.