CAMPIGLIA: MA COSA STA SUCCEDENDO DENTRO LE CAVE?
Manrico Gasperini, segretario del circolo Prc Campiglia-Venturina, rinnova ancora una volta l’allarme per quanto sta accadendo alla cava di Monte Calvi. Leggiamolo insieme.
«La situazione della cava di Monte Calvi è sempre più grave. Il già enorme fronte di cava si allarga a vista d’occhio nonostante l’avvio degli interventi di ripristino ambientale siano nei tempi previsti dal piano di coltivazione. Intanto le polveri coprono i lavoratori – continua Gasperini – i boschi e imbiancano mezza montagna, un sito d’interesse comunitario per la protezione della flora che pare non interessi più a nessuno, nemmeno al presidente della Parchi che, se non altro per una questione di credibilità, dovrebbe almeno far finta di preoccuparsi».
Invece per Gasperini «si ha l’impressione che gli impianti di frantumazione di Botramarmi siano del tutto fuori controllo con seri disagi per i lavoratori e per chi vive in quelle zone. Nella notte si vedono potenti riflettori in cava, segno evidente dell’aumento dei ritmi di lavoro e di escavazione come mai era accaduto in passato. I camion transitano nel parco fino a tarda ora provocando le legittime proteste del gestore dell’ostello. Dopo i gravissimi incidenti del 2006, il sindaco di Campiglia aveva promesso tempestivi interventi per regolare l’attività di cava, fare riaprire i territori chiusi al pubblico e mettere in sicurezza la strada che attraversa il parco: un intervento essenziale per la sicurezza dei lavoratori e per l’incolumità del pubblico. Chiediamo, intanto, cosa sia stato fatto per riportare la situazione alla normalità e per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori e gli interessi del territorio».
Per il Prc inoltre è da rilevare «la non opportuna presenza dell’attuale presidente della Parchi come consulente del Comune nella commissione cave per il controllo dell’attività estrattiva. La cosa appare ancora più grave se si considera che questi episodi sono avvenuti dopo il passaggio della cava dalla proprietà Lucchini al gruppo presieduto dall’ex sindaco Banti, che in qualità di allora sindaco ebbe un ruolo di primo piano nello sviluppo delle cave. Un brutto esempio di commistione pubblico-privato. Banti, esponente di primo piano dei Ds, è infatti diventato presidente della Società cave di Campiglia come espressione della pubblica Asa, di cui era amministratore. Però, quando Asa è uscita dalla Società cave di Campiglia, Banti è rimasto presidente con i soli soci privati».