BAGNOLI: PRIORITA’ DEL MINISTERO A RIMOZIONE COLMATA

Il 13 novembre 07 in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati il Governo ha risposto all’interrogazione presentata dall’on Velo in merito all’Accordo di Programma per la Bonifica dell’area di Bagnoli-Coroglio e Piombino.

Nell’interrogazione l’On. Velo chiedeva di conoscere quali fossero le motivazioni alla base dell’Accordo e quali garanzie a tutela della salute pubblica e dell’ambiente fosse in grado di fornire il Ministero dell’Ambiente sulle operazioni previste, in particolare al fine di assicurare che gli interventi in esso previsti siano assolutamente coerenti con le vigenti disposizioni di legge, oltre che corredate delle necessarie garanzie sotto il profilo ambientale e di tutela della salute pubblica.


Riportiamo integralmente la risposta del Ministero attraverso il Sottosegretario On. Piatti.


«L’Accordo di Programma Quadro in parola, collegando sinergicamente le attività da effettuare nei siti di interesse nazionale di Piombino e Bagnoli-Coroglio, si pone l’obiettivo di assicurare gli interventi necessari al risanamento ambientale di aree che, sebbene distanti geograficamente, risultano segnate da un inquinamento prodotto per lo più dalla stessa matrice antropica.
Nelle vasche di Piombino verranno refluiti, nel rispetto della normativa vigente, i sedimenti non pericolosi provenienti dalla bonifica dei siti di Bagnoli-Coroglio e Piombino, nonché i materiali provenienti dalla rimozione della colmata di Bagnoli.
Con l’entrata in vigore della Legge 27 dicembre 2006, n. 296 – finanziaria 2007 – (articolo 1, commi 996 e 997) – continua l’onorevole Piatti – sono state definite le destinazione possibili dei sedimenti in ragione del livello di pericolosità dei medesimi. I fanghi di dragaggio classificati non pericolosi all’origine o a seguito di trattamenti finalizzati esclusivamente alla rimozione degli inquinanti (trattamenti di detossicizzazione), possono essere conferiti in casse di colmata, in vasche di raccolta o comunque in strutture di contenimento poste in ambito costiero. Nel caso in cui, al termine del refluimento, i fanghi classificati non pericolosi presentino livelli di inquinamento superiori ai valori limite di cui alla tabella 1 dell’Allegato 5 alla parte quarta del decreto legislativo n. 152 del 2006, deve essere attivata la procedura prevista dallo stesso decreto legislativo per la bonifica.

In relazione alla colmata di Bagnoli, si rappresenta che la necessità di procedere alla sua rimozione, piuttosto che realizzare una messa in sicurezza mediante marginamento fisico con adeguate caratteristiche di impermeabilizzazione o altro tipo di intervento, non è dettata da una particolare contaminazione dei materiali che la costituiscono, bensì dall’esigenza di ottemperare alla legge n. 582 del 1996 che, al comma 14 dell’articolo 1, dispone il ripristino della morfologia naturale della costa, come risulta nello strumento urbanistico del Comune di Napoli.

La colmata è costituita prevalentemente da materiale di riporto, formato in gran parte da materiale grossolano di cava e, in misura limitata, da alcuni residui della lavorazione dell’acciaio, con valori di contaminazione sempre al di sotto dei valori di colonna B del decreto ministeriale n. 471 del 1999, a parte alcuni hot spot. materiali oggetto dell’accordo che si prevede di refluire nelle vasche di Piombino, pertanto, sono conferibili, senza alcun trattamento di decontaminazione, in vasca di raccolta. Tale soluzione gestionale riduce notevolmente i costi economici e ambientali di allestimento della vasca di raccolta preferendo materiali riutilizzati al posto di materiali vergini di cava.

L’intervento di rimozione della colmata e di riutilizzo dei materiali della stessa rimozione era già stato previsto nell’ambito di un Accordo di Programma, sottoscritto il 17 luglio 2003. In esso l’intervento era posto a carico dell’Autorità Portuale di Bagnoli e si inseriva in un complesso progetto per la trasformazione della Darsena di Levante del Porto di Napoli in un’area adibita a terminale contenitori, attraverso la realizzazione di una cassa di colmata mediante marginamento e successivo riempimento della medesima con i materiali derivanti appunto dalla demolizione della colmata di Bagnoli. Purtroppo non è stato finora possibile procedere alla rimozione della colmata, condizionata alla realizzazione della vasca di refluimento nel Porto di Napoli, i cui lavori non sono stati ancora avviati.


Il ritardo è divenuto insostenibile nel momento in cui, nel corso dell’estate 2006, con provvedimento della Magistratura, è stato disposto il divieto di fruizione degli arenili a nord e a sud della colmata di Bagnoli, nonché il divieto di balneazione dello specchio d’acqua antistante detti arenili.

Attesa l’impossibilità di conciliare la tempistica prevista di rimozione della colmata con l’obiettivo balneazione, l’Amministrazione che rappresento ha sollecitato il Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque di procedere alla definizione di uno studio di fattibilità, finalizzato ad individuare l’ipotesi progettuale che consentisse una massima compressione dei tempi di rimozione della colmata e di bonifica dei sedimenti in una logica di minimizzazione dei costi e di ottimizzazione dei processi.

Lo studio di fattibilità ha prefigurato la possibilità di conferire i materiali derivanti dalla demolizione della colmata di Bagnoli e i sedimenti inquinati dei fondali antistanti, nell’area portuale di Piombino. Tale ipotesi si basa sull’esigenza dell’Autorità Portuale di Piombino di disporre di materiali per la realizzazione di nuove aree portuali attraverso la costruzione e il riempimento di casse di colmata, già in corso d’opera. Accanto all’indubbia compressione dei tempi per la rimozione della colmata, si evidenzia che tale scelta progettuale non inficia la realizzazione della cassa di colmata della Darsena di Levante, potendo destinare a tale intervento, in alternativa ai materiali provenienti dalla colmata di Bagnoli, parte dei 3.400.000 metri cubi di sedimenti inquinati non pericolosi presenti nel Porto di Napoli.

In tale contesto, il ruolo del Ministero dell’ambiente è quello di assicurare l’ottemperanza degli obblighi di legge attraverso un’intensa attività di confronto con tutti i soggetti coinvolti, al fine di accelerare la rimozione della colmata e la bonifica dei sedimenti marini nonché pervenire, in tempi celeri, alla fruizione degli arenili e al ripristino della balneazione.

Per quanto concerne, infine, le garanzie sotto il profilo della tutela all’ambiente e della salute, nell’Accordo di Programma Quadro, nonché nel Documento Tecnico Allegato, sono definite le attività a carico degli Enti istituzionalmente competenti, ARPAT e Provincia di Livorno; sono previste forme di vigilanza e controllo integrative, da effettuarsi secondo un apposito disciplinare tecnico, da concordare tra il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, l’ICRAM, l’ARPAT, l’ISS, la Provincia di Livorno e l’Autorità Portuale di Piombino.

Inoltre – conclude Piatti – su richiesta dei soggetti sottoscrittori, ovvero degli Enti ed Istituti pubblici, il Ministro dell’ambiente e tutela del territorio e del mare assicurerà il supporto del Comando dei Carabinieri della Tutela dell’Ambiente. Infine, verrà istituito un Osservatorio di Comunicazione Ambientale e di Monitoraggio che dovrà attuare azioni di informazione, divulgazione e sensibilizzazione sulle tematiche strategiche».

Scritto da il 15.11.2007. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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