FANGHI: PASSA A COLPI DI MAGGIORANZA IL NO AL REFERENDUM
La maggioranza in consiglio comunale a Piombino proprio non vuole che i cittadini si esprimano sul referendum, tant’è che è stata respinta anche l’idea di andare alla consultazione su un diverso quesito. Passa quindi a maggioranza un documento che getta le basi del nuovo accordo (che però ancora nessuno ha potuto leggere) con le novità arrivate dal Ministero dello sviluppo nella lettera del capo di gabinetto (che vi abbiamo proposto recentemente sulle nostre pagine).
Accolto, quindi, il parere espresso dalla Commissione tecnica comunale che, lo scorso 30 ottobre, ha giudicato non ammissibile il quesito perché esula dalla competenza strettamente locale, richiesta dalla normativa.
Questo stop alla consultazione popolare ha diviso la maggioranza di centrosinistra e anche Alleanza nazionale. I consiglieri di Sinistra democratica e Nuova Piombino hanno, infatti, votato a favore della consultazione referendaria, al fianco delle opposizioni: Lista civica, Rifondazione comunista e Paolo Bianchi di An; mentre Giampiero Amerini ha sostenuto il suo “no” al fianco del Partito democratico e del Gruppo misto. Astenuto Baldassarri dell’Ulivo.
La mattina il dibattito ha messo sul tavolo le argomentazioni sull’operazione fanghi di Bagnoli, con particolare attenzione alle novità annunciate recentemente dal sindaco Anselmi e l’altro alle uniche versioni ufficiali dei documenti, le bozze del 31 luglio, le uniche attualmente valide, su cui è ancora aperto il confronto tra i soggetti istituzionali coinvolti.
Compatta la maggioranza nel giudizio positivo sulle finalità e i contenuti raggiunti dall’accordo, alla luce delle modifiche annunciate dal sindaco e dell’ingresso in campo del Ministero dello sviluppo economico. «C’è la necessità di un processo di modernizzazione ecologica delle nostre industrie – recita l’ordine del giorno presentato da Ulivo, Sd, Np e Gruppo misto – e riteniamo rispetto alle novità in corso di elaborazione, seppur non ancora misurabili concretamente, che si debba affrontare con precisione e concretezza la delocalizzazione della cokeria, lo spostamento e ambientalizzazione dei carbonili, un piano complessivo delle bonifiche e un approfondimento dei progetti di investimento delle industrie siderurgiche». Il documento ha però incassato l’astensione di An, dei consiglieri Roberta Fabiani (Sd) e Roberto Batistoni (Lista civica).
Sinistra democratica ha proposto quindi di fare un nuovo quesito referendario, da far proporre direttamente al consiglio comunale una volta definiti i documenti del nuovo accordo, con il voto dei due terzi dei consiglieri. Una proposta che ha incassato il voto favorevole di Sd, Np, Lista civica e Rifondazione comunista, le astensioni di Andrea Baldassarri (Ulivo) e di Paolo Bianchi (An), il “no” invece di Ulivo e Gruppo misto.
Il vero dubbio che a questo punto i cittadini di Piombino probabilmente si pongono, di fronte a ciò che è avvenuto in consiglio comunale martedì 27 novembre, è perché il nuovo Partito democratico non voglia permettere alla cittadinanza di valutare ed esprimere la propria opinione su un così importante argomento che non era presente nel programma elettorale? Tanto più che il nuovo accordo, che nelle parole del sindaco sarà così bello e vantaggioso, dovrebbe rivoluzionare, ovviamente in meglio, i destini di tutta la città. Allora perché non legittimarlo anche politicamente con lo strumento in assoluto più democratico, lasciando votare tutti i cittadini a suo favore compatti?