PIOMBINO: PIU’ SICUREZZE SULLA QUESTIONE FANGHI
La questione fanghi di Bagnoli continua a suscitare interesse e preoccupazione tra i residenti della Val di Cornia. Mercoledì 22 agosto, presso i giardini Pro patria di Piombino, al termine dell’incontro voluto dal Sindaco al Perticale, ed in un clima sicuramente più sereno di quello pomeridiano, la redazione della testata on-line Corriere Etrusco, ha organizzato un dibattito pubblico sull’argomento. Presenti sul palco dei relatori un ampia rosa di esponenti di varie forze politiche, da Forza Italia a Rifondazione Comunista, ai quali sono state poste dalla redazione tre domande.
Anzitutto è stato chiesto se questa operazione, avallata dalla Regione e dalle amministrazioni locali e voluta in primis dal ministero dell’ambiente, rappresenti un’opportunità reale di sviluppo per Piombino, oppure se si è di fronte all’ennesimo gioco delle tre carte, dove l’unica certezza è l’arrivo di migliaia di metri cubi di rifiuti altamente inquinanti.
L’assessore Francardi ha risposto per primo al quesito, sottolineando che l’accordo in questione rappresenta una grande opportunità per la città e per tutta la zona circostante. L’arrivo dei fanghi di Bagnoli è a suo dire l’inizio di un piano di bonifica che al contempo consente di realizzare un’alternativa economica per il nostro territorio, grazie alla costruzione della 398 e all’inizio dei lavori del porto.
In linea con l’assessore il capogruppo della Margherita Francini, il quale ha ribadito l’utilità dei fanghi per il riempimento delle vasche di colmata previste dal piano regolatore portuale, considerando che i rifiuti della Lucchini non possono essere utilizzati a tale scopo se non dopo la loro messa in sicurezza. Favorevoli alle ragioni del si anche l’esponente dei verdi Chiarei e Benifei, di Sinistra democratica, che vede con favore l’operazione, pur mantenendo perplessità sul come verrà realizzata.
Di parere diverso gli altri relatori; Castaldi, di forza italia, ha ricordato che non è giusto mettere i cittadini davanti alla scelta tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Pazzagli, per il Forum della democrazia, ha ricordato che nell’accordo in questione sono previste tre fasi: la prima comporta l’arrivo dei fanghi a Piombino, la seconda la realizzazione della 398, la terza l’inizio dei lavori per il porto. Stando ai termini dell’accordo che l’amministrazione comunale ha intenzione di siglare, la copertura finanziaria esiste solo per l’arrivo di una colmata inquinata, le altre fasi, che rappresentano un’opportunità per la città, sono ancora da definire.
Checcoli di Rifondazione Comunista ha ribadito il diritto dei cittadini ad avere una buona viabilità senza l’affaire bagnoli, mentre l’esponente dei comunisti italiani Bettini ha chiesto che certi interventi siano fatti con la dovuta calma, informando e dialogando con i cittadini. Verucci, dell’UDC, si dice preoccupato e trova illegittimo lo strumento della MISE (messa in sicurezza d’emergenza), che verrà utilizzato in questa operazione consentendo di saltare le fasi amministrative ordinarie perché in presenza di un’emergenza, emergenza difficile da comprendere visto che quei materiali inquinanti sono da circa 16 anni fermi nel sito di Bagnoli. La posizione dello SDI resta invece di prudenza, in quanto servono dati certi non solo sulla caratterizzazione dei fanghi ma anche sui finanziamenti.
La seconda domanda posta ai relatori riguardava proprio la copertura finanziaria dell’operazione. L’assessore Francardi ammette che non ci sono i soldi, 688 ml di euro, per coprire tutte e tre le fasi dell’operazione, ma al contempo si dice fiducioso sulla base dell’accordo preso con il consiglio dei ministri; d’accordo con lui gli esponenti di margherita e sinistra democratica che ribadiscono, nonostante l’assenza di una garanzia assoluta, la necessità di cominciare a lavorare allo sviluppo portuale della città.
Il terzo interrogativo riguardava la possibilità di indire un referendum per lasciar decidere ai cittadini; purtroppo un temporale ha interrotto la discussione e lo stesso assessore non ha avuto il tempo di esprimersi completamente, limitandosi a dire che la mobilitazione del fronte no-fanghi, che ha portato alla raccolta di più di 4500 firme in pochi giorni, deve essere considerata e che comunque occorrerà attenersi alla procedura di ammissione del referendum prevista dallo statuto comunale.
Numerosi sono stati anche gli interventi da parte del pubblico presente; più cittadini hanno amaramente ironizzato ed espresso le loro opinioni sull’accordo. Nessuno si è detto favorevole all’operazione. Rossi di Legambiente, presente in platea è più volte intervenuto con domande secche e precise, alle quali non hanno fatto seguito risposte altrettanto chiare ed esaurienti.
Da più parti è scaturito nel dibattito che la questione di Bagnoli necessita di maggiori chiarimenti e di ulteriori sicurezze; le scelte importanti devono essere fatte con cautela, e soprattutto informando i cittadini, veri destinatari e beneficiari di tutto il progetto. Le forze politiche di centro sinistra hanno sempre affermato la necessità di dialogare, di far capire alla cittadinanza l’importanza di certe scelte, e questa è un occasione per dimostrarlo. Discutere di un progetto così importante in così poco tempo e per giunta nel mese di agosto è apparso ai più troppo sbrigativo.
E. Petrocchi