ITALIA DEI VALORI PREME PER IL CORRIDOIO TIRRENICO
“Usciremo dal governo Prodi, causandone la caduta, se tra due mesi il Cipe non darà il proprio assenso al completamento della Livorno- Roma, asse autostradale essenziale per l’ammodernamento dell’Italia, che oggi è assente nella tratta tra Civitavecchia e Roma”, si dice a voce sempre meno sommessa nella sede nazionale dell’Italia dei Valori, il partito che esprime il ministro per le infrastrutture Antonio Di Pietro.
Di Pietro ha infatti molto mal digerito il rinvio imposto la settimana scorsa dal Cipe in ordine alla valutazione sull’opera ed allo stanziamento dei fondi necessari alla sua costruzione. L’ex magistrato ha inoltre apertamente accusato la sinistra, non solo quella radicale, di opporsi all’autostrada in Maremma non per specifiche motivazioni ideali, bensì per un provinciale calcolo di bottega e cioè la pretesa di salvaguardare l’ambiente che attornia le ville di Capalbio, il paese al confine tra Toscana e Lazio da anni eletto a ” buen retiro” da quella che una volta era l’ “intellighenzia” marxista.
“Ora il Partito Democratico deve decidere: o salvaguardare le ville o autorizzare il passaggio della costruenda autostrada da Capalbio. Qualora decidesse in favore di pochi proprietari di ville, io sono pronto a dimettermi” questo lo strale lanciato da un furente Di Pietro contro gli alleati di governo. La questione della Livorno- Civitavecchia, che si trascina senza soluzione da trent’anni, è in realtà una bomba ad orologeria pronta ad esplodere all’interno dell’Unione e potenzialmente in grado di disintegrarla giacché la maggioranza delle amministrazioni interessate all’opera, Regione Toscana, Regione Lazio, amministrazioni provinciali e comunali del livornese e del grossetano, sono espressione del centrosinistra.
La sinistra radicale ed ambientalista si è da sempre schierata contro un’opera che, a dir loro, avrebbe per sempre sfregiato un territorio, la Maremma, che paesaggisticamente rappresenta una delle zone più pregiate d’Italia. In alternativa è sempre stato indicato come sufficiente il semplice quadruplicamento della vecchia statale Aurelia. In effetti negli ultimi trent’anni l’ammodernamento dell’antica ” Via delle Gallie” è proceduto in maniera spedita ed oggi si può dire che la Variante Aurelia abbia caratteristiche autostradali nel tratto che da Livorno e Rosignano Marittimo giunge a Grosseto.
Tra Grosseto e Civitavecchia invece è una tragedia: pur con due corsie per ogni senso di marcia per quasi tutto il tratto, ad eccezione dei 14 chilometri in territorio di Capalbio, la statale riacquista le caratteristiche di semplice strada extra- urbana e cioè attraversamenti a raso, passi carrai ai suoi lati, transito consentito a biciclette e motocarri. Il pericolo di una sciagura mortale è sempre dietro l’angolo considerato che in questo trentennio è aumentato a dismisura su quest’arteria il traffico pesante unitamente a quello turistico, giacché il corridoio tirrenico rappresenta l’unica alternativa, per raggiungere la Capitale, alla vecchia e supercongestionata Autosole.
Toscana condannata al sottosviluppo economico a causa della miopia dei politici dell’Unione? A sentire Di Pietro ed il presidente della Provincia di Grosseto Lio Scheggi pare proprio di si. Anzi Lio Scheggi, a proposito, si appella al nuovo segretario del Partito Democratico Walter Veltroni e gli chiede di non difendere una posizione di retroguardia come quella dell’Unione ma di guardare avanti e promuovere il completamento di questa spina dorsale esiziale per lo sviluppo della penisola.” Dopotutto la Livorno- Civitavecchia porterebbe nuovi traffici proprio a Roma, la città di cui Veltroni è sindaco” conclude sicuro di se Scheggi.
Sergio Bagnoli