SDI: LA REGIONE BLOCCHI LA CENTRALE A BIOMASSE
Dopo un quasi due mesi di silenzio a causa della questione fanghi di Bagnoli, si torna finalmente a parlare della famosa centrale a biomasse da 22 MW da costruire a Montegemoli.
«Lo SDI è favorevole alla realizzazione di centrali di produzione di energia elettrica o termica da fonti energetiche rinnovabili, a condizione che queste si allineino alle direttive regionali nell’ambito dell’impostazione della cosiddetta “filiera corta” (piccole dimensioni, centrali preferibilmente funzionanti a biomasse legnose e vicine alle aree di raccolta della materia)».
È quanto ha sostenuto Pieraldo Ciucchi, presidente del gruppo SDI in Consiglio regionale, commentando la risposta data dall’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini ad una interrogazione presentata dallo stesso consigliere nei mesi scorsi.
«Non si può pensare – ha spiegato il capogruppo regionale – che decisioni che comportano conseguenze ambientali comunque impattanti come quella di Montegemoli possano essere assunte da un solo ente, la Provincia di Livorno, con il consenso dei soli sindaci interessati senza un più vasto coinvolgimento dei livelli istituzionali locali e provinciali».
«Perché la provincia di Livorno ha sottoscritto a Follonica nel mese di aprile un protocollo di intesa sulla “gestione associata ed integrata dei problemi di Golfo” unitamente a Provincia di Grosseto, comuni di Piombino, Follonica, Scarlino, Castiglione della Pescaia per poi disattenderlo alla prima occasione importante? Tali interrogativi ripropongono una riflessione più generale sul ruolo della politica anche in Val di Cornia; ci chiediamo cioè se non intenda recuperare il proprio primato, e ciò vale anche per le istituzioni che spesso tralasciano di percorrere la strada della partecipazione e dalla trasparenza dando la sensazione di essere conniventi con determinati interessi economici come quelli che si annidano dietro la realizzazione della centrale di Montegemoli. Interessi legittimi, beninteso, ma che non a caso contrastano con le linee di indirizzo della Regione Toscana, che privilegia le centrali di piccole dimensioni, a differenza di quella di Montegemoli che ha una potenza di 22 MwE e funzionerà a oli vegetali.
«Una riflessione – ha proseguito Ciucchi – che riteniamo ancora più fondata considerando che il governo regionale ha espresso anche recentemente una certa preoccupazione sull’aspetto della fornitura delle materie prime che, con l’effetto di produzione dell’olio di palma a prezzi stracciati ha, di fatto, trasformato un intervento virtuoso (quello di realizzare una centrale per lo sfruttamento delle FER) in un modo per alimentare la distruzione di foreste in altre parti del pianeta e per favorire lo sfruttamento di manodopera a basso costo.
«Ora – ha concluso Ciucchi – la provincia di Livorno e il comune di Piombino non potranno esimersi, poiché rientra nelle loro mansioni, dall’accertamento del rispetto dei limiti prescritti di qualità dell’aria nonché dalla valutazione del progetto dell’impianto di Montegemoli anche sotto questo versante, sottoponendolo ad un adeguato e continuo monitoraggio delle emissioni nella fase di avvio di esercizio. Senza queste condizioni la sua realizzazione può risultare a rischio salute per i cittadini e tuttavia la Regione Toscana ancora è in tempo a mettere in campo tutta la sua autorevolezza istituzionale per contrastare la realizzazione di tale impianto».