PIOMBINO: DA SETTEMBRE I FANGHI DI BAGNOLI AL PORTO?

E’ saltata, ufficialmente per impegni prioritari del ministro Pecoraio Scanio a Roma al Ministero dell’Ambiente, la firma dell’accordo di programma per la rimozione della colmata e il completamento della bonifica di Bagnoli che si sarebbe dovuta tenere lo scorso 28 giugno. Il Ministero dell’Ambiente venendo incontro alle esigenze di alcuni dei partecipanti ha rinviato al 5 luglio l’incontro per la firma dell’accordo di programma per la variante al piano di completamento della bonifica di Bagnoli. Slitta dunque al prossimo 5 luglio la firma necessaria a far partire lo sbancamento della colmata a mare di Bagnoli.

Duecentotrentasette milioni di euro per il completamento della bonifica dei suoli e il ripristino della balneazione di Bagnoli. Il 28 giugno a Roma al Ministero dell’Ambiente, guidato da Alfonso Pecoraro Scanio si sarebbero dovuti firmare due accordi di programma per il risanamento dell’ex area industriale dell’Italsider di Bagnoli.

Il primo riguarda la variante al piano di completamento della bonifica e prevede lo stanziamento di 107,3 milioni, il secondo regola l’intervento di rimozione della colmata a mare, la bonifica dei fondali e degli arenili di Bagnoli mettendo a disposizione oltre 130 milioni.

Quest’ultimo accordo che si doveva firmare sempre il 28 giugno, riguarda la bonifica negli ambiti marino-costieri di Bagnoli, tra la Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture, dei Trasporti, il Commissariato alle bonifiche della Campania, le Regioni Toscana e Campania, le Province di Livorno e di Napoli, le Autorità Portuali di Piombino e di Napoli, i Comuni di Napoli e di Piombino, la società Bagnolifutura.

L’accordo, per quanto riguarda Piombino prevede la rimozione di un milione 300 mila metri cubi provenienti dalla colmata Ex-Italsider da riutilizzare in gran parte per le nuove darsene di Piombino e Napoli est. L’intervento specifico riguarda la rimozione della colmata a mare, la bonifica dei fondali, la posa in opera di una barriera soffolta, il dragaggio dei sedimenti, il ripascimento delle spiagge. L’accordo di programma quadro prevede lo stanziamento complessivo di 115 milioni e 600 mila euro, di cui: circa 48 milioni a carico del Ministero dell’Ambiente, 45 milioni a carico della Regione Campania (in particolare 35 milioni di premialità sui fondi europei e 10 milioni dal Por 2007-2013) ed altri 22,7 milioni a carico del Commissariato alle bonifiche della Regione Campania. Infine, insieme a queste risorse, saranno finanziati anche 15 milioni e mezzo di euro per la bonifica degli arenili del litorale Bagnoli-Coroglio, da parte della Regione Campania attraverso fondi Por 2000-2006.

Per giustificare lo slittamento della firma il sindaco di Napoli Iervolino ha così commentato: “Ci hanno telefonato – spiega il sindaco Iervolino – per avvisarci che a causa del Consiglio dei ministri l’incontro al Ministero dell’Ambiente per firmare gli accordi di programma per Bagnoli slittava al 5 o al massimo al 6 luglio”. Il 28 giugno infatti si è tenuto il Consiglio dei Ministri sul documento di programmazione economica e finanziaria e la preoccupazione era che l’incontro potesse protrarsi a lungo. “Uno slittamento – commenta la Iervolino – dovuto solo alla contemporaneità con il Consiglio dei Ministri”. Il primo cittadino partenopeo commenta soddisfatta, la svolta che comporta per l’area occidentale della città, l’avvio delle opere a mare e il completamento della bonifica. “La firma dei due accordi di programma – afferma – per la variante al piano di completamento della bonifica e per gli interventi negli ambiti marino-costieri è una notizia bellissima e molto importante per Bagnoli che apre la strada ad altre realizzazioni, a cui il vicesindaco Santangelo ha lavorato tanto e vede d’accordo tutte le autorità locali. Già a settembre – conclude il sindaco di Napoli – si potrà cominciare a rimuovere la colmata a mare di Bagnoli”. Una volta siglato il patto, secondo quanto da lei stessa confermato, la colmata potrebbe essere già demolita e trasportata alle acciaierie di Piombino agli inizi di Settembre.

Tuttavia persiste il giallo. Perché nella realtà lo stop alla firma programmata per il 28 giugno è arrivato per un no partito dal presidente dell’Autorità portuale di Napoli Francesco Nerli. Perché Il no? Nell’accordo di programma – come era stato stabilito in sede di concertazione – contestualmente al via libera per lo sbancamento della colmata a mare ci doveva essere il semaforo verde del ministero dell’Ambiente alla valutazione di impatto ambientale per la darsena di Levante. Puntualmente non è arrivata. Nerli – stando a indiscrezioni – ha chiamato prima il sindaco lervolino poi il governatore Antonio Bassolino – si è consultato con loro poi ha detto al ministero che non si sarebbe presentato. I tecnici del ministro Alfonso Pecoraro Scanio a quel punto si sono messi al lavoro e hanno tirato fuori la data del 5 luglio. Entro quel giorno l’accordo verrà riscritto sulla scorta delle indicazioni di Nerli già concertate un paio di mesi fa.

L’unico che sembra non sapere niente di tutto questo è il sindaco di Piombino, che in una nota del 29 giugno dove dichiara di aver ricevuto soltanto in quel giorno la convocazione a Roma per il 5 luglio commenta, riguardo alla bozza dell’accordo che si sarebbe dovuto firmare il 28 a Roma “La bozza non è stata ancora discussa pubblicamente perché fino a oggi si sono succedute diverse versioni del documento – spiega il sindaco – Abbiamo aspettato quindi un punto fermo prima di avviare un confronto pubblico, di cui anch’io sento molto l’esigenza. Il 5 luglio valuteremo se firmare o no, proprio perché è necessario valutare con la massima attenzione gli aspetti logistico-organizzativi e la questione dei finanziamenti. Nell’ultima bozza del documento sono state recepite le nostre proposte che riguardano l’accelerazione della strada di penetrazione al porto, prolungamento della 398, e la crescita del porto stesso, da realizzare in presenza di tutte le garanzie ambientali per noi imprescindibili. Il tema non è quindi accettare i fanghi di Bagnoli in cambio della 398, ma come realizzare in pochi anni, anziché in un tempo notevolmente più lungo, la crescita del porto e la strada di penetrazione, contribuendo allo stesso tempo a risolvere una questione nazionale e dando allo Tap un ruolo strategico nel trattamento dei materiali e dei sedimenti, così come molti si attendono”.

Fonte www.bagnolifutura.it

Scritto da il 30.6.2007. Registrato sotto cronaca. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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