FANGHI, FATTI E RIFLESSIONI POST REFERENDUM
Riportiamo alcuni comunicati giunti in questi giorni sul tema dell’Operazione Fanghi di Bagnoli.
COMUNE DI PIOMBINO: BAGNOLI, NIENTE REFERENDUM
Il consiglio conferma il parere di non ammissibilità del quesito espresso dalla Commissione tecnica. Maggioranza divisa.
Il referendum consultivo proposto dal Comitato No Fanghi relativo al trasferimento della colmata di Bagnoli a Piombino non si farà. Il consiglio comunale ha ratificato il parere di non ammissibilità espresso dalla Commissione tecnica lo scorso 31 ottobre, con il voto dell’Ulivo (astenuto Andrea Baldassarri) Gruppo Misto e AN (escluso il consigliere Paolo Bianchi).
A favore della consultazione popolare e contro la delibera della Commissione tecnica si sono espressi invece Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, Nuova Piombino, la lista civica “Per la tua città”, Paolo Bianchi consigliere di AN.
Un voto sofferto, giunto al termine di una discussione molto ampia che ha sollevato proteste tra i rappresentanti del Comitato promotore presenti in aula.
“Questo consiglio comunale deve avere argomenti sufficienti per motivare il ribaltamento di un parere giudirico come quello espresso dalla commissione tecnica – ha detto il sindaco – In questo caso non ci sono elementi per forzare perché c’è proprio un’assenza, e non un deficit, di competenza locale. Ritengo inoltre grave l’assolutizzazione del referendum a ogni costo, a prescindere dal merito e dai contenuti dell’accordo, che sono attualmente profondamente diversi rispetto all’inizio. Il governo della cosa pubblica non deve avvenire a forza di referendum e di sondaggi.”
A favore del referendum anche Sinistra Democratica che aveva presentato un ordine del giorno, non approvato, in cui si chiedeva un impegno da parte del consiglio comunale a indire un nuovo quesito referendario.
Non è mancata, nel corso della mattina, una discussione anche sul nuovo accordo che si sta prefigurando con il coinvolgimento del ministro Bersani. A introdurre l’argomento è stato il sindaco che ha aperto il consiglio con una comunicazione su questi temi.
In relazione a questo, la maggioranza consiliare, sostenuta anche da Comunisti Italiani, Socialisti, Repubblicani Europei (non rappresentati in consiglio), ha presentato subito un documento che è stato approvato da Ulivo, Sinistra Democratica, Gruppo Misto, Nuova Piombino. Contrari Rifondazione Comunista, Graziella Guglielmi della Lista civica, astenuti Roberto Batistoni della lista civica, An e Roberta Fabiani di Sinistra Democratica.
Nel documento si sostiene la necessità di un processo di modernizzazione ecologica delle grandi industrie del territorio, affrontando con concretezza i temi della delocalizzazione della cokeria come obiettivo di fondo per liberare definitavene la maglia urbana prospiciente al perimetro industriale e il quartiere Cotone; dello spostamento e contestuale ambientalizzazione dei “ carbonili ” per rendere più ordinato e funzionali i traffici in entrata e uscita nel Porto di Piombino; di un Piano complessivo delle bonifiche da porre in essere nella nostra città a seguito della presenza siderurgica; dell’approfondimento dei piani di investimento del comparto industriale ( Lucchini-Severstal, Arcelor e Dalmine-Tenaris ).
NO FANGHI: OSTINATA SOLITUDINE DEL PD
Riportiamo il comunicato integrale dei No Fanghi.
«Il Partito democratico in ostinata solitudine, accompagnato da un consigliere di Alleanza Nazionale, ha detto no al referendum sui fanghi di Bagnoli richiesto da un comitato di cittadini con il supporto di diverse migliaia di firme.
La maggioranza ha perso qualche pezzo, le altre forze politiche (anche di maggioranza hanno sostenuto la richiesta di referendum, ma Sindaco e PD hanno scelto di non ascoltare il parere della città su una questione che avrà forti conseguenze sull’economia e l’ambiente del nostro territorio.
Il progetto politico-aziendale proposto da Sviluppo Italia e fatto proprio dal Ministero dell’Ambiente e dalla maggioranza che governa il Comune di Piombino, attratto da alcune contropartite infrastrutturali, ha incontrato fin dall’estate scorsa una forte opposizione della cittadinanza piombinese, della Val di Cornia e del Golfo di Follonica, preoccupata dell’impatto negativo sull’ambiente e sul turismo, in una realtà già fortemente condizionata dalla presenza di ingenti quantità di propri rifiuti industriali. Ora questa opposizione continuerà in tutte le forme possibili, non escludendo neppure il ricorso al TAR.
Il Comune non ha raccolto le istanze che salivano dal basso e la maggioranza, ormai monoliticamente costituita dal Partito democratico, ha giustificato il rifiuto del referendum perché la materia non sarebbe di esclusivo interesse locale. Questo appare curioso in una città che venti anni prima, su un progetto di rilievo nazionale, aveva indetto un referendum grazie al quale la popolazione di Piombino e della Val di Cornia si pronunciò per l’80% contro la conversione a carbone ed il raddoppio della centrale Enel. Cosa vuol dire, che allora c’era più democrazia e più rispetto della partecipazione?
Consideriamo il colpo di maggioranza di martedì una grave ferita alle tradizioni democratiche della città, che si verifica proprio negli stessi giorni in cui il Consiglio regionale sta per varare una legge che indica la partecipazione come forma ordinaria del governo locale. È uno schiaffo al ruolo della comunità locale e una scelta di retroguardia nel quadro regionale».
Comitato No Fanghi Piombino
FORUM DELLA DEMOCRAZIA: NIENTE DI NUOVO DAI DS-PD
Riportiamo integralmente anche i commenti del Forum della democrazia piombinese.
«Il primo atto del Partito Democratico in Consiglio comunale è stato un atto di prepotenza: da solo, con un colpo di maggioranza, sostenuto a malapena da un consigliere di AN, ha detto no al referendum sull’operazione ‘fanghi di Bagnoli’.
Sordo non solo alla vasta mobilitazione di questi mesi, ma anche alla voce degli altri partiti politici, tutti in vario modo schierati a favore della consultazione popolare. Il PD si è mostrato indifferente anche allo sfaldamento della stessa maggioranza: Sd, NP e perfino un proprio consigliere che non lo hanno seguito nel voto. Niente, neanche la ricerca di un accordo con i propri alleati. Se questo è il nuovo che avanza c’è davvero da essere preoccupati.
Qui non è più questione di fanghi o non fanghi, qui si deve aprire una riflessione sulla volontà di questo gruppo dirigente di governare la città con metodo e stile democratico, un’autentica partecipazione della cittadinanza di fronte un’amministrazione comunale che in passato non si era sottratta al confronto e al parere dei cittadini (vedi il referendum sulla centrale a carbone) e che ora si chiude a riccio nella difesa di progetti da fare ad ogni costo, imponendo al territorio decisioni già prese altrove.
E ciò mentre la Regione Toscana sta per approvare una legge che indica la partecipazione come forma ordinaria di governo. La solitaria decisione dell’altro ieri è una pagina triste nella lunga tradizione democratica di Piombino».
Forum della democrazia